Torino, #16O di lotta per la casa: sanzionata banca SanPaolo e una nuova occupazione
Questa mattina gli attivisti del comitato Prendocasa assieme a famiglie occupanti e sotto sfratto hanno sanzionato una sede della banca San Paolo nel quartiere popolare di Porta Palazzo. Nel capoluogo piemontese la filiale è infatti responsabile di oltre 3500 pignoramenti all’anno e applica interessi da usura sulle abitazioni. Famiglie e attivisti hanno dunque denunciato il ruolo delle banche nella gestione dei pignoramenti degli alloggi, esponendo sulla sede della San Paolo uno striscione con scritto “Per le banche la crisi non c’è mai…basta interessi da usurai”, appendendo e distribuendo volantini al grido di “Stop sfratti” e “Stop pignoramenti”.
L’iniziativa si è conclusa rilanciando verso il presidio per il diritto alla casa che si terrà lunedì sotto la sede del Comune di Torino per chiedere una moratoria su sfratti e sgomberi e la requisizione e l’assegnazione delle case sfitte.
La diretta con Alice di Prendocasa sull’iniziativa di questa mattina (da Radio Infoaut):
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Qui il volantino distribuito durante l’iniziativa:
INTESA SAN PAOLO: USURAI A TORINO
Oggi 16 ottobre manifestiamo contro una delle sedi di Intesa San Paolo in quanto la riteniamo, così come l’omonima fondazione, una dei responsabili di questa situazione di emergenza abitativa in cui si trova la città di Torino da ormai troppo tempo.
Dove non arriva il Comune ci sono i privati, le grandi agenzie immobiliari, i palazzinari e le banche, a peggiorare la situazione.
Un esempio è l’ “Ufficio Pio” della Compagnia di San Paolo che, insieme ai servizi sociali e le istituzioni, attraverso opere di finta carità, dà delle finte soluzioni costruendo progetti ad hoc per famiglie e persone a cui magari è stata pignorata la casa proprio dalla stessa banca.
Non dimentichiamo che Sergio Chiamparino, sindaco di Torino dal 2001 al 2011, che ha causato un buco di bilancio di 6mln di euro per le olimpiadi, è responsabile di tutte le misere politiche sulla casa continuate da Fassino. Per rendere chiari questi “magna magna” sottolineiamo come l’ex sindaco è diventato presidente proprio di quella Compagnia di San Paolo (dal 2012 al 2014), sostenendo finti progetti, come il grattacielo di corso Inghilterra, utili solo ad ingrassare le tasche di manager, politicanti e “archistar”.
Le banche sono le principali complici della crisi che stiamo pagando da anni e in molte occasioni sono state salvate da fondi pubblici che dovevano essere destinati a tutti coloro che ora si trovano ad annaspare facendo fatica ad arrivare alla fine del mese.
È ora che le banche, e le istituzioni con loro, si prendano le proprie responsabilità rispetto a questa situazione e si impegnino una volta per tutte a fare la loro parte nella risoluzione dei problemi abitativi della nostra città.
Questa non è utopia. Grazie anche ad un intenso periodo di lotte, i cittadini spagnoli dell’Andalusia sono riusciti ad ottenere la requisizione degli alloggi sfitti di proprietà delle banche da dare in affitto calmierato (in alcuni casi canone di soli 15 euro al mese) alle famiglie sfrattate.
Quindi quello che vogliamo è la requisizione del patrimonio immobiliare della banca per assegnarli alle famiglie senza una casa, mutui ad interessi zero perchè è ora di dire basta alla speculazione. Ma soprattutto vogliamo lo stop ai pignoramenti
Inoltre invitiamo tutti e tutte a partecipare lunedì 19 ottobre alle ore 17.30 in Piazza palazzo di città per un presidio sotto il comune per andare a puntare il dito contro gli altri responsabili di questa emergenza. Vogliamo la moratoria degli sfratti e sgomberi, la requisizione e la riassegnazione delle case sfitte, più case popolari e meno svendite e speculazioni.
Nel pomeriggio, invece, attivisti per la casa del csoa Gabrio assieme a famiglie sotto sfratto hanno occupato uno stabile sfitto in via Giacinto Collegno, nel quartiere San Paolo. L’edificio da oggi diventerà una casa per più di 50 persone, tra cui 20 bambini.
Di seguito il comunicato dello Sportello Diritto alla Casa di Zona San Paolo:
BASTA CASE VUOTE, BASTA FAMIGLIE SENZA CASA
BENVENUTI IN VIA GIACINTO COLLEGNO 37
A Torino ci sono circa tra i 40 e i 60 mila alloggi vuoti, secondo dati risalenti al 2012. Eppure la città non riesce a soddisfare il bisogno di casa dovuto all’alto tasso di sfratti per morosità incolpevole che, solo nel 2014 ha riguardato oltre 4500 casi.
Torino è una città che è stata colpita duramente dalla crisi e la perdita della casa, per l’incapacità di poter continuare a pagare regolarmente un affitto, è uno dei segnali più significativi. I semplici dati segnalati però dimostrano che le risorse esistono ma evidentemente manca la volontà politica nell’affrontare la situazione.
Assistiamo infatti all’inerzia di una amministrazione cittadina sempre pronta a regalare ampie porzioni di territorio per la speculazione di banche ed immobiliari ma incapace di dare risposte alle migliaia di famiglie sfrattate. Pronta a finanziare progetti come quelli di social housing che dimostrano da un lato tutta la loro inconsistenza e dall’altro la loro inutilità sottraendo fondi all’edilizie residenziale pubblica
Affrontare l’emergenza abitativa significa anche rilanciare un piano riguardante gli alloggi popolari ma a Torino nei prossimi 3 anni sono previsti solo poco più di 150 nuove unità. E mentre ogni anno vengono assegnati circa 400 case popolari, le liste d’attesa contano migliaia di iscritti.
Insomma, è evidente che chi entra nel vortice di uno sfratto è condannato dalle istituzioni pubbliche ad una lenta agonia, fatta di promesse e mancanza di opportunità.
Diventa allora necessario, per coloro che non vogliono soccombere alla violenza rappresentata da uno sfratto, praticare una solidarietà attiva, insieme a coloro che vivono lo stesso problema. I picchetti antisfratto risultano momenti significativi per creare un unione tra sfrattati, pratica concreta per resistere a proprietari esosi e ufficiali giudiziari senza cuore e dignità. Comune e questura hanno provato a disarticolare queste pratiche con l’applicazione sistematica dell’articolo 610 c.p.c. (che prevede la possibilità di eseguire uno sfratto senza preavviso) trasformando, per incompetenza e stupidità, un problema di ordine sociale in un problema di ordine pubblico.
Ma la solidarietà non si è arrestata e, nella consapevolezza che dalla istituzioni si possono ottenere solo promesse vuote o imposture, chi è senza casa ha deciso di passare alla soddisfazione diretta del bisogno fondamentale che è l’abitare.
E se 40 mila alloggi vuoti sono un lusso che una città come Torino non si può permettere, è evidente che occupare una palazzina vuota da anni diventa un passaggio necessario per dare un tetto a uomini, donne e bambini.
Così 50 persone hanno finalmente una casa in via Giacinto Collegno 37 dove potere riacquistare quella dignità negata dalla istituzioni.
Nella settimana di mobilitazione nazionale indetta dalla rete Abitare nella crisi contro l’articolo 5 del decreto Lupi e nel giorno nel quale lo sportello Prendocasa denuncia il ruolo delle banche nella gestione dei pignoramenti degli alloggi, con l’occupazione della Banca Intesa San Paolo a Porta Palazzo da parte di altre famiglie sfrattate, questa azione aggiunge un altro tassello alla lotta per la casa.
In una circoscrizione come la III nella quale altre numerose famiglie hanno liberato palazzine per soddisfare il proprio bisogno abitativo, l’occupazione di via Collegno ripropone con forza la richiesta di moratoria per gli sfratti e la possibilità sottrarre all’incuria interi edifici per riconsegnarli a chi ne ha effettivamente bisogno.
Venite a conoscere questa nuova esperienza e a portarle solidarietà.
CON GLI OCCUPANTI DI VIA COLLEGNO 37
RESISTERE CONTRO LA CRISI
CASA PER TUTTI E TUTTE
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