InfoAut
Immagine di copertina per il post

Ponte sullo stretto: stop dall’Europa ma Matteoli insiste

Una storia fatta finora più di tavoli tecnici, progetti e discussioni che non di opere reali ma che è servita comunque a sperperare (o meglio rapinare) una enorme quantità di denaro.

Pur nell’incertezza che circonda l’intera opera, si è continuato comunque a progettare ma anche ad avviare i primi cantieri preparatori (del tutto collaterali comunque al ponte vero e proprio) che già stanno condizionando la vita degli abitanti.

Molte le incertezze cui si accennava, tra queste un posto d’onore spetta a quelle tecniche, non è infatti per nulla certo che il ponte potrà davvero essere costruito né tanto meno esiste alcuna sicurezza sulla sua capacità di reggere ai terremoti ed ai venti dello stretto o anche ai movimenti tettonici che interessano le due coste. Se anche non dovesse conoscere una fine catastrofica il ponte non sarebbe comunque eterno, le stime più ottimiste gli danno infatti un’aspettativa di vita di una cinquantina d’anni.

Accanto a queste, già note, ragioni di precarietà, se ne sono aggiunte in questi giorni altre di tipo economico. Non che dubbi sulla fattibilità finanziaria dell’opera mancassero, data la vaghezza con cui venivano indicate le coperture necessarie per un’opera ridicolmente dispendiosa ma in tutti questi anni uno dei punti forti a favore del ponte era l’appoggio dell’Europa (spesso evocata dai potentati locali come una divinità capricciosa alla cui volontà si obbedisce piamente) ed il conseguente, certo, impegno economico comunitario per la sua realizzazione. Ma i morsi della crisi colpiscono anche Bruxelles, ed il commissario europeo ai trasporti, Siim Kallas, ha fatto sapere in questi giorno di non aver alcuna intenzione di mettere un euro nella costruzione del ponte sullo stretto.

Neanche questo rovescio è però riuscito a far demordere i nostri né si vede perché avrebbe dovuto, dal momento che neanche l’evidenza della totale inutilità del ponte ha mai, anche solo parzialmente, scalfito la determinazione con cui si è tenuto in vita il progetto. La testardaggine con cui Matteoli, ultimo di una lunga serie di ministri alle opere pubbliche che ne hanno reso possibile (nel migliore dei casi non fermando, pur avendone la possibilità, tale scempio) le pluridecennali traversie, continua a difendere questo progetto ne rivela l’importanza davvero strategica. Non del ponte, di cui come detto non importa l’effettiva edificabilità, ma del progetto in sè. L’enorme quantità di denaro che si muove attorno a tale questione, al di là della eventuale ed effettiva realizzazione dell’opera, è di per se infatti ragione sufficiente per tenerne in vita il progetto.

Ciò che si osserva quasi sempre attorno alla questione delle grandi opere è che le si deve realizzare a prescindere. l castelli retorici costruiti di volta in volta per renderle accettabili a chi ne pagherà i costi cadono con regolarità mostrando come, dietro alle false pretese di innovazione e progresso delle condizioni di vita generali, non vi sia che speculazione e rapina a danno non solo di chi risiede nei territori interessati (le cui vite sono spesso stravolte se non distrutte) ma di tutti. Da chi per andare in pensione dovrà aspettare i sessantasette anni, a chi rischia che la scuola in cui studia o l’ospedale in cui è ricoverato gli crolli sopra la testa ed in generale a tutti quelli cui il governo vuol fare pagare la crisi.

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Bisognidi redazioneTag correlati:

grandi opere inutilinoponte

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Bisogni

La città cantiere e il mito delle grandi opere: una chiamata dallo Stretto a intrecciare voci, resistenze, immaginari

Ci sono progetti che non si misurano solo in chilometri di cemento, in tonnellate d’acciaio e in cavilli ingegneristici. Progetti che dall’alto piombano sulla vita delle persone imponendo devastazione, macerie e profitto per pochi.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

La sanità tra finanziarizzazione ed economia di guerra

È un anno, il 2025, caratterizzato dalla Terza guerra mondiale, che rischia di ampliarsi e deflagrare oltre quei “pezzetti”, che percepì e segnalò per primo, solo pochi anni fa, Papa Francesco e dalla svolta protezionistica dei dazi innescata dal presidente USA Trump, un passaggio epocale, paragonabile, per portata storica, agli accordi di Bretton Woods, alla […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Blackout in Spagna: un segnale inascoltato

Cercando i fatti Giorgio Ferrari ci guida tra speculazioni, bugie e contraddizioni.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

In cinquemila nello spezzone sociale del primo maggio 2025: l’unica opposizione credibile alla guerra

Lo spezzone sociale del primo maggio 2025 incarna l’unica alternativa reale allo scenario di guerra che sta venendo costruito scientificamente per imporre il ricatto della precarietà e un impoverimento progressivo in tutte le sfere della vita con l’obiettivo della disponibilità alla guerra.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Se si muore di sanità in Calabria

La sanità in Calabria è in condizioni disastrose.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Stop al riarmo, contro il Partito della Guerra. Organizziamoci verso e oltre il primo maggio

Le parole d’ordine uscite dall’assemblea per la costruzione dello spezzone del primo maggio torinese parlano chiaro: organizzarsi per stoppare il riarmo generale, contrastare il partito della guerra

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Ciao Pan, se ne è andato un bandito torinese

Ieri è scomparso Pancrazio Chiruzzi, storico bandito torinese. Detto Pan ha esercitato il “mestiere” di rapinatore realizzando svariati colpi, alcuni dei quali ritenuti impossibili o impensabili. 

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Cosa sta succedendo in Serbia?

Sabato 15 marzo a Belgrado si è svolta la più grande mobilitazione della storia della Serbia, che ha visto la partecipazione di oltre 800.000 persone provenienti da tutto il paese, in gran parte studenti e studentesse.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Straordinario Newroz: crowdfunding per la manutenzione straordinaria dello spazio sociale!

Lo Spazio Antagonista Newroz è sempre stato un punto di riferimento a Pisa per le lotte sociali e per una cultura alternativa alla logica del profitto. Nei 26 anni da quando è nato, generazioni intere di militanti, musicisti, collettivi, hanno attraversato gli spazi del centro sociale autogestito, rendendone possibile l’esistenza. Oggi, il Newroz ha bisogno di importanti interventi strutturali: se lo vuoi sostenere, anche tu puoi donare un contributo!

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Territori in lotta. Capitalismo globale e giustizia ambientale nell’era della crisi climatica

Indipendentemente dal nome con cui le si chiamino, le proteste locali in difesa del territorio sono divenute a partire dagli anni Novanta un vero e proprio fenomeno sociale con cui sia policy-makers che studiosi hanno dovuto fare i conti.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Il Consiglio dei Ministri approva il decreto sicurezza

Blitz del governo, approvato il decreto Sicurezza, varato dal governo Meloni nel Consiglio dei ministri di ieri sera.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

TAV, Anno Zero: l’inizio della fine della Torino-Lione

L’Anno Zero non esiste. Nel nostro tempo, che segue il calendario gregoriano, si passa direttamente dall’anno 1 a.C. all’anno 1 d.C. Nel fantastico mondo della Torino Lione invece il tempo ha un significato astratto. Ogni anno è l’Anno Zero, in un eterno gioco dell’oca dove si ritorna sempre al punto di partenza. da notav.info Giovedì […]

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Viaggio nei cantieri del Tav tra mito e realtà. Il sistema “grandi opere” per espropriare, devastare e speculare

Sono passati 30 anni da quando, a inizi anni ’90, nasceva il movimento No Tav in Val di Susa (TO). Parallelamente alla sua storia, emergeva quello che sarebbe diventato il modus operandi di gestione manageriale dei beni comuni, della spesa pubblica, del territorio e della politica in Italia: le “grandi opere”. Un quantitativo ingente di […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Messico: giustizia per Samir Flores Soberanes! 6 anni di impunità

Questo 20 febbraio si compiono 6 anni dal vile assassinio del nostro compagno Samir Flores Soberanes. Sei anni nella totale impunità di un governo che funge da mano armata per il grande capitale. da Nodo Solidale Samir è stato ucciso da 4 colpi di pistola davanti a casa sua ad Amilcingo, nello stato messicano del […]

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Ciao TAV: necrologio di un progetto nato morto

A cura dei tecnici No Tav da notav.info Del progetto TAV Torino – Lione, dopo oltre trent’anni, abbiamo migliaia di chilometri di parole scritte sulla carta e nemmeno un centimetro di binari realizzati. Qual è il destino della grande opera più inutile d’Europa? È tutto scritto in un numero magico, diffuso ieri dall’Unione Europea. In […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Fermiamoli ora: mobilitazione nazionale contro il nuovo disegno di legge sicurezza che criminalizza le lotte sociali

Inasprimento delle pene, da 2 a 7 anni,  per le occupazioni abitative ma anche per chi resiste allo sfratto e chi partecipa ai picchetti; pene draconiane da 7 a 20 anni per detenzione e diffusione di materiale che incita a impedire la realizzazione di opere ritenute strategiche; aumento delle pene per i reati di imbrattamento per colpire le pratiche di soggetti ambientalisti. 

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

No Tav: sabato 15 giugno manifestazione popolare contro Grandi Opere Inutili e mafie

Che le grandi opere siano terreno fertile per le mafie non è una sorpresa. L’enorme scritta che ormai da 15 anni compare sul fianco del Musinè “TAV= MAFIA”, ne è una testimonianza concreta.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Francia, A69, bacini: azioni seriali di disarmo contro le aziende ecocide

Macchine incendiate nel cantiere della A69, un bacino scoperchiato nella Vienne

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Fino a 25 anni di carcere a chi manifesta per “impedire di realizzare un’opera pubblica”

Con un emendamento presentato al ddl sicurezza dal deputato Igor Iezzi, attualmente in discussione in commissione Affari Costituzionali, la Lega propone l’inserimento di una nuova aggravante dei reati contro la pubblica incolumità che sembra ritagliata sulla variegata rete di attivisti che da anni protestano contro le grandi opere.