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Muore il muratore datosi fuoco per difendere la casa

Una vendita all’asta della casa, l’unica sicurezza che ancora gli rimaneva, ha decretato invece la più cieca disperazione e la volontà di aggrapparsi con tutte le forze e tutto il coraggio ad un unico gesto per difendere la sola cosa che aveva: la casa. Durante lo sfratto esecutivo quindi l’irripetibile gesto che, nelle intenzioni di Giovanni, avrebbe probabilmente fermato l’ennesima usurpazione di uno dei diritti basilari come quello dell’abitare. Dopo essere stato ricoverato per una settimana in ospedale, per mezzo delle gravi ustioni riportate, questa mattina il nome di Giovanni si aggiunge alla lunga lista di persone morte a causa e conseguenza della crisi.

Intanto nei giorni scorsi la Procura di Ragusa ha aperto un’ inchiesta sul procedimento che ha portato al pignoramento e alla vendita della casa, in particolar modo riguardo all’aggiudicazione della casa all’asta e all’evoluzione del rapporto debitorio bancario e dell’esecuzione immobiliare. Un tentativo che non vale a nulla se non a dare un premio di consolazione e a scaricare le responsabilità da una parte all’altra, pur di non accettare che una responsabilità congiunta ci sia.

Quello di Giovanni rimane un gesto che collega ad un filo rosso sangue i recenti quotidiani suicidi, una statistica destinata ad alzarsi nella media italiana e non, in un contesto in cui sono chiare la responsabilità di un sistema che attanaglia nei suoi molteplici aspetti, complice la crisi, di cui sono vittime.

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