Torino, rifugiati e occupanti presidiano il nuovo consiglio regionale
Oggi quindi, per lo più rifugiati e migranti, (oltre agli occupanti delle case occupate) hanno voluto ricordare quello che fu lo scempio della costruzione di palazzine nella zona Ex Moi (successivamente abbandonate a se stesse) in occasione delle Olimpiadi invernali del 2006. Un’operazione costata ciraca 130 milioni di euro, propagandata come un’irripetibile opportunità di rilancio della zona, ma lasciando una verità scomoda: la natura esclusivamente speculativa dell’investimento messo in campo da Regione e Comune, come testimoniano gli anni di perenne abbandono delle palazzine, ora occupate da centinaia di migranti e rifugiati.
Di fronte ad uno schieramento di polizia a protezione del Palazzo, il presidio ha chiesto che il Consigliere regionale alle pari opportunità scendesse per aprire un tavolo di discussione che affrontasse temi cruciali come l’autorecupero degli spazi e la gestione delle utenze.Dopo poco, il neo consigliere Monica Cerutti, è quindi scesa parlando con una delegazione di rifugiati che si trovavano lì sotto, promettendo oltremodo un’ennesimo incontro tra giovedì e venerdì di questa settimana. Per questo motivo, i rifugiati, i migranti ma anche gli e le occupanti di case che si trovavano in piazza quest’oggi hanno deciso di tornare nuovamente in quella occasione sotto il Palazzo regionale.
Mentre il presidio di stava quindi sciogliendo, è andato in scena uno degli episodi più emblematici e squallidi: tra la schiera di celerini posti a protezione del Palazzo, insulti razzisti nei confronti in particolare di un rifugiato che si trovava di fronte ad uno dei poliziotti. La frase “negro di merda” rivela la natura becera della polizia e della Digos, subito dopo schierata a sua volta a protezione dell’agente che si è lasciato scappare l’insulto razzista. Certo è che non ci stupisce l’assunzione di atteggiamenti razzisti, anzi, probabilmente è l’ennesima dimostrazione della composizione delle forze dell’ordine. Sappiamo anche benissimo che la provocazione gratuita finirà con pacche sulle spalle e qualche risatina complice, e non solo tra “super poliziotti” ma anche tra dirigenti della digos.
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