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Ricostruzione?

Se si presta udito alle dichiarazioni di politici locali e non, saltano fuori soldi da ogni parte ma a oggi neanche un segno tangibile della loro presenza, se non i primi “ bruciati” in pochi attimi per sostenere le spese dell’ operato dei vigili del fuoco e della protezione civile. In sintesi tante belle parole e ancora pochi fatti. Ci hanno raccontato di come alcuni centri della bassa stiano tornando alla normalità, senza citare in maniera clamorosa tutti quei paesini, ma anche altri centri più colpiti, dimenticati da tutti e supportati solo dalla volontà di persone che in maniera autonoma hanno scavalcato l’apparato istituzionale dell’emergenza.

Pochi fatti ma che volutamente fanno apparire come se facessero parte di un lavoro intenso, grazie ai racconti di come alcuni centri della bassa stiano tornando alla normalità, dimenticando in maniera clamorosa tutti quei paesini, ma anche altri centri più colpiti, supportati dalla sola volontà delle persone che in maniera autonoma scavalcano l’apparato istituzionale dell’emergenza e raggiungono questi centri per dare una mano.

Non è un caso che le tendopoli autogestite tentino  di darsi un organizzazione e tenersi in rapporti confrontandosi in assemblee settimanali per fare il punto della situazione, o come nelle varie città ci siano timidi tentativi di costituire dei comitati popolari  per cominciare a mettere sotto pressione le istituzioni affinché sia data un’accelerata alla ricostruzione.

In data 29 luglio ufficialmente cessa lo stato di emergenza, e risposte al momento  non ce ne sono, ma aumentano le voci sempre più insistenti riguardo allo sgombero delle tendopoli autogestite per destinare gli sfollati con case inagibili nelle tendopoli della protezione civile e costringendo chi, sulla carta ha la casa agibile a tornare nelle stesse mentre per gli altri con pochi danni si pensa a una grande tendopoli autogestita. Questo è lo scenario che si prospetta nelle prossime settimane.

Ma l’autunno, anche se questo caldo non lo fa sentire, è alle porte e la sensazione è che non si siano trovate soluzioni concrete.

Secondo il commissario straordinario sull’emergenza terremoto, Vasco Errani ( presidente della regione Emilia-Romagna), rinviato a giudizio per falso ideologico per la vicenda “terre emerse”, nella quale avrebbe favorito il fratello all’epoca dei fatti presidente della coop Terremerse,   si stanno facendo tutti gli sforzi possibili, riportiamo le sue dichiarazioni riprese da un giornale locale di Modena:

«Dal Governo vedo la dovuta sollecitudine. L’obiettivo è che già agli inizi del 2013 possa esserci la liquidità necessaria per iniziare la ricostruzione». «Non faremo mai le new-town, vogliamo ricostruire subito i nostri centri storici». Ripete poi di essere contrario alla no tax area e fissa scadenze: chiudere i campi entro l’autunno. Inoltre, «se l’emendamento con i sei miliardi viene approvato i conti nelle banche per i lavori la gente potrà aprirli dal primo gennaio 2013». Ma c’è qualcosa che inizia subito. «Abbiamo dato priorità alle scuole, lunedì ci sarà il bando per iniziare a ricostruirle». Ma a molti cittadini forse quello che preme di più è la questione casa. «Sullo sfitto e l’invenduto ci stiamo muovendo con i proprietari e come ultima possibilità è sì contemplata la requisizione degli alloggi per causa di forza maggiore ma è una opzione che né io né i sindaci ci auguriamo».

Mercoledì prossimo ci sarà un breafing coi primi cittadini dove saranno spiegate nel dettaglio le procedure. «Ci sono tutti gli elementi per dire che il nostro obiettivo, che era quello di non separare la fase dell’emergenza da quella della ricostruzione è alla nostra portata».

Una serie di nuove promesse che sanno benissimo di non essere in grado di sostenere. Soprattutto si evidenzia già dalle sue dichiarazioni come le ricostruzioni partiranno dal 2013, nonostante ci siano i primi timidi si allo sblocco di un fondo di 6 miliardi di euro per la costruzione, lasciando presagire a un autunno-inverno particolarmente intenso per le popolazioni della Bassa! Noi crediamo invece che sarà un autunno caldo per le istituzioni locali e nazionali.

Una piccola parentesi su quest’ultimi; ancora una volta senza fare troppe analisi in merito, anche davanti a calamità naturali ed eventi catastrofici come i terremoti, non riescono a trovare la quadra nei palazzi del potere per stanziare e come stanziare i soldi e incentivi per la ricostruzione, pensando solo ai propri interessi e a come arrivare con meno danno possibile alle prossime elezioni politiche.

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