Piccoli Marchionne (e Bonanni) alla fincantieri di Palermo
Quest’oggi agli stabilimenti palermitani della Fincantieri gli operai hanno scioperato per due ore. Lo sciopero è stato proclamato in risposta al comportamento sconcertante, ma nient’affatto sorprendente, del management aziendale e dei sindacati gialli (CISL, UIL e UGL) sulla questione dei ‘turni estivi’.
Esiste (esisteva) una consuetudine inveterata nei cantieri di Palermo che vedeva ogni anno, con l’arrivo dell’estate, l’anticipo di alcune ore del turno 7:30-16:30. Questo avveniva per evitare, agli operai che non lavorano in officina, il caldo intenso dell’estate siciliana permettendo loro di lavorare in condizioni meno proibitive. Operare sulle lamiere arroventate dei mezzi nei bacini con temperature talvolta superiori ai quaranta gradi è disumano e pericoloso e fino ad ora l’anticipo del turno, e l’introduzione dunque del cosiddetto ‘turno estivo’ che permetteva di lavorare in ore più fresche, era un fatto pacifico e rinnovato di anno in anno.
Oggi, emulando malamente il già pessimo Marchionne, qualcosa è però cambiato nel comportamento della direzione. Di fronte alla richiesta, ormai (si pensava) di rito, di ripartire coi turni estivi la direzione ha opposto un diniego fintamente dialogante con la presentazione di una controproposta. Tale controproposta prevederebbe l’istituzione sì dei ‘turni estivi’ ma con lo spostamento a fine turno della pausa pranzo, gli operai si troverebbero così a lavorare ininterrottamente dalle sei del mattino alle due del pomeriggio, una situazione chiaramente intollerabile ed impraticabile data la durezza del lavoro operaio.
Di fronte allo sconcerto dei rappresentanti sindacali (che ha spinto l’RSU FIOM ad abbandonare il tavolo ed a lanciare lo sciopero) la proprietà ha tentato di rassicurare gli animi annunciando che tutto sarebbe comunque passato per un referendum. Peccato il referendum coinvolga, nelle intenzioni del management, anche gli impiegati che in passato non erano ovviamente (dal momento che lavorano al chiuso ed in ambienti climatizzati) toccati dalla questione ‘turni estivi’ e che, per come è congegnata la controproposta aziendale, hanno convenienza ad accettare il nuovo regime orario proposto. Questa manovra quantomeno spregiudicata è stata accolta supinamente da FIM e UILM che hanno ormai rinunciato anche a far finta di difendere i diritti dei lavoratori.
I richiami tra questa vicenda e tutta la storia che ha coinvolto FIAT ed il progetto Fabbrica Italia (il tema delle pause, l’uso capzioso del referendum, le complicità dei sindacati gialli) se non fossero inquietanti e se non si giocasse sulla vita degli operai sembrerebbero grotteschi scimmiottamenti dell’originale fino a far pensare che si debba trattare di una specie di scherzo malriuscito. Così, purtroppo, non è e d’altronde l’ammirazione a più riprese espressa da Bono (amministratore delegato Fincantieri) per la condotta di Marchionne fanno pensare possa trattarsi di qualcosa di più del capriccio del direttore dello stabilimento.
Gli operai non sono comunque rimasti in silenzio e dopo lo sciopero di stamane è prevista per domattina un’assemblea in cui si deciderà il da farsi.
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