Pisa. Occupata ex palestra in San Giusto contro la speculazione sui territori
Di seguito il programma della due giorni di iniziative e il comunicato dei quartieri in lotta
Sabato
ore 15.30 Merenda e giochi per bambini
ore 18.00 INIZIATIVA PUBBLICA: “Governo del territorio. Dalle speculazioni urbanistiche al modello Expo”
ore 20.00 Cena Popolare
ore 20.30 Proiezione del film “Le mani sulla città”
Domenica
ore 10.00 Mercato del Baratto
ore 13.00 Pranzo Popolare
ore 15.00 Merenda e giochi per bambini
Per tutta la due giorni sarà attivo lo Sportello dei DirittiLe abitanti e gli abitanti dei quartieri popolari invitano tutte e tutti a prendere parte all’iniziativa pubblica “Governo del territorio. Dalle speculazioni urbanistiche al modello Expo” che si terrà sabato 18 aprile alle ore 18:00 nel quartiere di San Giusto.
L’assemblea si terrà all’interno di una due giorni organizzata appositamente per mettere in discussione le modalità di pianificazione urbanistica dell’amministrazione pisana e porre con forza le rivendicazioni sociali che provengono da chi i territori li abita. L’adozione della variante urbanistica che interessa le aree dei quartieri di San Giusto e San Marco è l’occasione sulla quale vogliamo misurare un dibattito pubblico sul concetto di riqualificazione.
La variante al Regolamento Urbanistico prevista per i quartieri di San Marco e di San Giusto riguarda il recupero e la riqualificazione urbanistica dell’area dismessa delle ferrovie e del villaggio delle case popolari site in via Fra Mansueto. È l’ennesimo atto di un’amministrazione che continua, a suon di varianti, ad apportare modifiche sostanziali a grandi porzioni di territorio senza alcuna visione d’insieme dello sviluppo dell’intera area comunale. Sulla base di un Piano Strutturale vigente approvato ormai nel lontano 1998, superato sia nelle linee guida che negli obbiettivi individuati quasi venti anni fa, la pianificazione comunale va avanti a suon di varianti che stravolgono l’assetto del territorio in modo scomposto, non organico e sulla base di operazioni speculatorie. Non è una novità o un’invenzione da parte di pochi, che la continua necessità di “attrarre capitali” da portare in città è la linea guida principale di ogni scelta politica, sociale ed economica di questa Amministrazione. Sono gli amministratori stessi che nel presentare alla cittadinanza le scelte urbanistiche fatte, portano come continua motivazione quella di dover diventare “attraenti per gli investitori”, dimenticandosi sia dei bisogni di chi tutti i giorni vive o attraversa Pisa, sia semplicemente di quello che scelte basate sulle stesse priorità hanno prodotto come risultato finora e cioè quello che abbiamo sotto gli occhi ogni volta che vediamo le Torri di Bulgarella a Cisanello, il porto turistico di Marina o molti altri interventi invasivi incompleti.
Quello che emerge è l’ennesimo progetto che favorisce chi in questa città ha fatto della speculazione edilizia il proprio mestiere. L’idea della necessità di una città vetrina, fatta a misura per chi la visita da turista e non per chi vi vive, vi lavora o vi studia, si concretizza mediante interventi urbanistici come questo. La presenza di infrastrutture importanti, come l’aeroporto e la stazione ferroviaria, fanno di questi due quartieri una delle cosiddette “porte della città”, cioè uno dei primi luoghi che il flusso turistico incontra entrando a Pisa e che per questo ne deve rappresentare l’immagine. Sulla base di questo ragionamento l’amministrazione sceglie puntualmente di prediligere interventi che migliorino l’impatto che la città da ad un turista, piuttosto che trovare soluzioni reali per riqualificare i quartieri sulla base delle necessità degli abitanti.
Troviamo, quindi, necessaria una discussione pubblica per provare a mettere in campo una critica collettiva al meccanismo pianificatorio attuale, rintracciando quali siano le reali priorità per gli abitanti e declinando in termini effettivi cosa intendere come riqualificazione dei nostri quartieri.
La presenza di esponenti del collettivo milanese Off-Topic, da anni ormai in prima linea nella lotta alle trasformazione violente apportate nella città lombarda dall’Expo, ci permetterà di comprendere meglio come un modello di sviluppo urbano ed economico impostato sui “grandi episodi” (siano essi “grandi opere” o “grandi eventi”) non faccia altro che parte di quei meccanismi predatori delle risorse da attaccare e invertire, afffinchè la ricchezza sia distribuita equamente secondo le priorità sociali.
Ribadiamo l’invito a partecipare all’iniziativa e a prendere parola durante la discussione per dare, così, il proprio contributo all’elaborazione di una strategia d’azione collettiva, che si possa aggiungere alle lotte portate avanti fino ad aggi per il diritto ad una vita degna.
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