Monti contestato a Bergamo
Già, ma le parole d’ordine della manifestazione hanno sollevato questioni che con l’evasione fiscale c’entrano poco. Una valanga di cartelli, striscioni, manifesti e stancil hanno gridato alla città l’insostenibilità delle politiche di austerity, di tagli alla spesa sociale e attacchi ai diritti del lavoro. L’accento è stato posto così sulla sostanziale continuità politica del governo Monti con chi ha governato l’Italia negli ultimi vent’anni. Dalla riforma del lavoro allo smantellamento del welfare, per giungere alle annunciate privatizzazioni, si riconferma la ricetta liberista che ha condotto il paese sull’orlo del baratro e ora, pure nell’evidenza delle sue contraddizioni, viene riproposta come terapia per salvare l’Italia dal suo debito pubblico e dalla crisi globale. Ma c’è qualcosa di più. Il carattere meticcio e intergenerazionale della manifestazione, così come l’ampiezza della sua composizione, forniscono una sintesi della diffusa conflittualità sociale che attraversa il paese: dagli studenti e dalle studentesse del Book Block alle incursioni dei V. mascherati, dai settori “dissidenti” delle sinistre al sindacalismo di base, dal precariato metropolitano alle famiglie senza casa, dalle incertezze di chi teme per la propria pensione alle nuove generazioni migranti.
Non si tratta di una saldatura contingente. Tra le parole d’ordine del Comitato “Adesso Basta”, costituitosi in vista della mobilitazione di stamani, enfasi è stata posta infatti sul percorso di costruzione dello sciopero generale dal basso. A prendere la parola sono allora le lotte reali, ben oltre il silenzio attendista dei sindacati confederali. Tutt’altra cosa rispetto alla trovata leghista dello striscione contro Monti trascinato da un aeroplano monomotore. Osservato da qua giù, quell’aeroplano comunicava con immediatezza la distanza enorme del movimento padano dal paese reale. La distanza tra un passato di liberismo e fumo negli occhi e un futuro conteso, che prefigura la disposizione delle parti in gioco sul terreno dello scontro a venire.
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