Quando le parole se le porta via il vento
Ci spostiamo tutti quanti davanti alle porte principali del complesso lavorativo Piero della Francesca, alle nostre spalle lo striscione con lo slogan che ci sta contraddistinguendo “MARACHELLA DI NOME E DI FATTO, LO STIPENDIO NON È UNO SCHERZO!”.
Forte si respira il malcontento generale: chi non vede lo stipendio da marzo, chi da aprile, chi è deluso perchè lavora lì da anni, chi aspetta le adeguate copertura per la maternità che non arrivano, chi solleva dubbi sul fatto di aver ricevuto o meno i contributi.
Alle 11.00 in questo clima d’incazzatura generale più o meno sentita, ci dirigiamo verso gli uffici dove hanno organizzato una riunione con il capo del settore HR, che armata di una presunzione inverosimile (ritornano alcune frasi repressive del tipo “signorina perchè non la dirige lei un’azienda?” come a dire voi che non siete competenti e non sapete come si dirige un’azienda certe dinamiche non siete in grado di comprenderle: classica risposta di chi non sa cosa rispondere) ha rimandato le domande più corpose all’assemblea che avremmo affrontato un’ora dopo con Marco Maniezzi, dirigente del Marachella Gruppo e relative filiali.
Quanto tempo serve perchè gli animi si calmino e si diventi tutti più accondiscendenti? Quante parole occorrono e qual è il tono migliore per far credere a una folla di lavoratori ed ex lavoratori che non vedono soldi da quattro mesi, che si sono indebitati e che hanno dovuto rinunciare a questo misero posto di lavoro appunto perchè non venivano retribuiti, che si può ancora provare la strada del compromesso?
Un noto cantautore scriveva:
“Certo bisogna farne di strada da una ginnastica d’obbedienza fino ad un gesto molto più umano che ti dia il senso della violenza però bisogna farne altrettanta per diventare così coglioni da non riuscire più a capire che non ci sono poteri buoni”. A noi è bastata un’ora. Perchè purtroppo siamo persone civili, corrette e disposte al dialogo, questo è il nostro reale peccato.
La soluzione proposta è non di meno sconcertante: il 2 luglio partiranno i bonifici degli stipendi di marzo, dopo 15 giorni arriverà il 50% della retribuzione di aprile e di 15 giorni in 15 giorni arriverà il resto sempre frazionato al 50% (ergo, chi ha continuato a lavorare fino a giugno vedrà il totale del suo salario a ottobre).
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