InfoAut
Immagine di copertina per il post

Sgomberi al Quarticciolo. In borgata nessuna persona resta sola.

Ieri mattina 3 famiglie della borgata sono state sgomberate da ATER e dalla Prefettura di Roma. Una ragazza incinta, una donna sola con due figli, persone in attesa di una casa popolare da decenni. Persone che abitano in quelle case dal 2002. Persone che pagano la colpa di non potersi permettere una casa.

Non veniteci a parlare di abusivismo, quando vedremo i blindati e le camionette chiudere gli airbnb abusivi in ogni cantina del centro storico potremo ascoltarvi. Fino a quel momento rimaniamo convinti che il motivo per cui siamo puniti è perché abitiamo nel lato sbagliato della città. 

Reparti celere, cariche e intimidazioni. 20 giorni di prognosi per le violenze subite dentro uno degli appartamenti da una delle donne sgomberate. I sanitari sfondati a martellate, gli ingressi chiusi con lastre di alluminio, perché non ci sia neanche il dubbio che queste case saranno assegnate. Resteranno vuote, fino a che qualcuno stanco di dormire in macchina o di abitare in 8 in 40 metri quadri non troverà il coraggio e gli attrezzi giusti per tornare ad abitarle.

Uno sgombero anticipato da un servizio televisivo, da un’incursione di Don Coluccia, quello che si fa chiamare prete anti spaccio e che si rivela per quello che è: un fomentatore di sgomberi e di arresti. Un’operazione della prefettura che colpisce un intero palazzo mischiando l’emergenza abitativa e la criminalità, scegliendo il metodo mafioso dell’intimidazione e della punizione collettiva. 

Così chi abita a Quarticciolo è punito 3 volte: deve vivere nel deserto creato dalle amministrazioni in cui l’unica cosa che prospera è lo spaccio, deve subire le incursioni di Brumotti e don Coluccia schivando le inquadrature delle telecamere per non doversi vergognare a lavoro o a scuola, deve subire la violenza della polizia nelle retate e durante gli sgomberi. Colpevoli di abitare nel quartiere sbagliato, un quartiere di serie b.

Dopo la violenza della polizia cosa rimane? Tre appartamenti sfondati, i giorni di prognosi e tre “nuovi abusivi”. Le famiglie messe in mezzo alla strada sta mattina hanno trovato già un’altra casa in quartiere. In questo assurdo gioco dell’oca, si inizia un altro giro esattamente come stavamo 24 ore fa, le case vuote sono troppe, la Regione e l’ATER non offrono soluzioni e le persone per mettere un tetto sopra la testa ai loro figli sono disposte a tutto. 

Fa sorridere che chiamano questa mobilitazione di reparti celere per costringere gli occupanti a spostarsi da casa loro a un alloggio messo peggio “ordine pubblico”. 

Eppure le soluzioni ci sarebbero. Non sulla luna o nell’iperuranio, si potrebbe partire da qui. Dai nostri lotti. Non diciamo neanche che si potrebbe lavorare come in quasi tutte le città del mondo, sul recupero del patrimonio immobiliare invenduto. Lasciamo perdere migliaia di alloggi degli enti previdenziali disponibili a Roma che potrebbero essere facilmente convertiti ad Edilizia Residenziale Pubblica. Si potrebbe partire da assegnare le case vuote del quartiere e dal finire le palazzine di via Ugento.

Fondi stanziati dal 2012, progetti che hanno trovato posto nel piano nuovi alloggi del 2017, immobili liberati nel 2020. È il 2024 e ancora non si sa quando e se torneranno ad essere case. Non risolverebbero il problema, ma sarebbe almeno un inizio.

L’altro ieri abbiamo fatto un corteo di quartiere per dire che le palazzine di via Ugento come la piscina di via Trani o l’asilo di via Molfetta devono riaprire. Per dire che il consultorio e la scuola Pirotta non devono chiudere. Ieri ci hanno risposto così: cariche e violenza, l’unico linguaggio che conoscono per parlare nei quartieri popolari.

Non siamo gente che fa proclami, lasciamo le minacce ai funzionari della Questura intervenuti stamattina, diciamo solo che non siamo disposti a girarci dall’altra parte: spalla a spalla, fianco a fianco, affronteremo anche questa violenza. Come questa mattina, come ogni giorno.

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Bisognidi redazioneTag correlati:

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Bisogni

I privati all’assalto della sanità (con l’appoggio del Governo)

Lo scorso 8 luglio Mediobanca ha dato notizia dell’aggiornamento del suo Report 2024 sui maggiori operatori sanitari privati in Italia (con fatturato superiore a 100 milioni) nel 2023.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Francia: Lecornu s’est mazziat

500 000 persone in tutta la Francia contro Macron e la sua politica a due giorni dalla caduta del Primo Ministro francese Bayrou, record per il neo incaricato Sébastien Lecornu, contestato al suo secondo giorno di mandato.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Francia: il 10 settembre blocchiamo tutto, atteso il voto di fiducia per Bayrou

Da circa un mese sui social e sui siti di movimento, ma non solo, è iniziato a girare un appello per una giornata di mobilitazione e di blocco per il 10 settembre. In questa giornata infatti, in tutto l’esagono si terranno iniziative, manifestazioni, blocchi stradali per cacciare Macron e il primo Ministro francese François Bayrou.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Quarticciolo: 26 e 27 settembre “Alza la voce, alza la testa!” Due giorni di festival per un cambiamento radicale

A Quarticciolo il 26 e il 27 settembre si terrà una due giorni di festival per un “cambiamento radicale”, ancora una volta la realtà romana alza la voce e alza la testa per portare i propri contenuti, le proprie istanze di lotta per una vita dignitosa, per un quartiere sicuro. A partire da questi temi […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Lotte operaie: sabato 6 settembre manifestazione SUDD Cobas a Forlì contro caporalato e sfruttamento

Non si placano le proteste dei lavoratori della filiera Gruppo 8 a Forlì e a Cesena. L’azienda vuole delocalizzare gli stabilimenti romagnoli, dai quali escono prodotti di lusso brandizzati Made in Italy.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Bologna: cariche della polizia contro il picchetto antisfratto a difesa di una famiglia con minori

Manganellate di polizia contro attiviste e attivisti di Plat – Piattaforma di intervento sociale, stamane in occasione di un picchetto antisfratto in via Cherubini a Bologna.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Sullo sgombero del Leoncavallo

I “centri sociali” sono luoghi dove persone giovani e meno giovani si riprendono il senso dell’esistenza, si riprendono i loro desideri, non sono (o non dovrebbero essere) ambiti in cui una generazione ripiegata su se stessa cerca consolazione alle proprie sfighe.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Calabria: vincere la rassegnazione. Costruire l’alternativa

La Calabria si avvicina a una nuova tornata elettorale e ciò che emerge, senza troppi giri di parole, è l’ennesima prova di quanto poco i principali partiti nazionali tengano davvero a questa terra. In questi giorni assistiamo al solito teatrino: spartizione di poltrone, nomi tirati fuori dal cilindro senza radici, senza sostanza, senza un’idea chiara […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Botulismo in Calabria: come la sanità privata ci lascia morire per strada

La vicenda non riguarda solo le intossicazioni, ma l’intero sistema sanitario calabrese ed il ruolo delle cliniche private.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Continuano le piazze per la Palestina e nella notte nuovo abbordaggio della Flottilla

Ieri, 7 ottobre, in particolare in due città italiane, Torino e Bologna, si sono tenuti appuntamenti per continuare la mobilitazione in solidarietà alla Palestina. Entrambe le piazze sono state vietate dalle rispettive questure in quanto considerate “inopportune”.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Salvini contestato a Livorno per il suo sostegno allo stato sionista

Dopo due settimane di mobilitazioni, in una data simbolica come quella del 7 ottobre, Salvini è arrivato a Livorno.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

DDL Gasparri, per imbavagliare la solidarietà alla Palestina

Il Decreto prevede pesanti ricadute su scuola e università.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Aria frizzante. Un punto di vista dalla provincia sulla marea del «Blocchiamo tutto»

Riprendiamo questo ricco contributo di Kamo Modena, in attesa dell’incontro di questo weekend a partire dalla presentazione del documento «La lunga frattura»

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La voce di Jose Nivoi, di ritorno da Gaza

Imbarcato sulla Global Sumud Flotilla per il CALP e l’USB, José Nivoi è rientrato in Italia dopo essere stato sequestrato e incarcerato dalle forze d’occupazione israeliane.

Immagine di copertina per il post
Confluenza

Le esplorazioni di Confluenza: il Mugello si prepara a difendere il territorio dalla speculazione eolica

Ci troviamo a Castagno d’Andrea, una piccola frazione di poco più di duecento abitanti del Comune di San Godenzo, nel Mugello.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Réflexions à chaud sur le mouvement « Bloquons tout »

Traduzione in francese dell’editoriale “Riflessioni a caldo sul movimento Blocchiamo tutto”. Il est presque impossible de dresser un bilan organique de ces journées incroyables. Le mouvement « Bloquons tout » a représenté une véritable rupture politique et sociale dans l’histoire italienne.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Anan Yaeesh in sciopero della fame

Riprendiamo il comunicato pubblicato dalla campagna Free Anan e ci uniamo alla solidarietà ad Anan Yaeesh.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

11 nuove barche della Freedom Flotilla cariche di medicine stanno navigando nel Mediterraneo, ormai prossime alle coste di Gaza, decise a rompere l’assedio israeliano.

Novanta medici,infermieri, operatori sanitari, tra cui sei italiani, sono a bordo di quello che loro stessi hanno definito “un ospedale galleggiante pieno di farmaci”.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Leonardo ammette l’export di armi in Israele e fa cadere la maschera del governo

Riprendiamo questo articolo di Duccio Facchini, direttore di Altraeconomia apparso originariamente sulla rivista medesima e poi ripreso da osservatoriorepressione.