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PalermoPride 2011 L’unica emancipazione è la rivolta!

È proprio in quest’ottica che Il Collettivo Anillo de Fuego ha deciso di prendere nuovamente parte al Pride, attraverso il proprio agire politico che tende a scardinare queste pratiche e questi stereotipi, portando in piazza e nei dibattiti un nuovo modo di pensare la donna nella società di oggi, quella della crisi e della precarietà.

L’ anno politico che volge al termine è stato carico di conflittualità e di lotte; la piazza ha saputo esprimere forza e radicalità facendo emergere molte delle contraddizioni di questo governo. Diversi i soggetti che hanno attraversato le metropoli per rivendicare il diritto a costruirsi un futuro migliore: studenti, precari, insegnanti, operai hanno paralizzato le città contro le politiche governative fatte di tagli e licenziamenti; lotte contro un governo che fa delle politiche di austerity, il mezzo attraverso il quale far pagare i costi delle crisi a coloro che già stentano ad arrivare alla fine del mese, salvaguardando invece gli interessi delle banche e dell’alta finanza, agevolando “gli amici” di Confindustria e Fiat, nell’assoggettamento dei lavoratori, attraverso politiche incentrate sul ricatto occupazionale e lo spauracchio della cassa integrazione e del licenziamento. Politiche di austerity, queste, che travalicano i termini puramente economici per sconfinare in un moralismo tutto in “salsa italiana” che da un lato è volto a limitare la libertà sessuale imponendo modelli in cui la donna svolge un ruolo puramente ri-produttivo o si attesta a divenire “l’angelo del focolare” tutta “consumo e risparmio”; dall’altro propone il modello della donna – oggetto che, mercificando il proprio corpo, riesce nella”scalata sociale” (!). Entrambi questi modelli proposti si fondano sull’impossibilità per la donna di auto-determinare la propria esistenza senza dover ricadere nella vecchia e mai superata dicotomia della “santa” o della “puttana”. E allora che scandalo per il partito “Repubblica” e l’opinione pubblica quando il 14 dicembre tra gli arrestati, durante l’assedio al Parlamento per il voto di fiducia al premier, spunta il nome di una studentessa fuori sede e non di un fomentato black block. Ecco chi sono quelle donne di cui poco si legge sulla stampa nazionale : sono studentesse, disoccupate, lavoratrici, operaie e migranti che lottano nella crisi e contro la crisi, senza alcun vittimismo e compromesso e che rifiutano un futuro precario già scritto. Sono quelle donne protagoniste delle rivolte nel Maghreb che hanno avuto il coraggio di cacciare i rais con la determinazione di chi non si arrende ad una vita di costrizione.

Donne che da Londra ad Atene , da Parigi a Roma per finire nelle rivolte del mondo maghrebino, sotto l’unico slogan “que se vayan todos” danno giorno per giorno, strada per strada, lotta dopo lotta un solo insegnamento : l’unica emancipazione è la rivolta!

Collettivo Anillo de Fuego

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