SDA, centinaia ieri in corteo a Bologna e scatta lo sciopero! (aggiornamenti)
00:00 – Intorno alla mezzanotte, dopo una assemblea, i facchini dell’ SDA di Carpiano sono entrati in sciopero in solidarietà con quelli dell’ SDA di Sala Bolognese.
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Nella mattinata di ieri 300 tra facchini del bolognese organizzati nel Si.Cobas, studenti di Cua e Cas, occupanti di case di Social Log e altri solidali si sono ritrovati in Piazza verdi per dare vita a un corteo militante, che portasse in città la lotta protrattasi davanti ai cancelli (e non solo) e le ragioni degli operai SDA contro gli esuberi e la ristrutturazione all’interno di Poste Italiane.
Una lotta che, come riportato alcuni giorni fa, ha visto un alternarsi di momenti di blocco – come quello determinatissimo di venerdì – a una lunga serie di trattative.
Da parte padronale, in primis il direttivo dell’ SDA, si sta facendo melina con le trattative, garantendo inizialmente il rispetto degli accordi, per poi riuscire a rimangiarseli puntualmente con tutta la voglia di disinnescare la conflittualità dei facchini organizzati nel SiCobas, e quindi farli in qualche modo desistere, non riuscendovi affatto però.
E’ partendo da questa premessa che il corteo di ieri ha avuto luogo, dandosi appuntamento nella piazza ormai storica delle lotte e della socialità universitaria (la stessa che il Maggio di due anni fa veniva liberata da un dispositivo poliziesco asfissiante grazie alla spinta dei collettivi) per arrivare proprio sotto la Prefettura, laddove era fissato un tavolo alla presenza di Prefetto, cooperative in appalto all’ SDA e i delegati SI.Cobas.
Non è stato casuale il saluto iniziale dei facchini rivolto a chi in questo momento, proprio per aver lottato per la liberazione di Piazza verdi, si ritrova ancora in restrizioni, a ribadire il legame di solidarietà che si è forgiato a partire da lotte concrete. Così, non sono stati nemmeno casuali gli interventi di complicità e vicinanza espressi dagli occupanti di case di Social Log, che nel loro percorso di lotta e riappropriazione quotidiana hanno conosciuto e sono entrati in relazione virtuosa con il mondo della logistica che vuole vedere conquistare i propri diritti.
Il corteo, vivace, e rumoroso è passato sotto la sede della CGIL,ha bloccato le vie centrali della città, per poi giungere sotto la Prefettura, presidiata dalla celere, al grido di “noi vogliamo i nostri diritti!”..
Sempre all’esterno della Prefettura, c’era al contempo la parte finale del presidio dei lavoratori di Poste Italiane organizzati nella CIGL che, in assenza dei dirigenti, hanno applaudito l’arrivo del corteo. Un segnale da non sottovalutare dal momento che anche questa componente di lavoratori non si sente di fatto in alcun modo garantita per il futuro all’ interno del mega-progetto di ristrutturazione che li tocca direttamente.
All’interno del Palazzo di Governo la trattativa iniziava, e si protraeva per circa quattro ore non portando a un nulla sostanziale di fatto, segno che ancora una volta la lotta trasla da un piano sindacale a quello della legittimità politica, e che dai piani alti (anche ministeriali) si vuole minare la forza della conflittualità operaia per poter accelerare i passaggi di ristrutturazione di Poste Italiane.
Già dalle sei del pomeriggio, dopo il dietrofront nella trattativa, si è tornati allo sciopero all’ SDA di Sala Bolognese.
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