Un 12dicembre di lotta per la Bologna antagonista
Sul piano locale, il sindacato cerca di narrare la giornata di domani all’interno dello scontro con il governo Renzi: ci si rivendica la paternità dei risultati di elevatissima astensione scaturiti dalle ultime elezioni regionali, per riaffermare il ruolo di sindacato come corpo intermedio e come elemento maggiormente rappresentativo della società emiliano-romagnola, rispetto al governo Renzi e ad un PD sempre più volenteroso nello smarcarsi dall’istituzione sindacale.
Una lettura che nega alla radice quelle che sono precise responsabilità di anni di concertazione e mediazioni al ribasso da parte del sindacato (basti pensare a quanto avvenuto all’interno delle lotte nel circuito della logistica), e che evita di aprirsi alle lotte sociali dichiarando implicitamente la costruzione di uno sciopero orientato unicamente al mantenimento di quote di potere messe sotto attacco dagli ultimi mesi di avanzata restauratrice renziana.
Sin dalla mattina quindi si scenderà in piazza e ci si asterrà dal lavoro non tanto in appoggio alle mobilitazioni fuori tempo massimo del sindacato, quanto con la volontà di ribadire la necessità di un conflitto reale nei luoghi di produzione e riproduzione capitalistica, un conflitto costruito sulla pratica del blocco e della riappropriazione delle strade e delle piazze.
I sindacati di base legati alle vertenze conflittuali dei facchini, SI Cobas e Adl Cobas, hanno promosso uno sciopero che a Bologna vedrà l’appoggio e la solidarietà del movimento di lotta per l’abitare. Uno sciopero chiamato per segnalare il ruolo centrale dello sfruttamento del mondo della logistica nel sistema economico del paese, evidenziando la sua radici e logiche mafiose ben rappresentate dal ministro del JobsAct e delle con la malavita romana Poletti.
Dalle 9 invece studenti medi e universitari, dalle scuole occupate e dalle facoltà in lotta, si uniranno in piazza XX Settembre per poi muoversi in corteo per le vie della città, con la volontà di comunicare l’opposizione alla cosiddetta #buonascuola di Renzi ma anche alle prospettive complessive di precarietà e ricatto vissute da un proletariato giovanile colpito da tassi di disoccupazione vicini al 50%.
Nelle piazze come detto si tematizzerà in maniera forte anche l’opposizione al pianoCasa, tema forte in città dopo la maxi-occupazione dell’Ex-Telecom di via Fioravanti di diverse decine di famiglie, testimonianza di quelle nuove povertà che si affacciano all’attenzione dell’opinione pubblica dopo anni di crisi e che scenderanno ulteriormente in piazza il prossimo 20 dicembre.
Nuove povertà, quelle emerse da inchieste e sondaggi negli ultimi giorni che non chiedono rappresentanze sulle loro teste, consci del fallimento e della sconfitta di queste prospettive; bensì che iniziano a conquistarsi dal basso, con il blocco e la riappropriazione diretta, quella triade casa-reddito-dignità per la quale non basta certo uno sciopero di testimonianza, come grideranno le piazze della Bologna in lotta domani.
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