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SCIOPERO ALLA GLS: oltre il salario: dignità, coscienza ed organizzazione

Mercoledì 19 febbraio gli operai dei Centri di smistamento GLS di Piacenza, Bologna, Padova e Verona hanno attuato un sciopero che dalle ore 22:00 si è protratto per circa 5 ore in appoggio ai loro compagni di lavoro e di sindacato che operano nel settore delle consegne delle spedizioni nella zona di Roma e Verona.

Centinaia di  lavoratori, organizzati e coordinati dalle nostre strutture a livello nazionale, hanno ritenuto loro dovere scioperare non per ottenere qualcosa di immediato per loro, ma per difendere degli altri operai, distanti centinaia di chilometri e mai visti in faccia, messi sotto attacco dal padrone.

A Castel di Leva (RM)  era in atto un tentativo da parte del franchising GLS, la DFS TRASPORTI, e della “cooperativa” 3 ASSI (consorzio MT TRASPORTI) di buttare fuori dal magazzino i lavoratori nostri associati.

Già a dicembre scorso i lavoratori avevano respinto il tentativo della cooperativa di effettuare tre trasferimenti punitivi per colpire il sindacato; dopo due incontri fatti prima di natale con il SI.COBAS, aveva comunicato tramite avvocato la decisione di rompere il tavolo, approfittando della pausa natalizia per porre in essere un piano per licenziare tutti gli iscritti.

La risposta dei corrieri e’ ovviamente lo sciopero: si interrompe il lavoro per i turni di giovedì 13 e venerdì 14 febbraio. Lo sciopero impatta pesantemente sulla “produzione” nonostante l’azienda sostituisca i 20 lavoratori in sciopero con circa 28 nuovi autisti che non appartengono a quell’appalto. Ritenendo per il momento sufficiente questo primo segnale, i lavoratori comunicano all’azienda che lo sciopero e’ sospeso e che lunedì rientreranno regolarmente al lavoro. A questo punto l’azienda comunica che tutti quelli che hanno scioperato non devono rientrare in magazzino. Da lunedì’ sono in ferie obbligate, evidentemente in vista di un loro imminente licenziamento attraverso un provvidenziale cambio di appalto (in realtà mai avvenuto),

A Verona, invece, era in atto il tentativo di trasferire circa 15 lavoratori, tra autisti e magazzinieri, entro il 1 marzo , al nuovo magazzino GLS di Cera (a 60 km di distanza) sito nella bassa veronese. Ciò accadeva proprio durante la trattativa per l’applicazione della piattaforma nazionale Cobas  (malattia e infortunio al 100% , già riconosciuti, diaria mensa, applicazione degli istituti al 100% sulla base delle 168 ore contrattuali) con la ferma opposizione dei lavoratori.

Al blocco totale dei magazzini di Piacenza, Bologna, Padova e Verona di mercoledì 19/02 si è unita alle ore 24:00 la mobilitazione dei lavoratori in lotta a Castel di Leva, appoggiati dai solidali che sostengono il movimento dei lavoratori della logistica, che hanno deciso di concentrarsi presso il centro di smistamento GLS di Fiano Romano mostrando un coraggio e una determinazione (niente affatto scontati dato anche che il cobas è appena nato) ad estendere della lotta. Alle ore 06:00 del 20/2 a Verona i lavoratori minacciati di essere trasferiti hanno scioperato per due ore.

Lo sciopero e la mobilitazione combinata a livello nazionale per contrastare licenziamenti e trasferimenti non è stata una semplice manifestazione di generica solidarietà ma l’espressione più autentica di una forza ed una consapevolezza operaia che sta iniziando a superare il limite della mera lotta rivendicativa per salari e condizioni lavorative dignitose arrivando a diventare una vera solidarietà di classe.

La lotta e l’unità che si è espressa in questa giornata ha combinato forza, coscienza ed organizzazione tale da far azzerare nel giro di qualche ora questo tentativo di indebolire il processo di organizzazione sindacale e di lotta dei lavoratori del movimento della logistica ottenendo il rientro dei lavoratori di Castel di Leva (a partire da lunedì prossimo), con il riconoscimento del sindacato, della RSA e del tavolo dove si discuterà la piattaforma a suo tempo presentata dal SI.COBAS, e la revoca dei trasferimenti dei lavoratori di Verona, associati al ADL.COBAS, che potrà avvenire solo su base volontaria, e la prosecuzione della    trattativa sulla piattaforma nazionale.

Mentre dal nuovo governo Renzi ci arriva un “pacco” chiamato Giuliano Poletti (nominato ministro del Lavoro e delle Politiche sociali), dal 2002 alla guida di Legacoop e dal 2013  di Adc (alleanza nata tra cooperative rosse e bianche), gli operai che conoscono il sistema della “cooperazione” e della “mutualità” del super sfruttamento continuano a lottare ed organizzarsi.

Le operazioni di Legacoop nel 2005, con il tentativo di scalata a Bnl tramite Unipol, e del  2011 con la creazione di una cordata italiana capeggiata da Granarolo che ha conteso ai francesi di Lactalis il takeover su Parmalat, sta lì a dimostrare che gli ingenti capitali che questi loschi personaggi gestiscono sono il frutto di un’accumulazione considerevole dove il mutualismo maschera in realtà precarizzazione, sfruttamento selvaggio ed evasione fiscale, come dimostra anche la vertenza Granarolo in corso a Bologna, e disumanità bestiale, come dimostra la vicenda del CIE di Lampedusa dove operano le cooperative socie di Lampedusa Accoglienza (affiliata a Legacoop).

L’alternativa si costruisce con la scesa in campo autonoma ed indipendente dei lavoratori che prendono in mano le sorti delle loro vite e si organizzano nella battaglia.

Avanti nel processo di lotta e di organizzazione.

Dagli operai della GLS un segnale entusiasmante che ci indica in quale direzione dobbiamo andare:  SIAMO UNITI!

 

Sindacato Intercategoriale COBAS

Associazione dei diritti dei Lavoratori COBAS

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