Quali fondamenti giuridici nei provvedimenti di arresto?
L’Amministrazione comunale e il comitato No Tav di Villarfocchiardo, nell’ambito delle iniziative de “Il Grande Cortile 2012”, hanno organizzato in pochi giorni una fondamentale e riuscitissima assemblea di approfondimento sugli arresti no tav, con Claudio Cancelli e Ugo Mattei. Mattei è un giurista di fama internazionale, docente di Diritto civile all’Università di Torino e di Diritto internazionale e comparato alla Università di San Francisco in California. Tutti lo conoscono per la vincente battaglia per l’acqua pubblica; recentemente ha pubblicato un libro sui “Beni Comuni”(ed.Laterza) e collabora regolarmente a “il manifesto”, una delle ultime voci libere rimaste a livello nazionale. La sala era gremita e più volte è stato interrotto dagli applausi. E’ partito ricordando la zia, Teresa Mattei, combattente partigiana, torturata dai nazisti nel 1944, ultima protagonista vivente dell’Assemblea Costituente. Ed è proprio lo spirito più autentico della Costituzione che il regime attuale, in un momento gravissimo di emergenza democratica, tenta di affossare, violando le fondamenta dello stato di diritto, sospendendo la Costituzione stessa con la militarizzazione del territorio, come avviene in Valle di Susa. Mattei ha citato le circostanze inquietanti con cui si è inaugurato l’anno accademico a Torino: l’università blindata per impedire il confronto, all’insegna del “non parlate al guidatore”; proprio l’università, luogo del sapere e del confronto, divenuta sede dell’unico modo di “pensare” dominante. L’autorità che si impone con la forza perde la sua autorevolezza. Dunque l’Università, come la RAI, come la Valle, dell’eroico popolo no tav – così ci ha definiti, sottolineando l’attrazione che esercitiamo su tutta l’Italia – devono essere difesi da tutti come beni comuni. Ha messo in guardia dalle parole che il regime sta impiegando rovesciandone il significato: la guerra, che viene chiamata missione di pace; il riformismo, che diventa, anziché graduale trasformazione in direzione dell’uguaglianza, smantellamento dello stato sociale; la categoria di bene comune, che adesso Bersani banalizza e vorrebbe rapire per farne lo slogan del suo prossimo programma elettorale, lui che con il PD persegue il più sfrenato attacco neoliberista…
Con forza Mattei ha denunciato l’utilizzo armato dello Stato a favore dei soggetti più forti del mercato; altro che separazione ed equilibrio dei poteri! Il rischio della deriva fascista è molto vicino: si impedisce qualsiasi voce che dissente e manifesta opposizione, il potere giudiziario viene messo al servizio dell’esecutivo, si tolgono soldi al Welfare per fare il Tav e costruire nuove carceri, si taglia sulle pensioni e sui servizi, si umiliano i lavoratori cancellandone i diritti sindacali. Gli arresti contro i Valsusini, e tutti quelli che si ribellano per difendere ambiente e dignità della persona, sono l’esemplificazione più chiara di un sistema penale utilizzato per impedire che le persone alzino la testa e si occupino di politica in senso alto (non la falsa politica dei giochi di palazzo); per questo la Valle di Susa fa paura al potere. Dietro a questa operazione, scattata a sei mesi dai fatti, ci sta l’ennesimo teorema, ci sta lo stravolgimento delle garanzie democratiche più elementari: dov’è il rischio della fuga, della reiterazione del reato, dell’inquinamento delle prove? Cosa significa l’accusa di “concorso morale” quando migliaia e migliaia di cittadini, come gli arrestati, né più ne meno, da più di venti anni, marciano con determinazione contro un’opera inutile, dannosa, pericolosissima per l’aggravamento del debito pubblico? Interessante è stata ancora l’analisi che Mattei ha svolto sulla “americanizzazione” della giustizia: il progressivo abbandono della ricerca della “verità oggettiva” a favore di un modello accusatorio che non verifica più le prove a discolpa. E’ quanto sta avvenendo: perché non si verificano i comportamenti delle forze dell’ordine, i candelotti sparati ad altezza d’uomo, le pietre scagliate dagli agenti, il pestaggio dei feriti, la distruzione dell’area archeologica con la ruspa, l’azione dissennata della “pinza” contro le barriere dei dimostranti e la loro stessa persona? Perché non si sa nulla degli incendi dei presidi di Brufolo e di Borgone? Perché non si riconoscono gli autori dei pestaggi della notte di Venaus o di Coldimosso nei confronti di pacifici dimostranti? E’ questa l’azione della giustizia a 360°?
Con questo “teorema” si va contro la verità e la prudenza, basi appunto della “giurisprudenza”; non ci si muove contro le illegalità macroscopiche dell’appalto alla CMC e alle ditte che già si sono distinte per i fiaschi dei cavalcavia, non si prendono in considerazione i contesti di una protesta sacrosanta che non viene ascoltata. Quando si degnerà Napolitano di rispondere alle madri valsusine e ai 135 docenti universitari – tra questi anche Mattei – che denunciano e argomentano l’inutilità della “grande” opera?
da: notav.info
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