Palermo. E un altro sgombero è bloccato
Procedendo in ordine. In una via centrale della città (via Lincoln) alloggiano da quattro anni tre famiglie (quattro fino a pochi anni fa) sistemate lì dal Comune dopo lo sgombero coatto di una scuola occupata e il riconoscimento dello status di “difficoltà” di queste. Le istituzioni si impegnarono a coprire i costi dell’alloggio presso un albergatore disponibile ad ospitare i senzacasa. Ma dopo appena tre mesi gli uffici comunali smettono di versare la quota all’albergatore che dopo svariati mesi di mancate risposte fa pervenire alle famiglie cartelle esattoriali da decine di migliaia di euro. Questi avvenimenti conducono alla tragedia: un giovane padre di famiglia, senza lavoro e con un ricatto da trentamila euro sulle spalle decide di impiccarsi proprio all’interno degli alloggi diventati “occupati”. Il Comune promette allora di trovare una soluzione che però non arriva mai fin quando, la scorsa settimana, si rifà sotto il tribunale che tenta un promo sgombero trovando però le famiglie barricate e minacce dagli occupanti di ulteriori “gesti estremi”. Sgombero dunque rinviato (a oggi) con la promessa di presenza anche di antisommossa e “forza pubblica” in generale.
Ma stamattina, oltre le famiglie asserragliate all’interno dell’immobile, un presidio del comitato manifestava per il diritto alla casa pronto a resistere al paventato tentativo. Ma non si presenta nessuno fimo a quando ad affacciarsi è proprio l’ufficiale giudiziario che annuncia un ulteriore rinvio a causa della rinuncia odierna all’intervento da parte della questura non pronta ad affrontare stamattina la “faccenda”.
Un rinvio questo che se certo una vittoria non può essere considerato rilancia la lotta in quanto emblema della reciprocità tra solidarietà sociale, organizzazione e forza che i movimenti per il diritto alla casa stanno costruendo in tutto il paese.
E in una Palermo morsa dal caldo torrido stamattina, dalle parti della questura, c’è chi ha sudato di più…e freddo!
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