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Raggi gira la ruota

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Roma – Pubblichiamo il commento dei Movimenti per il diritto all’abitare sul rimpasto della giunta al Comune di Roma, che in modo particolare riguarda gli assessori che si occupano di questioni sociali. 

E sono 16 gli assessori rimossi, avvicendati, sfiduciati dell’era 5 Stelle al Campidoglio. Con la consueta leggerezza d’animo, Virginia Raggi dà l’annuncio di new entry in giunta e di defenestrazioni più o meno comprensibili. Il problema è che due di questi allontanamenti riguardano i temi del sociale, dell’abitare e del patrimonio pubblico, e avvengono a due mesi dallo sgombero degli occupanti di via Cardinal Capranica e con lo sgombero imminente di via del Caravaggio sul tavolo della Prefettura di Roma. Per non parlare della dismissione in corso del patrimonio immobiliare e della situazione disastrosa degli alloggi popolari di proprietà del Comune.
A che gioco sta giocando la sindaca? Forse sarebbe il caso di dire con maggiore chiarezza quale strategia politica ci sia dietro questi girotondi in giunta, oppure riconoscere la propria incapacità ad assumersi le responsabilità necessarie e presentare le proprie dimissioni. Le accetteremmo per manifesta inettitudine, proprio su questioni che stanno producendo profonde ferite in città. Basti pensare alle bambine e ai bambini di Cardinal Capranica, prima traumatizzati dall’assedio e dallo sgombero con centinaia di agenti e decine di blindati, e poi umiliati dalla negazione del loro diritto all’istruzione, alla serenità, a coltivare le amicizie, alla continuità territoriale, ad avere una casa. Cosa ben diversa dall’usufruire di un costoso (ed inefficiente) pulmino e di un posto in centri di accoglienza fatiscenti e lontanissimi dal territorio.
Tutto questo accade perché insieme ai loro genitori, come alle altre persone sgomberate negli scorsi anni (Via Quintavalle, Piazza Indipendenza, via Costi, via di Scorticabove, Ex Penicillina, solo per citarne alcuni), sono finiti nel tritacarne della ‘fragilità sociale’: costosi ed inefficaci servizi in emergenza per pochi concessi come elemosina, ma diritti costantemente negati. Quelli, ad oggi, sono stati garantiti solo dalla solidarietà delle reti cittadine e delle occupazioni abitative che qualcuno vorrebbe sgomberare senza soluzioni per ‘ripristinare la legalità’.
Ci chiediamo dunque chi seguirà le vicende tutt’altro che definite, successive allo sgombero consumatosi con una grande prova muscolare della Questura di Roma e del prefetto Basilone. Chi è arrivato ora, la Vivarelli, avrà la stessa visione della Castiglione? E la Mammì seguirà la linea della Baldassarre?
Le abbiamo già viste all’opera la Vivarelli e la Mammì, e non possiamo dire di averle notate per risolutezza e velocità nell’agire. Siamo ancora in attesa di vedere attuati gli strumenti a disposizione del Regolamento sugli stabili sottratti alla criminalità approvato nel 2018, che peraltro prevede l’emergenza abitativa come priorità nell’utilizzo dei beni sequestrati. Così come abbiamo tristemente registrato, in occasione dello sgombero di via Quintavalle a Cinecittà, la poca disponibilità della neo nominata assessora alle Politiche sociali ad affrontare con la dovuta attenzione prima il distacco dell’energia elettrica, e poi lo sgombero dell’intero stabile occupato. E quanta scarsa rilevanza abbia dato al destino dei nuclei sgomberati e dei minori coinvolti.
Due biglietti da visita decisamente poco edificanti.
Ora sia Vivarelli che Mammì dovranno sedersi al tavolo in Prefettura e portare le soluzioni richieste a chi le ha precedute. Temiamo che ci possano arrivare disarmate e di conseguenza accelerare di fatto le procedure di sgombero già attivate su via del Caravaggio. Una probabile insipienza che diverrà letale per centinaia di persone e decine di minori. Ricordiamo che nel solo stabile di via del Caravaggio abitano 127 famiglie con 71 minori. Uno sgombero, peraltro, destinato solo a favorire gli interessi della proprietaria, la palazzinara Angiola Armellini, che è incredibilmente riuscita a richiedere un risarcimento di 23 milioni di euro per ‘mancato sgombero’, pur avendo evaso il fisco e le tasse locali su 1243 appartamenti per la modica cifra di 2 miliardi e 100 milioni di euro dal 2003 al 2014, sanati con solo 50 milioni di euro. Si continueranno a proporre bonus casa e pulmini per risolvere le conseguenze dello sgombero? O magari si collocheranno gli sgomberati negli stessi appartamenti messi a disposizione del Comune da Angiola Armellini per il bando SASSAT?
Altre domande sono semplici quanto pressanti. Perché la Raggi non ha fatto questi avvicendamenti prima del 16 luglio, evitando così lo sgombero a Primavalle e risparmiando migliaia di euro che ora stanno andando a strutture già coinvolte nell’affare Mafia Capitale? Perché il punto fermo non è stato messo quando si era alle prese con uno stabile di proprietà pubblica? Riteniamo che la scelta sia voluta, e che il purismo identitario espresso con le nuove nomine serva a proseguire senza indugi sulla strada degli sgomberi, forse per dimostrare ad una Regione che resta a guardare e al popolo di Roma che il vero partito della legalità è il Movimento 5 Stelle, e che la discontinuità prospettata da Zingaretti e Di Maio non li riguarda.
Ci aspettiamo un ottobre molto caldo a Roma e le responsabilità cominciano ad essere più chiare. Le vogliamo evidenziare affinché non si ripeta la solita solfa sul ruolo dei movimenti nel non consentire di mandare in porto le ‘soluzioni’ proposte. Dopo Cardinal Capranica, e tutti gli sgomberi che l’hanno preceduta, il re (o la regina) è nudo, e un pezzo di città non è disponibile ad accettare né le briciole del pane, né presunte brioches. O decide di rivestirsi e di affrontare le questioni sociali in maniera seria o sarà del tutto naturale spodestare chi si è barricato sul trono di Palazzo Senatorio, con ogni mezzo necessario.
Ci vediamo in città!

Movimento per il diritto all’abitare

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