NO alla gogna mediatica!
Ripubblichiamo questa presa di parola sul caso di Flavia, la maestra di Torino divenuta nemico pubblico numero uno dei partiti e delle istituzioni dopo le giornate di lotta antifascista nella città piemontese…NO alla gogna mediatica!
Da maestri e maestre, insegnanti, educatori ed educatrici, nel nostro ruolo di intellettuali, denunciamo la gogna mediatica che si è scatenata contro Flavia, maestra precaria torinese, che per aver inveito verbalmente contro le forze dell’ordine durante un corteo antifascista, dove si era recata nel suo tempo libero e privato, si è ritrovata con il viso esposto su tutti i media, trattata come il peggiore dei delinquenti, sospesa dal servizio a stipendio dimezzato.
Denunciamo il fatto che in un paese civile i media ignorino da mesi il licenziamento di massa di 60mila maestri con il conseguente ulteriore svilimento della Scuola Pubblica e conniventi con i partiti politici possano “sbattere il mostro in prima pagina” al fine di attaccare un’intera categoria di lavoratori, quella delle maestre diplomate magistrali, e si possano chiedere pene esemplari (come il licenziamento) per quello che resta un reato d’opinione (tipico dei regimi e non di uno Stato democratico) attuato al di là dell’orario di servizio e fuori dal proprio luogo di lavoro, all’interno di un corteo politico che aveva ogni legittimità ad esistere, dato che la nostra Costituzione si fonda sull’Antifascismo e prevede il divieto di ricostituzione di organizzazioni fasciste e che invece è stato brutalmente caricato dalla polizia.
Crediamo che il gesto della collega sia stato dettato dalla rabbia per la violenza appena subita da lei e gli altri manifestanti. Rabbia sicuramente esacerbata nel vedere giornalmente difese dal Viminale e dalle forze dell’ordine le organizzazioni neofasciste come Forza Nuova e Casapound (loro sì illegali). Forze dell’ordine che caricano costantemente, spaccando teste e procurando lesioni fisiche, i cortei degli antifascisti e, in generale, dei lavoratori quando questi cercano di far sentire in modo più forte la propria voce contro lo sfruttamento.
La libertà di manifestare e il diritto al dissenso vengono ormai giornalmente violati in questo paese e la repressione verso chiunque provi a difendere i propri diritti costituzionali sta diventando sempre più forte e noi, anche nel nostro ruolo di educatori ed intellettuali, non riusciamo a rimanere in silenzio mentre vediamo montare un caso mediatico contro una collega, quando i veri delinquenti di questo paese non pagano mai per i propri errori.
Questa gogna mediatica giunge dopo lo sciopero generale della scuola contro un contratto povero che posticipa al dopo elezioni politiche ed RSU la firma al nuovo codice comportamentale che punirà, con licenziamenti facili per tutti, chi avrà ancora il coraggio di esprimere il proprio dissenso nei confronti dei presidi fuori controllo o asserviti a logiche aziendali.
Non è un caso che a fronte di un aumento medio di 40€ per i docenti, i dirigenti ne percepiranno €400.
Nessuna indignazione, da parte dei media e della politica, per la violenza gratuita contro le maestre che, pacificamente, il 23 hanno cercato di raggiungere Montecitorio.
Nessuna presa di posizione contro la carneficina sociale sancita dall’Adunanza Plenaria il 20 dicembre 2017 che segnerà uno dei più grandi licenziamenti di massa nella storia del settore pubblico di questo paese.
Si preferisce utilizzare strumentalmente Flavia come distrattore di massa per non parlare dell’emergenza sociale di 60 mila famiglie e delle responsabilità politiche di chi legittima un ritorno al passato più nero di questo paese.
Alle parole di Renzi rispondiamo allegramente: “stai sereno, il 4 di Marzo ti licenziamo noi”!
Lavoratori della scuola autorganizzati
Coordinamento lavoratori della scuola “3 Ottobre”
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