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LA SOLIDARIETA’ E’ UN’AZIONE DI LOTTA E DI EDUCAZIONE!

Da una scuola elementare ai cancelli della Granarolo.
Da 9 mesi i lavoratori della logistica (i facchini, per intendersi) presidiano e picchettano i cancelli della Granarolo, fanno cortei e manifestazioni in città e nel resto d’Italia. 
La storia è nota: sono stati licenziati dopo aver scioperato per la prima volta insieme al loro sindacato S.I.Cobas contro le condizioni di sfruttamento con cui venivano schiavizzati, trattati come bestie nei magazzini della multinazionale Granarolo. L’accordo firmato in Prefettura per risolvere la situazione non è stato rispettato dalle parti istituzionali e padronali, così la lotta è ripresa più dura e determinata di prima.
La scorsa settimana il presidio permanente ai cancelli della Granarolo è stato aggredito con grande brutalità e violenza da parte della polizia, due operai sindacalisti che erano accorsi per sostenere la lotta sono stati arrestati, la procura ha emesso 283 denunce contro scioperanti e picchetti.
Sabato 1 Febbraio hanno organizzato una grande manifestazione, a Bologna, la città dove vivono e dove vengono sfruttati. 
L’obiettivo era far capire a tutti, specialmente a padroni e istituzioni, che non si arrendono, che non si piegano. 
In migliaia siamo scesi al loro fianco, per sostenerli, per dire con chiarezza che non li lasceremoo soli. Perché la loro lotta fa capire a tutti, ai lavoratori, ai precari, agli studenti che è possibile spezzare le catene dello sfruttamento e della rassegnazione.
Per questo, come lavoratori della Scuola Elementare Dino Romagnoli, abbiamo proposto di raccogliere fondi e fare una spesa di generi di prima necessità: da mesi non percepiscono salario, la cassa integrazione è cessata; molti hanno rimandato le famiglie ai paesi di provenienza e resistono con poco e niente.
Abbiamo assunto questa iniziativa perché abbiamo provato sulla nostra pelle cosa vuole dire avviare una lotta e -dopo i primi momenti di entusiasmo- ritrovarsi soli. Noi abbiamo la consapevolezza che non si dovrebbe, di fronte a una lotta -specialmente quando è così dura- girare la testa, rifugiarsi nel “non mi riguarda”. 
Pensiamo che non sia più sufficiente “indignarsi” solo quando in televisione passano le immagini dei morti annegati nel Mediterraneo e sulle nostre coste. Questi lavoratori sono in gran parte immigrati, molti sono genitori e zii di bambini che vengono nelle scuole bolognesi. 
Oggi pomeriggio, finito il turno di lavoro, andremo da loro, davanti ai cancelli della Granarolo di Cadriano, nel posto dove lottano. 
Perché il diritto-dovere della solidarietà è un azione di lotta anche per chi lo esercita.
Lavoratori della Scuola Elementare Dino Romagnoli – Bologna – Pilastro

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