InfoAut
Immagine di copertina per il post

Vendola, Gramsci e Pasolini

“Non è un partito armato, ma c’è il rischio che lo diventi”: così inizia l’intervista rilasciata oggi da Nichi Vendola a Repubblica, a proposito delle migliaia di giovani che si sono scontrati sabato a Roma con le forze dell’ordine. Per Vendola il disagio sociale non è un fenomeno reale, nelle modalità di espressione politica che lui non condivide: da bravo politicante cerca di confondere i suoi possibili elettori con l’illusione ottica del politicismo. Quei giovani non sono, come appare da tutte le analisi percorse da un minimo di lucidità e onestà intellettuale, un aggregato spontaneo, socialmente ricco, ma un “partito”, un “gruppo”, una “struttura” o qualcosa che aspira a diventare tale. La prima impellenza per l’ennesimo candidato al governo dell’Italia in rovina, in combutta con chi sostiene il piano Marchionne (Bersani) e con chi invoca una nuova legge Reale (Di Pietro) non è che scongiurare la possibilità di percorsi che non siano in sintonia con la delega politica al suo partito.
Certo, Vendola non nasconde un “retroterra” sociale ai “barbari” che, secondo lui, sono responsabili dei disordini di sabato (nessun cenno alle cariche criminali e scomposte della polizia, naturalmente); questo retroterra è “la curva da stadio”. Il beniamino dei salotti della sinistra perbene sa che evocando le curve farà inorridire chi la realtà delle curve non conosce e quindi snobba o disprezza, e potrà giudicare con la puzza sotto il naso, e in modo strumentale, quella che per lui è una logica “rozza”, quella del “dagli allo sbirro”. Affrontato da un signore di mezza età in piazza del Popolo, dove partecipava allo pseudo-corteo di una FIOM che ha accettato in toto le deliranti imposizioni di Alemanno e Maroni su una capitale priva di manifestazioni per un mese, non ha mezze misure contro ciò che qualifica semplicisticamente, cavalcando l’orgia mediatica, come “il blocco nero”.
Talmente nero che in esso si esprimerebbero, guarda un po’, “frammenti di antagonismo e di estrema destra sociale”. Ecco ciò che ancora neanche Napolitano e Di Pietro avevano detto: i ragazzi di San Giovanni, i precari stanchi delle proprie condizioni di vita e, certamente, di essere tenuti lontano da Montecitorio e infine aggrediti dalla polizia, sono fascisti. L’insulto è libero e creativo, ma premeditato: Vendola tenta di gettare i manifestanti del 15 ottobre – anzitutto le parti nuove, con meno esperienza e quindi più disorientate – nella confusione, rema nel torbido della diffidenza e delle accuse tanto pesanti quando infondate, vuole mettere ancora i manifestanti e i soggetti colpiti dalla crisi uno contro l’altro. Perché? Indubbiamente, il 15 ottobre ha consegnato all’Italia un monito sulle conseguenze sociali della crisi, ma anche uno scenario di grande complessità, che ben difficilmente le vecchie ricette (quelle di un vecchio-nuovo uomo della provvidenza di lotta e di governo) possono interpretare.
Allora avanti con l’arrampicata sugli specchi, ipotizzando non solo una comunione d’intenti obiettiva, tra rivoltosi e governanti, ma anche soggettiva. I ragazzi di San Giovanni condividono con il Potere il machismo (anche le tante donne presenti? Vendola è sicuro di sapere di cosa/chi parla? ;)), il gusto per la mascherata, persino quello per l’eversione. Scomoda Gramsci in modo improbabile per insinuare che, nella resistenza ai caroselli e alle cariche, c’è lo “stesso spirito” delle telefonate tra Berlusconi e Lavitola, dove il primo proponeva al secondo grandi manifestazioni e l’abbattimento del tribunale di Milano. Torna alla mente la Santanché che, a In Onda, difendeva Nicole Minetti dicendo che anche Nilde Iotti era l’amante di Togliatti: il livello di merda della politica italiana non conosce steccati, arriva dove qualcuno non si aspetterebbe, dove noi ci siamo sempre aspettati.
Perché? Perché sappiamo che Nichi Vendola e il suo progetto sono, davvero, figli di quell’eterno presente da lui stesso evocato, di quell’apparente impossibilità, per il nostro paese, di voltare pagina: ancora una volta per il carismatico uomo di sinistra il nemico è a alla propria sinistra e, come ai tempi nefasti del PCI di Berlinguer (idolatrati da alcuni per pura ignoranza storica), dargli del fascista o accusarlo d’intelligenza col nemico è l’unica ricetta possibile in assenza di una proposta di sostanza. Ci chiediamo, qual è la ricetta di Vendola? Dice che occorrerà farsi carico del problema della precarietà giovanile: noi, che precari siamo dalla nascita, lo aspettiamo al varco. Se andrà al governo, e produrrà ancora, come l’area politica da cui proviene e a cui guarda ha sempre fatto, leggi draconiane per il nostro sfruttamento (ricordate la legge Treu, votata anche da Rinfondazione?), ecco, allora, la sinistra avrà ancora una volta il suo esercito di delusi. Invece no: usciamo dall’eterno presente! Il momento di riconoscere la politica per quello che è, i politici “in gamba” per quello che sono, è ora. È adesso che dobbiamo scegliere l’autorganizzazione, ma dandole un progetto; è ora che dobbiamo smettere di vergognarci della nostra rabbia, ma organizzandola, allargandola, facendole parlare una lingua comprensibile al paese, anche se ostica per i burocrati travestiti da sognatori.
Il vecchio Nichi, che nel 2010 aveva snobbato gli operai e gli studenti che contestarono Bonanni a Torino, appoggiati a largo consenso (elemento allora censurato dai media, ovviamente) dei lavoratori degli stabilimenti di tutta Italia, contrapponendo alla contestazione l’idea di una “presa di parola sofisticata”, è convinto di andare lontano sedendosi, da nanetto isterico, sulle spalle di giganti che farebbe meglio a non accostare. E poteva mancare, allora, la citazione pasoliniana sui soliti proletari in divisa? Il “gesto importante” che per lui ha caratterizzato San Giovanni non è stata la resistenza dei precari, si sia essa espressa con le pietre o, come è avvenuto in tanti altri casi, con le mani alzate, ma “l’applauso verso la polizia”. La gioventù che piace a Vendola, quando arrivano i blindati per colpire o arrestare gli indignati più arrabbiati, gioisce. Forse, come qualcuno che era in piazza, crede in buona fede che la repressione dei celerini sia a difesa dei manifestanti “non violenti”? No. Lui sa bene di cosa sta parlando. Lui sa che, come confermano le dichiarazioni rese dai poliziotti del SIULP a Presa diretta, la volontà del celerino frustrato è quella di superare una gestione dell’ordine pubblico troppo timida, scenografica, che, per difendere i palazzi, lascia i “colleghi” in difficoltà con l’insorgenza dei propri coetanei esasperati. Sa che le voci che si alzano dall’interno delle forze dell’ordine, dal basso, dalla Val Susa alle piazze italiane, invoca cariche, corpo a corpo, repressione più dura, e nuove Genova per dare ai barbari quello che si meritano.
Noi sappiamo da che parte sta la barbarie. Nei palazzi romani, certo, come in quelli di Bruxelles, o a Wall Street. Ma sta anche nell’infamia di quei giovani che, di fronte alle difficoltà del precariato nel settore privato o nelle cooperative, scelgono il posto fisso e un reddito miserevole (comunque più alto del nostro) ma stabile nel pubblico, nelle forze dell’ordine: saranno inviati a sbarrare ai valsusini l’accesso alle proprie vigne, a Roma a difendere palazzo Grazioli, a Lampedusa a riempire di botte i ragazzi esausti che arrivano dalla Tunisia in rivolta. Questi “lavoratori” lo sanno: se ne assumono la responsabilità. Se dovessimo rispondere a Pasolini, diremmo che un kapò non è meno ebreo di un qualsiasi ebreo, che un poliziotto non è meno salariato di un operaio, ma che anche chi nella vita è perseguitato o sfruttato può fare delle scelte. Se così non fosse, dovremmo abdicare a ogni speranza. Ma non stiamo rispondendo a Gramsci, non stiamo rispondendo a Pasolini; stiamo commentando l’ultima intervista a Nichi Vendola. Ed allora è ancora più chiaro perché, con tutte le nostre forze, vogliamo un’altra Italia.

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Bisognidi redazioneTag correlati:

15ottobreselvendola

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Cambiamo davvero Quarticciolo!

Sabato 1 marzo un corteo popolare attraverserà il quartiere di Quarticciolo a Roma per ribadire l’importanza di difendere un’esperienza reale e dal basso che si contrappone all’abbandono e alla retorica delle istituzioni.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

MA NON SIETE STANCHI CHE VENGA RIPORTATA SOLO LA VOCE DELL’ACCUSA?

Pubblichiamo il comunicato delle famiglie dello Spazio popolare Neruda: MA NON SIETE STANCHI CHE VENGA RIPORTATA SOLO LA VOCE DELL’ACCUSA? Certamente sì: per questo, alla Signora Bulian, autrice del servizio di Quarta Repubblica andato in onda il 27/01,che ci ha posto questa domanda, abbiamo dato i nostri riferimenti per contribuire al suo lavoro. Questo nonostante […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Serbia: le proteste contro il governo costringono alle dimissioni il premier Vučević

Il 1° novembre scorso una pensilina della stazione ferroviaria di Novi Sad è crollata, provocando la morte di 15 persone.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Argentina: Famiglie allevatrici del nord neuquino: pilastri della sovranità alimentare, ostaggi di un’economia che li maltratta

In pochi luoghi del mondo si mantiene la transumanza, pratica ancestrale di produttori e animali che si spostano cambiando campi secondo il periodo dell’anno. I contadini del nord neuquino sono un emblema di questa vita e protagonisti della sovranità alimentare. Ma affrontano l’abbandono governativo, l’avanzata dei possidenti sulle terre e l’assenza di prezzi giusti.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Napoli: operai GLS, prima licenziati poi caricati e sgomberati dalla polizia. La conferenza stampa di denuncia

Conferenza stampa di denuncia da parte dei lavoratori GLS di Napoli sostenuti dal sindacato di classe Si Cobas, a seguito delle cariche e dello sgombero del presidio avvenute mercoledì ai danni del picchetto al magazzino GLS di Gianturco.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Lo chiamavano Tepepa, ti ricorderemo così

Ieri ci ha lasciato a 86 anni Tepepa, tra i più noti e longevi rapinatori di banche del torinese. Ennio Sinigallia, questo il suo vero nome, ha passato oltre metà della sua vita in carcere. Il suo ultimo arresto è avvenuto quando Tepepa era ormai ultraottantenne, una vera e propria vendetta nei confronti di uno […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Difendiamo Quarticciolo dal modello Caivano

Il 23 dicembre scorso il governo ha approvato un decreto che individua sei periferie in Italia in cui esportare il modello Caivano. Sono stati stanziati 180 milioni di euro in tre anni ed è previsto un commissario straordinario a cui è affidato il compito di individuare gli interventi strutturali necessari in determinati quartieri: sgomberi, polizia […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Addio a Gianfranco Manfredi, cantautore del ’77

Questa notte se ne è andato Gianfranco Manfredi cantautore, sceneggiatore e voce musicale del movimento del ’77. La sua “Ma chi ha detto che non c’è” ha interpretato lo spirito di quegli anni e rimane una delle canzoni fondamentali del canzoniere dei ribelli. Manfredi è stato anche un prolifico autore nel mondo del fumetto firmando […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

In ricordo di Franco Piperno: una voce che continua a risuonare

Oggi, 17 gennaio, alle ore 18, Radio Ciroma aprirà i suoi microfoni per un momento speciale, dedicato alla memoria di Franco Piperno, uno dei suoi fondatori e figura ispiratrice per generazioni. da Radio Ciroma Sarà una trasmissione intessuta di ricordi, testimonianze e contributi di chi ha avuto il privilegio di condividere un tratto del cammino […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Ciao Franco! Un ricordo di Claudio Dionesalvi

Lunedì notte se n’è andato Franco Piperno. Calabrese, militante, dirigente politico dell’autonomia, fondatore di Potere Operaio, esule, docente di fisica e amante tanto di ciò che si muove in terra quanto di quel che resta fisso in cielo. In diretta con il compagno Claudio Dionesalvi – un ricordo e qualche considerazione, alla luce della idee […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

15 ottobre 2011, continua la vendetta delle istituzioni

Quasi 40 anni di carcere comminati in appello, spalmati su 9 persone in totale. E’ il bilancio dell’ennesima vendetta a mezzo giudiziario nei confronti di quanto rappresentato dall’esplosione di rabbia sociale del 15 Ottobre 2011 a Roma. In questo caso, si tratta del terzo troncone processuale, che si conclude come era purtroppo facile aspettarsi.   […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Roma, Italia: Ti ricordi del 15 Ottobre?!

Perché, nel frattempo, la prima sezione penale della Corte di Appello di Roma ha (quasi) raggiunto il verdetto sui fatti relativi al terzo filone di indagini, il cd. “processone” (ma anche “maxiprocesso”, come da udienza di ieri) su quel lontano 15 Ottobre 2011.   La storia dovrebbe essere nota; in ogni caso, 15 compagne e […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

15 Ottobre 2011: non è finita!

Riceviamo e pubblichiamo da Rete Evasioni un appello alla costruzione di iniziative e mobilitazione per il prossimo 15 ottobre 2018, a sette anni dalla rivolta romana di piazza San Giovanni e al fianco di chi ancora subisce conseguenze repressive da parte delle istituzioni per i fatti di quel giorno. Il 15 ottobre 2011 a Roma […]

Immagine di copertina per il post
Culture

15 ottobre 2011: Carlo è libero!

La storia di Carlo è la storia di uno dei tanti compagni che il 15 Ottobre si è ribellato alla violenza dello polizia e che oggi continua a subire la persecuzione giudiziaria dello Stato. Da lunedì 9 marzo il compagno Carlo Seppia è finalmente libero. Dopo una lunga battaglia giudiziaria e una lunga detenzione, è […]

Immagine di copertina per il post
Culture

Per una assemblea nazionale contro la repressione. Appello di Davide Rosci e Mauro Gentile

ASSEMBLEA NAZIONALE CONTRO LA REPRESSIONEGENOVA G8 2001 – ROMA 15 OTTOBRE 2011…NON FINISCE COSI’! Nel corso degli ultimi anni abbiamo assistito pressoché inermi ad uno dei più grandi e gravi attacchi repressivi mai attuati nei confronti dei movimenti di lotta sociale e le 17.000 denunce, censite dall’Osservatorio sulla Repressione, stanno lì a certificarlo. Consapevoli che […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Autobus né di centro né di sinistra

Il copione ricalca situazioni e scenari già visti, specie quando si tratta di far coincidere l’aumento di microcriminalità con la presenza di “zingari” e immigrati, e non sarebbe nemmeno così originale se non fosse che la proposta arriva direttamente da un’amministrazione di centrosinistra, capeggiata da PD e SEL. Il punto però non è nemmeno nella […]

Immagine di copertina per il post
Editoriali

La falsa alternativa tra peggio e migliore

La dimenticabile parabola di Sel si conclude nel grottesco, con i nuovi miglioristi (la tragedia erano i primi, questi sono la farsa) che entrano nel Pd. Presto gli altri seguiranno, perché il dibattito non è sulla collocazione strategica ma sulla facciata dell’opportunismo. Parlare male dei morti non è cosa di buon gusto, ed è soprattutto […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Le elezioni europee e il treno di Lenin

Piove merda oggi sugli italiani, soprattutto sui giovani e sui lavoratori ma, da qualche giorno, piove ancor più merda sul governo, sul bullo che lo rappresenta, sulle sue vallette e sui suoi cortigiani e su suo nonno. L’anziano re Giorgio.Non gliene va bene una. Dall’Expo al più recente scandalo bancario di Ubi Banca, quinto gruppo […]

Immagine di copertina per il post
Culture

Davide Rosci ai domiciliari ma non può vedere fratelli e nipotini

Il 5 Marzo scorso, infatti, gli hanno notificato il rigetto alla richiesta di autorizzare il fratello ed i nipotini per poterlo andare a trovare a casa mentre hanno concesso, solo alla sorella, di andare ad assistere, dalle 18 alle 20, il padre.Ci rimane davvero difficile capire quale sia stata la ratio che ha spinto un […]

Immagine di copertina per il post
Culture

15 ottobre 2011: cade l’accusa di devastazione e saccheggio

Di seguito un commento dell’avv. Simonetta Crisci che difende il compagno assolto: “Si è spezzato per la prima volta il cerchio repressivo che colpisce da 2 anni i compagni accusati di devastazione e saccheggio per la manifestazione del 15 ottobre 2011. La  VII sezione Penale del Tribunale di Roma  ha emesso sentenza di assoluzione dal […]