In  vista del Referendum sulla  Piattaforma FIOM, tenuto alla Piaggio il 27  e 28 Ottobre, la maggioranza  dei delegati FIOM ha ritenuto, per  l’importanza e le conseguenze che  possono avere le questioni in  discussione, di entrare nel merito con un  volantino che esprimeva  valutazioni critiche sui punti centrali della  Piattaforma e dava  l’indicazione di votare NO. Il risultato del referendum è stato di     234  SI  e  378  NO. A distanza di qualche giorno, a firma  FIOM  provinciale, regionale e  nazionale, è stato distribuito alla Piaggio un  volantino che qualifica  le argomentazioni dei delegati FIOM come  “farneticanti”, e l’indicazione  di bocciare la Piattaforma come  “mancanza di rispetto totale” alla  Assemblea di Cervia e ai lavoratori  che hanno votato SI. Le valutazioni articolate, le preoccupazioni per  quello che la  piattaforma non dice e per scelte che aprono la strada al  compromesso su  diritti fondamentali dei lavoratori non vengono  discusse nel merito ma  semplicemente liquidate e stigmatizzate come  “linguaggi che richiamano  una logica del tradimento”.   Riproduciamo  qui seguito il volantino della maggioranza dei delegati  FIOM e quello a  firma degli organi territoriali e nazionali in modo che  ciascuno possa  fare le sue valutazioni. (su segnalazione di senzasoste.it)
Perché non ci piace la piattaforma FIOM
Lavoratori,  in un momento in cui vengono messi in discussione diritti e  conquiste  fondamentali, è della massima importanza ragionare e  possibilmente  intervenire sugli obiettivi e i contenuti delle  piattaforme che  verranno presentate per il Contratto Nazionale e che  necessariamente  toccano questioni critiche, che avranno conseguenze  importanti e  durature. La FIOM sottopone in questi giorni alla  valutazione dei  lavoratori la sua piattaforma, che va a nostro avviso  esaminata sia per  quello che prevede sia per quello che non dice.
Quello che dice:
– Acconsente alla richiesta dei  padroni di prevedere nel CCNL il rinvio  di intere materie alla  contrattazione territoriale, di filiera,  aziendale. – Prevede la  attivazione, nelle relazioni con le aziende, di  procedure di confronto  che includono il blocco preventivo degli  scioperi, senza neppure  chiarezza su chi e con quali modalità abbia  titolo a stabilirle. – Sui  contratti atipici si chiede solo la riduzione  a 24 mesi per la  stabilizzazione e una indennità alla fine del rapporto  di lavoro, pari a  tre volte il TFR – Le richieste salariali, 206 euro  lordi in tre anni (  pari a 68 lordi l’anno, cioè 45 netti) non superano  l’inflazione  attuale; al Governo verrà richiesto, in concerto con i  padroni, di  ridurre le tasse sugli aumenti salariali ma anche i relativi  contributi  a carico delle aziende, con la diminuzione perciò delle  entrate INPS  che incideranno sulle pensioni. – Si prevede il Referendum  per  l’approvazione degli accordi, nazionali e aziendali, ma solo su   richiesta di una OS o su raccolta delle firme del 5 per cento dei   lavoratori interessati (quota ben difficile da raggiungere per i   contratti nazionali) – Si prevede il rinnovo generalizzato delle RSU,   finalizzato però anche a definire rappresentatività e certificazione   degli iscritti, previsti dall’intesa del 28 Giugno per dare legittimità   ad accordi separati. – Si chiede alle Aziende un aumento del loro   contributo per la previdenza integrativa, che non spetterà ai lavoratori   che non hanno aderito.
Quello che NON dice:
–  Nessun elenco di materie NON RINVIABILI alla contrattazione   territoriale e aziendale. – Nessun limite alle QUOTE DI LAVORO ATIPICO –   Nessun vincolo su FLESSIBILITA’ E STRAORDINARI – Nessuna iniziativa   seria sulla sicurezza, solo il rinvio alla legge, ignorando che la sua   applicazione richiede precisi diritti di intervento delle RLS e adeguate   sanzioni – Nessun riferimento al recupero salariale rispetto   all’accordo separato del 2009 Sono soprattutto preoccupanti: L’ ASSENZA   DI IMPEGNI ESPLICITI CONTRO L’INSERIMENTO NEL CONTRATTO DEI CONTENUTI   DELL’ACCORDO DEL 28 GIUGNO E AL CONTRARIO L’ACCETTAZIONE DEI RINVII AI   CONTRATTI AZIENDALI L’ ACCETTAZIONE DELLA POSSIBILITA’ DI PORRE VINCOLI   ALLO SCIOPERO E L’AMBUIGUITA’ SU CHI LI DECIDE, CHE RAPPRESENTA UN VERO   CEDIMENTO AI PADRONI SUL DIRITTO DI SCIOPERO L’ ACCETTAZIONE DELLA   VALIDITA’ TRIENNALE DEL CCLN E DEI LIVELLI SALARIALI PREVISTI   DALL’ULTIMO CONTRATTO SEPARATO
Per  questo motivi riteniamo questa piattaforma insoddisfacente negli   obiettivi, del tutto inadeguata rispetto alla offensiva padronale in   corso e alla pratica ricorrente degli accordi separati, e inaccettabile   nella sua apertura al compromesso sui diritti fondamentali dei   lavoratori.
VOTIAMO NO
 Rsu FIOM Piaggio
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A Pisa, come in tutta Italia, i  metalmeccanici  approvano  la  piattaforma  della  Fiom
Lettera aperta alle lavoratrici e ai lavoratori della Piaggio
Si  è concluso il voto sulla piattaforma della Fiom per il rinnovo del   Ccnl che le imprese e il Governo vogliono semplicemente cancellare.   Tutti i dati saranno disponibili sul sito della Fiom. Su circa 7.000  aziende coinvolte, il 95% delle lavoratrici e dei  lavoratori ha  approvato la piattaforma; questo nonostante le chiusure e  le casse  integrazioni che coinvolgono soprattutto i grandi stabilimenti.  I  metalmeccanici di Pisa consultati si sono espressi in 2.879 per il sì  e  in 592 per il no, di cui alla Piaggio 234 i sì, 378 no, con un   partecipazione al voto decisamente bassa. Questo distacco ci preoccupa  molto di più del dissenso e volantini  farneticanti, come quello firmato  qualche giorno fa dalla maggioranza  delle Rsu Fiom Piaggio, non  aiutano il coinvolgimento dei lavoratori.  Ciò rappresenta una mancanza  di rispetto totale per l’assemblea  nazionale delle delegate e dei  delegati Fiom che a Cervia, con 506 voti a  favore, 1 contro e 7  astenuti, ha varato la piattaforma  e per tutte le  lavoratrici e i  lavoratori che l’hanno approvata. Persino la richiesta di rieleggere  ovunque le Rsu viene attaccata,  mentre i lavoratori della Fiat, che non  avranno più il contratto, non  potranno più neanche votare i propri  rappresentanti, e la Fiom non potrà  neppure nominarli, essendosi  sottratta al ricatto. A Mirafiori hanno  voluto dare un segnale a  Marchionne: 1.812 sì e 81 no sulla piattaforma.  Tutto il Gruppo Fiat  che è escluso dalla trattativa per il rinnovo del  Contratto, ha  sostenuto con il voto la battaglia della Fiom. Tutti complici del  “cedimento ai padroni” ?   E della “apertura di  compromesso sui diritti  fondamentali dei lavoratori” ? L’unica forza che abbiamo di fronte a un  attacco senza precedenti ai  diritti e alle condizioni di lavoro, è il  sostegno delle lavoratrici e  dei lavoratori, in un rapporto limpido e  trasparente, che faccia della  forza collettiva il nostro strumento di  risposta. Il dissenso è parte integrante delle regole democratiche, ma  nel  rispetto delle persone e delle lotte che si stanno portando  avanti.   Linguaggi che richiamano una logica del tradimento non  appartengono alla  nostra storia. Per questo intendiamo aprire in  Piaggio una fase di confronto e di  dialogo con gli iscritti e con le  lavoratrici e i lavoratori  interessati, che dia forza alle ragioni  della nostra organizzazione  sindacale, nella difesa degli interessi  delle lavoratrici e dei  lavoratori.