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Mobilitazione solidale a Modena per la legittimità del conflitto

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Ieri una piazza piena si è posizionata contro il pesantissimo attacco nei confronti delle lotte operaie degli ultimi anni nella provincia modenese.

 

Centinaia di denunce, unite a arresti, fogli di via e varie misure repressive, stanno cercando di bloccare un ciclo di organizzazione e conflitto sindacale dai tratti inediti che sta scrivendo una nuova storia del conflitto in città.

La risposta di ieri è stato però un forte rilancio della pratica dello sciopero e del picchetto. Una giornata iniziata la mattina con un presidio non annunciato davanti a Italpizza, vertenza simbolo, e proseguita nel pomeriggio con una piazza Grande gremita dove si sono susseguiti numerosi interventi di dilegate e delegati sindacali e di realtà sociali. Molti interventi hanno tracciato una linea di continuità con quanto sta avvenendo anche in Val di Susa, chiedendo ripetutamente libertà per Dana.

Una tappa dunque importante di sostegno alle operaie e agli operai sotto attacco e che ha saputo rivendicare con forza la pratica del conflitto sui luoghi di lavoro e oltre.

 

Di seguito il comunicato del SI Cobas:

UNA GRANDE GIORNATA DI LOTTA E DI ORGOGLIO OPERAIO

Una piazza stracolma di migliaia di lavoratori e solidali oggi ha ribadito ancora una volta e con ancor più forza che scioperare non è un reato e che i piani repressivi orditi dai padroni, dal potere politico e dai bonzi sindacali di Cgil-Cisl-Uil trovano e troveranno una resistenza diffusa e decisa, sia sui luoghi di lavoro, sia sul territorio modenese ed emiliano.

Moltissimi interventi di lavoratori e delegati colpiti dal maxiprocesso, di lavoratori del SI Cobas venuti da altre città a portare il loro sostegno militante e tantissimi solidali (dai disoccupati ai NoTav, da Black Lives Matter alle Brigate di solidarietà, dall’Adl Cobas a SGB, fino alle soggettività politiche e sociali aderenti al Patto d’Azione) hanno evidenziato come la manifestazione di oggi non sia semplicemente un’iniziativa di solidarietà su un singolo, per quanto gravissimo, episodio repressivo, bensì siano parte di un percorso di lotta unitario e generale che è partito dal contrasto all’uso capitalistico dell’emergenza-Covid.

La grande manifestazione di oggi è per noi (e non solo per noi) una tappa di quel percorso ampio e unitario che è stato lanciato con l’assemblea del 27 settembre a Bologna.

E’ stata anche un momento di slancio verso lo sciopero nazionale per il rinnovo del contratto della logistica, di cui nessuno più parla e che evidentemente dipende da noi rendere di nuovo attuale ed urgente, che si terrà il 23 ottobre e porterà a una grande giornata di lotta in tutte le città il prossimo 24 ottobre.

C’è ancora tanto da lavorare e da lottare, ma la partecipazione di massa alle iniziative di queste ultime settimane può farci affermare che esistono le condizioni per aprire davvero una pagina nuova nella storia del movimento proletario del nostro paese.

SI Cobas nazionale

 

 

 

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