InfoAut
Immagine di copertina per il post

#OccupyTorino vs ricatto Marchionne e Comune del debito

Mancano meno di ventiquattr’ore dall’evento #OccupyFassino (28 Novembre, ore 14, davanti al municipio di Torino, vedi il link all’evento FB), che si svolgerà in concomitanza al consiglio comunale aperto sulla questione FIAT, e l’amministrazione si è già contraddistinta per aver blindato la Sala Rossa  (l’articolo di Repubblica). Una farsa, una presa in giro per tutti i cittadini torinesi: un consiglio comunale “aperto” ma a cui nessuno potrà assistere!

In questa fase l’amministrazione sembra accusare la paura di contestazioni o del semplice confronto con la cittadinanza, d’altronde tra la questione FIAT e un debito comunale che sta per esplodere le acque potrebbero agitarsi più del previsto…

Il sindaco, infatti, si prepara a privatizzare molti servizi pubblici andando in contrasto con la volontà popolare espressa nei referendum di giugno, un progetto che presenterà non poche contraddizioni a quanti nei partiti di sinistra avevano appoggiato la campagna referendaria.

Anche negli enti locali si stanno materializzando le conseguenze di un governo di fatto delle grandi compagnie finanziarie nel nostro paese, in questa occasione diventa ancora più significativa la presenza di tutti/e per portare un netto rifiuto alle politiche di austerity, alla privatizzazione dei beni comuni.

Dal profilo Facebook Occupy Torino riproponiamo un nota apparsa negli scorsi giorni che spiega l’importanza della partecipazione.

Perchè è importante esserci il 28.11.11 H 14 #OccupyFassino!!!  (link alla nota)

La nuova amministrazione torinese inizia a darsi da fare in gran stile. In questi mesi di gestione fassiniana il motto principale pare sia “poche parole, molti fatti”. Vediamo un sindaco poco propenso ad uscite pubbliche che, però lavora nel sottosuolo del comune più indebitato di Italia. Eh sì, perchè Torino è nella top delle città con il maggior debito pubblico del paese. Scrive il Sole 24 Ore: “La legge di stabilità approdata alla Camera per l’approvazione definitiva bussa in particolare alle porte dei Comuni di Torino, Milano, Siena e Genova, delle Province calabresi e delle Regioni Lazio, Abruzzo e Molise. Lo fa con la nuova regola che arruola anche gli enti territoriali nello sforzo collettivo per ridurre il maxi-debito pubblico che ha messo il nostro Paese nel ciclone dei mercati finanziari.”

Tremila sono gli euri a capa che ogni torinese ha di debito cittadino sulla propria testa. La città paga ovviamente ancora le Olimpiadi Invernali del 2006 e tutti gli eventi che in questi ultimi anni si sono susseguiti. Infatti la Torino industriale della Fiat sta radicalmente cambiando in metropoli dello spettacolo.

Il diktat del nuovo governo legittima una serie di passaggi che da alcuni mesi iniziavano a darsi dentro l’amministrazione torinese per diminuire il debito pubblico cittadino. Ovviamente queste misure non possono far altro che tagliare sul welfare dei cittadini, evitando bene di toccare gli interessi di chi ha contribuito a creare questa crisi ma semmai incentivandoli. Nel mirino tutte le aziende ex municipalizzate quali Gtt, Amiat e Trm. Del diciannove novembre è infatti il via libera della maggioranza comunale a una superholding che rimetta sul mercato le aziende citate.

Si sentiva già odore di rischio privatizzazione della Gtt da quest’estate, dove si era annunciato un aumento dei costi dei biglietti e degli abbonamenti, subito ritirato. In questo autunno però l’amministrazione non è rimasta a mani vuote ed ha iniziato a sperimentare su due linee fondamentali della circolazione torinese quali il 4 e il 30 il bigliettaio a bordo, inoltre notizia di appena un paio di settimane fa è quella della probabile destituzione della linea 63, unica linea che arriva nella zona sud di Mirafiori e che fornisce una fetta importante della periferia torinese.

Insomma la risposta ad un sostanziale malgoverno della cosa pubblica è la privatizzazione o l’aumento dei costi sociali sulle fasce di popolazione meno ambienti.

Le tre aziende sono state valutate intorno ad i 520 milioni di euro.

Tra le aziende che subiranno questa sorte anche la SMAT, l’azienda metropolitana acqua Torino, insomma i nostri politici se ne fottono del referendum sull’acqua pubblica, contravvenendo al volere popolare e trovando un escamotage per comunque speculare su questo bene comune. I nostri cari torelli farebbero bene ad infuriarsi.Anche la Trm infatti, azienda addetta alla costruzione del discusso inceneritore del Gerbido subirà questa sorte.

Nel frattempo in tutta la periferia torinese vengono chiusi centri giovani e vari tipi di ammortizzatori sociali del tessuto metropolitano.

Ma cosa significa la costituzione di questa holding?

Il Comitato provinciale Acqua Pubblica di Torino la spiega così: “[…] la gestione partecipativa avverrebbe tramite l’azionariato diffuso (con il paradossale risultato di far comprare ai cittadini ciò che è già di loro proprietà) e/o le Fondazioni bancarie, cosa già esplicitamente rifiutata dal Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua nell’assemblea di luglio che, non dimentichiamolo, ha indetto la manifestazione del prossimo 26 novembre […] per il rispetto del risultato referendario.” In sostanza per la cessione l’amministrazione per Amiat e Trm guarda espressamente a Iren e al progetto di una grande multiutility del Nord Ovest. Per Gtt, invece, gli occhi sono puntati sulle fondazioni bancarie: Crt e Compagnia di San Paolo.

Per l’ennesima volta ci troviamo di fronte alle banche che governano e gestiscono le nostre finanze e le nostre vite. Il comune di Torino indebitato fino all’osso con Unicredit scarica il debito sulle tasche dei cittadini dando ancora più influenza proprio alle stesse banche nei bilanci. La Fiat a sua volta viene governata dalla San Paolo sempre a causa del rosso segnato dai suoi conti, la stessa Fiat che chiude stabilimenti e licenzia, la stessa Fiat che non può pagare la cassa integrazione a migliaia di lavoratori. La nostra città cambia sempre di più e lo strapotere finanziario colpisce le fasce di popolazione più basse senza pietà. Il nostro amministratore Fassino, quello che ha detto che avrebbe votato sì al ricatto di Marchionne, quello che ha detto che è d’accordo con il ritorno dell’Ici, quello  che vuole la TAV, è lo stesso che sta distruggendo il nostro welfare cittadino, con la sua cricca di accoliti bipartisan, Sinistra e Libertà inclusa. Ma nella Torino spettacolo i siparietti stanno iniziando a stare stretti ai cittadini e le prese in giro non sono mai piaciute.

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Bisognidi redazioneTag correlati:

comunedebitofiatmarchionneoccupytorinotorino

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Speculazione sul burro e altre storie del capitalismo globalizzato

Il capitalismo è una follia e la prova è data da un prodotto che tutti i bretoni amano: il burro. Il 28 dicembre, un articolo di Le Parisien ha raccontato di un biscottificio dell’Ile et Vilaine costretto ad acquistare burro dai Paesi Bassi, anche se prodotto a 90 chilometri dalla sua fabbrica… in Normandia! Tradotto […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Gli operai di Forlì occupano la fabbrica e vincono la vertenza

Lavoravano per 12 ore al giorno percependo uno stipendio adeguato a otto ore lavorative, privati di qualsiasi livello di sicurezza e l’alloggio previsto in realtà coincide con lo stesso capannone senza riscaldamento con i materassi buttati a terra. Gli operai hanno bloccato lo stabilimento di mobili e allestito un presidio davanti all’azienda.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Il sintomo Mangione

Si è già detto tutto e il contrario di tutto sull’identità di Luigi Mangione, il giovane americano che qualche giorno fa ha ucciso a Manhattan il CEO di United HealthCare…

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Calenzano (Firenze): esplosione nel deposito ENI

Enorme esplosione al deposito della raffineria Eni di Calenzano (Firenze) con un bilancio di 4 lavoratori morti, 26 feriti di cui 2 gravi.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Cosa succede in città: il turismo

Apriamo questo ciclo di trasmissioni che affronta l’ennesimo grande evento che si affaccia su questa città: il Giubileo.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Milano: “Verità per Ramy e Fares”. In 600 alla fiaccolata al Corvetto

“Verita’ per Ramy e Fares”. Sabato 30 novembre a Milano una fiaccolata  in ricordo di Ramy Elgaml. Centinaia di persone si sono ritrovate alle ore 19.00 in Piazzale Gabrio Rosa al Corvetto per poi raggiungere il luogo dove Ramy è deceduto dopo un incidente stradale a seguito di un inseguimento di un’auto dei carabinieri durato 8 chilometri, su cui indaga la Procura.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

29 novembre: sciopero generale

Proponiamo di seguito una rassegna di approfondimento verso lo sciopero generale del 29 novembre a partire dalle voci collezionate durante la settimana informativa di Radio Blackout

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Un rito meneghino per l’edilizia

Sul quotidiano del giorno 7 novembre, compare un suo ultimo aggiornamento sotto il titolo “Il Salva-città. Un emendamento di FdI, chiesto dal sindaco Sala, ferma i pm e dà carta bianca per il futuro”.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

La parabola della salute in Italia

È un potente monito in difesa del Servizio sanitario nazionale quello che viene dall’ultimo libro di Chiara Giorgi, Salute per tutti. Storia della sanità in Italia dal dopoguerra a oggi (Laterza, 2024). di Francesco Pallante, da Volere la Luna Un monito che non si limita al pur fondamentale ambito del diritto alla salute, ma denuncia […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Cuba: blackout ed embargo

Cuba attraversa la sua maggiore crisi energetica, con la pratica totalità dell’isola e con 10 su 11 milioni di abitanti privati di elettricità.

Immagine di copertina per il post
Culture

Sostieni Radio Blackout 105.250 fm – Torino

Ultimi giorni della campagna di autofinanziamento per Radio Blackout: sosteniamo le esperienze di controinformazione, sosteniamo l’informazione libera.

Immagine di copertina per il post
Formazione

13/12: PER QUANTO VOI VI CREDIATE ASSOLTI SIETE PER SEMPRE COINVOLTI

Pubblichiamo il comunicato dell’assemblea delle scuole sul corteo di venerdì 13 Dicembre: Oggi, per la terza volta in un mese, ci siamo ripresə le strade di Torino, unendo la lotta delle scuole superiori all’Intifada studentesca delle università.Siamo scesə in piazza in occasione di uno sciopero incentrato sul boicottaggio accademico.Passando per Città Metropolitana abbiamo denunciato la […]

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Torino: Extinction Rebellion scarica sacchi anti allagamento in Consiglio Regionale

Extinction Rebellion scarica sacchi anti allagamento all’ingresso del Consiglio Regionale del Piemonte, poco prima della discussione sul Piano di Qualità dell’Aria.

Immagine di copertina per il post
Contributi

Torino Per Gaza aderisce al corteo del 29 Novembre

Condividiamo il comunicato di Torino Per Gaza: Il 29 novembre anche Torino per Gaza parteciperà al corteo sindacale previsto alle 9.00 da piazza XVIII Dicembre.Riconosciamo la necessità di mettere al centro la questione del lavoro, dei tagli ai servizi e del progressivo impoverimento che le persone stanno subendo come conseguenza alla scelta del nostro governo […]

Immagine di copertina per il post
Formazione

Patriarcato, classe e razza: una sola lotta

Il 25 novembre di quest’anno si inserisce in una cornice particolare: a poco più di un anno dal femminicidio di Giulia Cecchettin, a pochi giorni dalle affermazioni del ministro Valditara e in un contesto di movimento in cui, anche in Italia, inizia a farsi strada con determinazione il discorso decoloniale.

Immagine di copertina per il post
Formazione

Inizia l’Intifada degli studenti medi

Inizia l’intifada degli studenti medi, oggi ci siamo presi la città! Si preannunciava una grande giornata di lotta e così è stato.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Occupata la Leonardo spa dall’Intifada Studentesca a Torino

Ieri come Intifada studentesca abbiamo occupato la sede della Leonardo Spa! In 50 siamo entratə all’interno dello stabilimento mentre altre 50 persone bloccavano l’ingresso.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Al fianco di chi lotta per un futuro collettivo: MATTIA E UMBERTO VI VOGLIAMO LIBERI!

Quando si lotta per il futuro collettivo si mette in conto la possibilità di dover rinunciare al proprio destino individuale. da Centro Sociale Askatasuna È ciò che accade quando la scelta di portare avanti un orizzonte di liberazione per tutti e tutte viene anteposto a velleità o interessi dei singoli. E accade anche che, in […]

Immagine di copertina per il post
Confluenza

Camminata dal parco della Pellerina all’area della ex ThyssenKrupp/Ilva: uno specchio distorto

Diamo spazio a questo dettagliato articolo che racconta la passeggiata al parco della Pellerina di qualche tempo fa, scritto e pubblicato da Un altro piano per Torino.

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

Torino, la mobilitazione contro gli antiabortisti continua: presidio al consiglio regionale

In queste settimane a Torino sono migliaia le persone che si mobilitano per chiedere la chiusura immediata della cosiddetta “stanza dell’ascolto”