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Russia. Fermare Kronospan a tutti i costi

Gli abitanti delle cittadine di Shashka e Dorogino della Repubblica del Baškortostan (Russia) hanno dato vita a un presidio permanente davanti al sito di costruzione della nuova fabbrica di Kronospan. Kronospan è un’azienda austriaca che si occupa di fabbricati di legno come il laminato, carta da parati e pannelli di vario genere.

Dal 31 luglio va avanti la mobilitazione degli abitanti che sono interessati dalla costruzione di questa fabbrica: in particolar modo la cittadina di Dorogino che si trova a 300 metri dal sito. La popolazione è scesa in piazza per denunciare come le amministrazioni locali abbiano concesso l’affitto dei terreni per i prossimi 49 anni senza rispettare le norme generali e senza consultare gli abitanti delle cittadine adiacenti, oltre al fatto che non è stato presentato nessun progetto esecutivo. Al di là di ciò, la fabbrica rappresenta un enorme minaccia per le condizioni ambientali della zona e la salute dei cittadini, i quali fanno notare che i materiali di scarto della produzione sono l’agente scatenante di diverse allergie e malattie delle vie respiratorie. Il 5 agosto si è svolta una manifestazione intorno al sito della fabbrica che ha visto la partecipazione di quasi 3 mila persone, le quali, alla fine della manifestazione, hanno installato un presidio permanente con le tende per monitorare i lavori. Mihail Davydov, presidente della regione Ufimskij, si è presentato sul luogo per tentare di sedare la protesta ma poco dopo è dovuto letteralmente scappare, non essendo in grado di rispondere alle legittime domande degli abitanti.

I rappresentanti di Kronospan hanno invitato una delegazione degli abitanti a visitare un altro stabilimento già presente sul territorio russo nella città di Egorievsk per conoscere i processi dell’ultima generazione che sarebbero stati adottati per salvaguardare l’ambiente. Il 9 agosto una delegazione di 22 persone si è recata a Egorievsk e un attivista ha raccontato che al momento della visita la fabbrica era tirata a lucido, c’era un solo camion con dei carichi modesti ed era attivo solo uno scarico di gas.  Totalmente diverso è stato lo scenario riportato dagli attivisti presenti sul luogo prima dell’orario della visita: erano attivi tutti gli scarichi dai quali usciva un fumo nero che rendeva l’aria irrespirabile, sul retro della fabbrica, sulla riva del fiume, erano ammassati residui di truciolo con diverse polveri e residui di colla e l’acqua del ruscello era nera. Gli abitanti del posto hanno raccontato come negli ultimi anni l’indice delle malattie respiratorie e delle allergie sia incrementato in maniera notevole, soprattutto per quanto riguarda i bambini e hanno raccomandato ai visitatori di fermare i lavori della fabbrica.

Durante il weekend scorso, gli abitanti si sono di nuovo avvicinati al cantiere; sui cancelli era esposto un cartello che annunciava l’arresto dei lavori, ma una volta entrati dentro, gli attivisti hanno scoperto che le attività procedevano con una velocità doppia rispetto al solito. Da qui è nata immediatamente la volontà di fermare i lavori a tutti i costi: le persone hanno bloccato gli escavatori e gli altri macchinari parandosi davanti ad essi. Dopo qualche ora, i manifestanti sono rientrati al presidio, riunendosi in un’assemblea per definire la progettualità e le strategie da adottare. Nel frattempo, il presidio va avanti per monitorare gli spostamenti dentro il cantiere.

Per molti la storia degli abitanti di Shashka e Dorogino è un déjà-vu: in qualche modo tutto il mondo è paese. Ma come ben si sa, solo la resistenza costruita dal basso è in grado di opporsi allo scempio di un territorio, solo la resistenza degli abitanti può bloccare i meccanismi di sfruttamento messi in atto da governi, amministrazioni locali e varie aziende che non vedono l’ora di arricchirsi sulle vite altrui.

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