InfoAut
Immagine di copertina per il post

#freefive: No all’ estradizione dei 5 studenti attivisti

Questo il sito della campagna contro l’estradizione: http://free5.gr e questo l’hashtag twitter #free5.

FARE COME IN GRECIA!

Ecco qualche breve aggiornamento sulla campagna iniziata ad Atene contro gli arresti del primo maggio milanese. Il 12 mattina la polizia greca entra nelle case di 5 compagni greci, che oltre ad essere studenti, sono attivi all’interno dell’assemblea popolare di Aghia Paraskevi, una delle numerose assemblee di quartiere di Atene a cui partecipano persone di ogni tipo: giovani, vecchi, madri, migranti e nate in particolare nel periodo 2008/2012 gli anni della manifestazione più acuta della crisi dove diverse persone decisero di autorganizzarsi collettivamente per vivere meglio. Proprio grazie a questo percorso, poche ore dopo gli arresti, si assiste da parte di più di un centinaio di persone all’occupazione del municipio di Agia Paraskevi dove si tiene in seguito un’assemblea di solidali, famigliari ed avvocati per fare il punto della situazione decidendo come cominciare la campagna di solidarietà per la liberazione degli arrestati e ovviamente la non estradizione in Italia dove rischiano pene altissime, tenendo presente che il reato di devastazione e saccheggio non è previsto dal codice penale greco. Dopo l’assemblea pubblica un corteo numeroso ed eterogeneo si è fatto sentire per le strade del quartiere per poi tornare al municipio occupato. Il 13 mattina sotto la corte di appello di Atene centinaia di persone di sono ritrovate per esigere la non custodia e il non trasferimento per i 5 compagni e la cessazione immediata di ogni persecuzione legale nei loro confronti. Al seguito di questo i compagni sono stati scarcerati con l’obbligo di firma 3 volte a settimana e l’obbligo di non poter lasciare il paese fino al pronunciamento della corte sulla loro estradizione (tra 10-20 giorni si terrà questa corte). Questa è stata una prima vittoria significativa ma bisogna continuare ad andare avanti uniti finché tutti i compagni non saranno liberi sia in Grecia che in Italia.

Il primo maggio c’eravamo tutti.

Liberi tutti.

**

No all’estradizione dei 5 studenti attivisti!

 

Giovedi 12 novembre, giorno di sciopero generale, la polizia, accompagnata da un magistrato, ha fatto irruzione nelle case di cinque studenti di Aghia Paraskevi, arrestandoli come da richiesta dello stato italiano e dopo il mandato europeo di cattura emesso contro di loro. Lo stesso giorno, a Milano, la polizia italiana arresta cinque italiani accusati per lo stesso delitto. L’accusa, in sostanza, riguarda solo la loro partecipazione alla manifestazione No Expo di Milano, il 1° maggio 2015. Dalle autorità giudiziarie elleniche e in via indiretta dal governo greco viene richiesta l’estradizione dei cinque giovani per un processo in Italia, senza che sia ancora stato rinviato l’intero fascicolo d’inchiesta al consiglio della Corte d’Assise, che dovrà decidere se accogliere o meno la richiesta di estradizione. L’unico elemento accusatorio “rilasciato” è la vaga affermazione che sono stati visti partecipare a degli scontri, senza specificare né il chi lì ha visti né cosa sono stati visti fare. Questi “dettagli” sono lasciati alla discrezione e alla volontà politica dei magistrati della Corte d’Assise, per decidere se bastano a consolidare l’accusa o meno.

 

No Expo – Come dire ya basta!

Che cos’era allora questa manifestazione cui partecipavano i cinque studenti?

Nell’anno 2015 è toccato a Milano ospitare la fiera modiale Expo. Queste fiere sono esposizioni internazionali organizzate a tempi fissi e in città ogni volta diverse, per mostrare i prodotti e le meraviglie del capitalismo e fare business di ogni sorta. In poche parole è un altra delle ben note feste (chiamate Olimpiadi, Coppa del Mondo, Biennale ecc.) durante le quali lo champagne scorre in abbondanza, servita da servili e non pagati volontari, barzellette si raccontano tra peliccie e gioielli e le nuove condizioni di sfruttamento dei sudditi sono firmate con penne d’oro dalle elite mondiali capitalistiche. Per codesta festa è ovvio che non son mancate le mazzette e tangenti tra politici, mafiosi e grandi appaltatori, gli scandali e i bucchi neri ai bilanci, in parallelo con le infami condizioni del lavoro – spesso non pagato – prima e durante l’esposizione, la dislocazione di popolazioni impoverite fuori dalle borgate, le misure speciali di sicurezza ecc. Ma… verrà così tanta gente! Non possiamo permettere la miseria e lo sfruttamento del quotidiano che ci guasti le festività!

Non dimentichiamo che tutto questo spendere e spandere, con i milioni che volano a destra e manca, avviene proprio quanto il governo italiano approva misure di austerità e chiede ai poveri di tirare ancora di più la cinghia! Se tutto questo sa un pò di greco (Olimpiadi, crisi, memorandum) non è a caso: si chiama capitalismo mondiale… Contro tutta questa festa di svalutazione delle nostre vite, migliaia di persone da tutta Italia e da altri paesi avevano deciso di unire le loro voci e i loro sforzi in un collettivo “ya basta!”, basta con lo sfruttamento! Fu quindi indetta una manifestazione il giorno di inaugurazione dell’Expo, chamata “No Expo” e appoggiata dalla totalità dei movimenti e da una parte delle forze del lavoro, in concomitanza con la manifestazione del 1° maggio. Succede sempre, durante queste manifestazioni, che coesistano diverse logiche e pratiche componenti un multiforme movimento di resistenza sociale.

 

Ma che stavano a fare lì i 5 di Aghia Paraskevi?

12235080_511336415694120_6142983548304808376_nΙ cinque studenti accusati partecipano al movimento studentesco greco, sono attivi nelle assemblee del loro quartiere e hanno preso parte nelle numerose lotte sociali/operaie/di classe scoppiate nel paese negli ultimi anni. In altre parole, sono tra quelle migliaia di persone scese per le strade negli ultimi anni, in lotta per la dignità e la solidarietà sociale. Sono una goccia nell’oceano dei milioni di persone, organizzate o spontanee, che resistono allo sfruttamento e allo svalutarsi delle loro vite; alla violenza quotidiana del potere che arriva fino all’assassinio (i morti sul lavoro oppure le esecuzioni a freddo degli sbirri), in Grecia, Argentina, Tunisia, Egitto, Bosnia, Turchia, Messico, Brasile e altrove. Durante un soggiorno in Italia, per i cinque studenti, politicamente attivi, era naturale partecipare alla manifestazione contro i piani dei padroni. Il giorno dopo, durante un rastrellamento di massa, sono stati fermati davanti a un bar con la semplice scusa che uscivano da uno spazio sociale occupato. In seguito sono stati obbligati a dare le impronte diglitali e materiale genetico (DNA), senza la presenza di interpeti.

Quando quelli di sotto si svegliano, quelli di sopra tremano. Com’è ovvio, le resistenze generalizzate dei subalterni non lasciano indifferenti i meccanismi dello stato, anzi, fanno aumentare per loro la posta in gioco. L’attaco contro i diritti del lavoro e alle possibilità di una vita dignitosa si intensificano, cosicché aumenti lo sfruttamento e la paura e si limitino le possibilità di reagire. In poche parole ci vogliono obbligare a tenere la testa bassa, mendicare per le bricciole e dire pure grazie, per non avere né il tempo né la forza né l’energia di organizzare le nostre resistenze. Si preparano pure dal punto di vista della violenza di stato e della repressione, con le polizie nazionali che assomigliano sempre di più, nelle tattiche e negli armamenti, a degli eserciti. È lo stesso filo rosso che unisce l’assassinio di Grigoropoulos all’operato feroce dei MAT-Celerini, ai ΔΕΛΤΑ/ΔΙΑΣ – reparti motorizzati che speronano manifestanti a volontà e altri tipi di sbirri durante gli scioperi generali in Grecia. E altrove, con gli assassini nelle favelas di Brasile, i ghetti americani e i sobborghi francesi, l’assassinio di Carlo Giuliani a Genova nel 2001, senza contare i migranti morti nel Mediterrraneo, nei cosidetti “naufragi”. È sempre lo stesso cartello di avvertimento che lampeggia sopra le teste dei dannati di questa terra, quello che dice «State buoni, le vostre vite per noi non valgono nulla».

Il sistema, infine, prepara la repressione dal punto di vista giudiziario. Il Mandato di Cattura Europeo, del quale si avvale la magistratura italiana per chiedere l’estradizione dei 5 studenti, è entrato in vigore con la seconda legge antiterrorismo (2004). Le leggi antiterroristiche calpestano i diritti umani più elementari, come per esempio la mancanza in Italia di un certo termine di custodia cautelare. Se i 5 studenti vengano estradati, potranno passare 5 anni nelle carceri italiane, lontano dai loro cari, per poi magari essere prosciolti al processo, com’è assai probabile a giudicare dalle prove inesistenti che presentano gli inquirenti. La loro estradizione comportera l’isolamento totale, la rovina economica loro e delle loro famiglie oltre che l’impossibilità di difendersi (altra lingua, altro diritto). L’integrazione europea costruisce una Guantanamo generalizzata, vorrebbe tanto veder chiusi in gabbia tutte/i noi che riempivamo le strade e le piazze di Atene durante tutti questi anni per le lotte sociali, gli scioperi e le manifestazioni! È chiaro che l’unica accusa rivolta ai 5 studenti è quella di aver unito le loro voci con migliaia di altri a Milano e altrove, l’aver deciso di resistere alla sorte che hanno preparato per noi tutti i potenti di questo mondo! È altretanto chiaro che la nostra solidarietà alle persone che lottano non è negoziabile!

 

No all’ estradizione dei 5 studenti in lotta di Aghia Paraskevi !

Cessazione di ogni procedimento nei loro confronti !

Solidarietà ai 5 italiani accusati per lo stesso caso !

 

Martedì 24/11 Manifestazione all’ambasciata italiana h 18.00, Sekeri & Bas. Sofias

Sabato 28/11 Corteo Monastiraki 12.00, in occasione della giornata paneuropea di solidarietà agli arrestrati dell’ NoExpo

 

Assemblea di solidarietà ai 5 studenti in lotta

 

12243428_1504283239873479_6805361334749386040_n

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Bisognidi redazioneTag correlati:

atenefreefiveGreciano exporepressione

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Cambiamo davvero Quarticciolo!

Sabato 1 marzo un corteo popolare attraverserà il quartiere di Quarticciolo a Roma per ribadire l’importanza di difendere un’esperienza reale e dal basso che si contrappone all’abbandono e alla retorica delle istituzioni.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

MA NON SIETE STANCHI CHE VENGA RIPORTATA SOLO LA VOCE DELL’ACCUSA?

Pubblichiamo il comunicato delle famiglie dello Spazio popolare Neruda: MA NON SIETE STANCHI CHE VENGA RIPORTATA SOLO LA VOCE DELL’ACCUSA? Certamente sì: per questo, alla Signora Bulian, autrice del servizio di Quarta Repubblica andato in onda il 27/01,che ci ha posto questa domanda, abbiamo dato i nostri riferimenti per contribuire al suo lavoro. Questo nonostante […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Serbia: le proteste contro il governo costringono alle dimissioni il premier Vučević

Il 1° novembre scorso una pensilina della stazione ferroviaria di Novi Sad è crollata, provocando la morte di 15 persone.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Argentina: Famiglie allevatrici del nord neuquino: pilastri della sovranità alimentare, ostaggi di un’economia che li maltratta

In pochi luoghi del mondo si mantiene la transumanza, pratica ancestrale di produttori e animali che si spostano cambiando campi secondo il periodo dell’anno. I contadini del nord neuquino sono un emblema di questa vita e protagonisti della sovranità alimentare. Ma affrontano l’abbandono governativo, l’avanzata dei possidenti sulle terre e l’assenza di prezzi giusti.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Napoli: operai GLS, prima licenziati poi caricati e sgomberati dalla polizia. La conferenza stampa di denuncia

Conferenza stampa di denuncia da parte dei lavoratori GLS di Napoli sostenuti dal sindacato di classe Si Cobas, a seguito delle cariche e dello sgombero del presidio avvenute mercoledì ai danni del picchetto al magazzino GLS di Gianturco.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Lo chiamavano Tepepa, ti ricorderemo così

Ieri ci ha lasciato a 86 anni Tepepa, tra i più noti e longevi rapinatori di banche del torinese. Ennio Sinigallia, questo il suo vero nome, ha passato oltre metà della sua vita in carcere. Il suo ultimo arresto è avvenuto quando Tepepa era ormai ultraottantenne, una vera e propria vendetta nei confronti di uno […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Difendiamo Quarticciolo dal modello Caivano

Il 23 dicembre scorso il governo ha approvato un decreto che individua sei periferie in Italia in cui esportare il modello Caivano. Sono stati stanziati 180 milioni di euro in tre anni ed è previsto un commissario straordinario a cui è affidato il compito di individuare gli interventi strutturali necessari in determinati quartieri: sgomberi, polizia […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Addio a Gianfranco Manfredi, cantautore del ’77

Questa notte se ne è andato Gianfranco Manfredi cantautore, sceneggiatore e voce musicale del movimento del ’77. La sua “Ma chi ha detto che non c’è” ha interpretato lo spirito di quegli anni e rimane una delle canzoni fondamentali del canzoniere dei ribelli. Manfredi è stato anche un prolifico autore nel mondo del fumetto firmando […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

In ricordo di Franco Piperno: una voce che continua a risuonare

Oggi, 17 gennaio, alle ore 18, Radio Ciroma aprirà i suoi microfoni per un momento speciale, dedicato alla memoria di Franco Piperno, uno dei suoi fondatori e figura ispiratrice per generazioni. da Radio Ciroma Sarà una trasmissione intessuta di ricordi, testimonianze e contributi di chi ha avuto il privilegio di condividere un tratto del cammino […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Ciao Franco! Un ricordo di Claudio Dionesalvi

Lunedì notte se n’è andato Franco Piperno. Calabrese, militante, dirigente politico dell’autonomia, fondatore di Potere Operaio, esule, docente di fisica e amante tanto di ciò che si muove in terra quanto di quel che resta fisso in cielo. In diretta con il compagno Claudio Dionesalvi – un ricordo e qualche considerazione, alla luce della idee […]

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Diamo voce al dissenso

Ai più non è chiaro che oggi stiamo assistendo, sia in Italia sia in Europa, a una criminalizzazione del dissenso politico Riprendiamo l’articolo di osservatoriorepressione di Marco Sommariva*: La curatrice del libro Carcere ai ribell3, Nicoletta Salvi Ouazzene, è un’attivista del Comitato “Mamme in piazza per la libertà di dissenso”, nato nel 2016. Il Comitato nasce per iniziativa […]

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Processo Askatasuna: 88 anni richiesti perché lottare é reato

“Non è interesse della procura criminalizzare il dissenso”: si apre con questo paradosso prontamente ripreso dai giornali l’udienza di oggi sul processo per associazione a delinquere ai danni di compagni e compagne del centro sociale askatasuna, del movimento Notav e dello spazio popolare Neruda. Di seguito alcune considerazioni a caldo a cui seguiranno altri ragionamenti. […]

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Rivolta nel carcere di Cuneo

Da Radio Blackout: Nel pomeriggio di lunedì 11 novembre la quiete penitenziaria della Casa Circondariale Cerialdo di Cuneo è stata scossa da una rivolta improvvisa messa in atto, a quanto ci è dato sapere, dagli “ospiti” della sezione Nuovi Giunti del carcere del capoluogo. Data la odierna difficoltà di avere notizie sicure da dentro, quello […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Grecia: i portuali bloccano un container di munizioni per Israele

Decine di membri del sindacato greco dei lavoratori portuali PAME (Front Militant de Tous les Travailleurs) hanno bloccato il carico di un container di munizioni destinato a Israele per protestare contro la guerra a Gaza.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Attenti al lupo!

Il governo Meloni, coerentemente con i suoi proclami, introduce un disegno di legge che ha lasciato carta bianca alle fantasie dei Ministri Piantedosi, Nordio e Crosetto che prevede nuovi reati e pene più pesanti per chi, come la levata di scudi conclude, “protesta”. E viene immediatamente da chiedersi, sì, ma chi protesta?

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Messico: il sessennio “si chiude con repressione, sangue e sequestro dei popoli da parte dello stato”

“Il sessennio di Andrés Manuel López Obrador si chiude con repressione, sangue e sequestro da parte dello stato dei popoli che difendono il proprio territorio ed esercitano i propri diritti all’autodeterminazione, alla protesta, alla libertà d’espressione e ad un ambiente sano”

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Messico: due contadini morti e centinaia di feriti per la repressione sui difensori dell’acqua nel Veracruz.

Città del Messico / Almeno due contadini sono stati assassinati e centinaia di persone colpite dai poliziotti del Veracruz durante un’operazione per sgombrare il picchetto indefinito che il Movimento in Difesa dell’Acqua..

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Argentina: Il pubblico ministero accusa gli arrestati di “possibile sedizione contro l’ordine istituzionale” e sollecita la “prigione preventiva”

Oggi in una conferenza stampa la ministra della Sicurezza ha detto che “il colpo di stato moderno è il tentativo di rendere vano il funzionamento delle istituzioni democratiche”.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

A cosa servono le scorte? Un caso esemplare a Torino

Come sempre all’avanguardia, a Torino si è sperimentata negli anni un’ulteriore funzione importante della scorta, quella di volano per il sovradimensionamento, sul piano dell’ordine pubblico, dei fenomeni legati alla conflittualità sociale.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Fermiamoli ora: mobilitazione nazionale contro il nuovo disegno di legge sicurezza che criminalizza le lotte sociali

Inasprimento delle pene, da 2 a 7 anni,  per le occupazioni abitative ma anche per chi resiste allo sfratto e chi partecipa ai picchetti; pene draconiane da 7 a 20 anni per detenzione e diffusione di materiale che incita a impedire la realizzazione di opere ritenute strategiche; aumento delle pene per i reati di imbrattamento per colpire le pratiche di soggetti ambientalisti.