Occupato il teatro Rossi a Pisa
“Rifiutiamo – dichiarano nel comunicato gli occupanti – la logica dei grandi eventi, che trasformano la cultura in strumento di propaganda e lasciano solo vuoto, oltre la patina luccicante ed effimera di una città-vetrina. Vogliamo ripartire dal teatro, simbolo della primavera di una rivoluzione culturale che speriamo sia solo agli inizi”.
La scommessa, che richiama esperienze analoghe da Roma a Napoli, fino a Palermo, si gioca sulla possibilità che effettivamente un’iniziativa simile non resti semplice testimonianza ma sappia invece coinvolgere e far emergere la condizione dei lavoratori della cultura e dello spettacolo. Ciò che conta è che le loro istanze non restino imbrigliate solo in un programma di “difesa della cultura” ma sappiano invece, partendo dal rifiuto delle politiche della crisi, articolare una propria soggettività politica capace di procedere a una riappropriazione effettiva degli spazi e della produzione di socialità.
Sono in programma al teatro Rossi tre giorni di iniziative, fino a domenica. Nel pomeriggio di oggi, alle ore 17 è prevista un’assemblea pubblica nel teatro occupato.
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