InfoAut

La falsa alternativa tra peggio e migliore

La dimenticabile parabola di Sel si conclude nel grottesco, con i nuovi miglioristi (la tragedia erano i primi, questi sono la farsa) che entrano nel Pd. Presto gli altri seguiranno, perché il dibattito non è sulla collocazione strategica ma sulla facciata dell’opportunismo. Parlare male dei morti non è cosa di buon gusto, ed è soprattutto inutile se durante la loro vita abbiamo già detto tutto quello che dovevamo. La fine era inscritta nell’inizio, anche quando in tanti nel 2010 accorrevano alla corte del pifferaio pugliese per poi tentare, negli anni successivi, improbabili e al solito fallimentari inciuci di “alternativa”. Dove è finita questa gente? Non hanno certo aspettato che il gallo cantasse per giurare di non aver mai conosciuto, salvo poi tenersi pronti a investire le proprie preziose energie intellettuali e politiche sull’ennesimo annuncio di rinascita della sinistra. Marx si era fermato alla seconda volta, ma cosa dobbiamo dire di una storia che si ripete a ogni tornata elettorale?

Tuttavia, il dibattito della politica istituzionale di queste settimane è occupato da un’altra questione: il M5s si allea in Europa con l’Ukip e in Italia chiede un incontro a Renzi. È da tempo ormai che Grillo e il M5s sono al centro dell’attenzione mediatica, o più propriamente dell’attacco da parte dei grandi media – a dimostrazione del ruolo immediatamente politico che questi hanno assunto. Il Partito di Repubblica è ovviamente il capofila della crociata, avendo rimpiazzato le declinanti fortune del buffone di Arcore con il nuovo spauracchio del comico di Genova. Cui prodest? La risposta è troppo semplice e supera il 40%: Renzie.

Sarebbe più politically correct unirci al coro di chi, nell’esiziale alleanza tra Grillo e Farage, grida al pericolo fascista. Scusateci, non lo facciamo. Da un lato, perché non ci sembra che il pur orrendo Ukip sia un esercito di camicie brune postmoderne: ci paiono più che altro un’espressione delle nuove forme della crisi, zeppa di demagogia e furbizia interclassista. Dall’altro lato, il problema politico è sempre lo stesso: continuare ad agitare questo fantasma non fa altro che dare un’esplicita o implicita indicazione di attestarsi sul frontismo democratico, che qui in Italia vuol dire Partito Democratico (o le sue piccole liste civetta, leggi appunto la fu Sel). In altre parole, ci sembra che il problema non sia quello che è stato definito “populismo” o “anti-politica”, come da Repubblica a pezzi del movimento si vorrebbe, ma al contrario i meccanismi di compatibilità della politica a cui Grillo si è progressivamente adeguato. Dopo una campagna elettorale sbagliata si barcamena, con una realpolitick istituzionale che finisce per accomunarlo proprio a quella politica di cui il Partito di Repubblica e i suoi accoliti di destra e di sinistra sono espressione. È quella politica che, persa ogni funzione di rappresentanza sociale, è un mercato per l’imprenditorialità individuale e di lobby o per più modesti posti di lavoro, magari proprio come specialisti dell’anti-berlusconismo o dell’anti-grillismo. Se vogliamo indicare una data simbolo di questa traiettoria la individuiamo in quel sabato di aprile dell’anno passato, quando il leader del M5s si tirò indietro dalla convocazione di un’aperta battaglia di strada contro Re Giorgio.

D’altro canto, il dibattito interno al M5s sull’alleanza con l’Ukip dimostra la dimensione caotica e contraddittoria che anima quel consistente pezzo di composizione sociale di cui il M5s è espressione. Anche qui, però, bisogna stare attenti: crediamo che nulla di buono venga dalle fronde interne dei Pizzarotti di turno, perché molte di quelle fronde sono parte del problema, cioè di un’involuzione istituzionale e delle scelte di compatibilità politica. Allora, noi continuiamo a pensare che indipendentemente da Grillo, sia anche dentro quel pezzo di composizione sociale che nella crisi si agitano – in modo assolutamente confuso e tumultuoso – alcune delle tensioni politicamente più significative, ossia le possibilità di una rottura con i progetti di stabilizzazione renziana. O per dirla in altri termini, come più volte abbiamo sostenuto, a noi interessa leggere attraverso le contraddizioni del M5s, le contraddizioni di un pezzo della composizione sociale duramente colpita dalla crisi. Lo dimostrano casi come quello della Val di Susa o di Livorno, ma anche dei tanti contesti di periferia urbana e sociale. Non si può leggere il M5s attraverso queste parzialità, ammoniscono i grillologi di professione; ma le lotte e le anomalie sociali non sono mai casi a parte, bensì le fessure attraverso cui si possono identificare delle tendenze e delle linee di possibilità. Come si diceva una volta: solo attraverso la parzialità si può guardare al tutto.

È il metodo migliore per non ridurre la composizione politica ai politici, le espressioni soggettive all’ideologia, le ambiguità delle figure sociali alle scelte di Grillo. Non seguire questo metodo rischia di lasciarci di volta in volta subalterni alla scelta del meno peggio, o del peggio Migliore… Per dirla in termini più semplici: è necessariamente attraverso quell’intrico di passioni ed espressioni soggettive che dobbiamo passare per trasformarle o rovesciarle in potenza conflittuale, contro la compatibilità istituzionale e chi vi si adegua. Se non ci riusciamo, è inutile autogiustificarci attribuendo ad altri le nostre responsabilità.

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Editorialidi redazioneTag correlati:

5stellecrisieurocrisiitaliaselsinistraUkip

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Cosa vuol dire un’università libera?

In TV e sui giornali si è scatenata la canea mediatica nei confronti degli studenti e delle studentesse universitarie che richiedono la fine degli accordi di ricerca militari o di dual use con le università israeliane.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Macron, à la guerre!

Il presidente francese si lancia in dichiarazioni apparentemente scomposte sulla guerra russo-ucraina, palesando lo “spirito dei tempi” di una parte delle elites europee. Il tronfio militarismo da prima guerra mondiale ci avvicina al disastro.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Agricoltura: la fabbrica impossibile

Non possiamo comprendere queste mobilitazioni senza cercare un nuovo modo di vedere le cose.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

“Difendiamo la nostra terra!” Reportage dalle proteste degli agricoltori Piemontesi

Si tratta di un racconto situato e parziale, a metà strada tra la cronaca e l’analisi, che speriamo possa servire da spunto tanto per una riflessione più ampia quanto per la scrittura di altre analisi situate.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Costante trumpista: la guerra civile latente negli Stati Uniti

In molti avevano creduto che dopo i fatti di Capitol Hill il trumpismo come fenomeno politico sarebbe stato archiviato, presentandosi al limite nelle forme di un estremismo suprematista tanto più radicale quanto residuale.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Palestina, il “senso storico” e noi

Quanto sta accadendo in Palestina crediamo sia un elemento chiarificatore. Lo è sicuramente per le masse che si sono messe in movimento per sostenere la popolazione di Gaza non solo nel mondo arabo, ma anche in tutto l’Occidente.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Salvini: una vita al servizio dei potenti

La nuova trovata di Salvini: una campagna d’odio verso l’islam per distrarre l’opinione pubblica dal genocidio in corso a Gaza.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Caselle: la propaganda di guerra uccide

Lo schianto della Freccia Tricolore che ha ucciso una bambina di cinque anni ha scosso il paese. Quanto avvenuto però merita una riflessione più profonda sulla militarizzazione della società e sul concetto di sicurezza.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Quale futuro ci aspettiamo?

Come incidere in questo scenario? Come porre una rigidità nei confronti delle dirigenze occidentali, a partire dal nostro governo, per frenare l’escalation bellica alla quale stiamo assistendo? Assumendosi il compito di non voler fare parte di chi può essere sacrificabile e, con noi, la nostra parte.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

SPECIALE BANLIEUE | Toute la symphonie ardente

Apriamo questa nuova pagina di approfondimento rispetto alla vicina Francia, per comprendere quanto sta accadendo e per trarne alcuni spunti interessanti da convogliare nella nostra riflessione in questa fase e nel nostro agire.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

La crisi nel centro: la Germania nell’epoca dei torbidi. Intervista a Lorenzo Monfregola

La Germania, perno geopolitico d’Europa, epicentro industriale e capitalistico del continente, sta attraversando senza dubbio un passaggio di crisi.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Israele vuole Anan Yaeesh, l’Italia intanto lo fa arrestare

Il caso del 37enne palestinese, residente a L’Aquila, accusato da Tel Aviv di finanziare la Brigata Tulkarem.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Cannoni italiani contro i palestinesi di Gaza

La conferma giunge adesso direttamente dalla Marina Militare di Israele: alle operazioni di guerra contro Gaza partecipano le unità navali armate con i cannoni di OTO Melara del gruppo italiano Leonardo SpA.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Proteste degli agricoltori in tutta Europa. In Francia una giovane donna investita durante un blocco

Dopo le mobilitazioni degli agricoltori in Germania il movimento si estende in Francia, in particolare nella regione dell’Occitanie. Bloccata la A64 a Carbonne, i blocchi si moltiplicano a macchia d’olio intorno a Tolosa nella Haute-Garonne, bloccata anche l’autostrada A20 di Montauban.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Israele: crolla il mito dei servizi di intelligence più efficaci del Pianeta

In Palestina dopo 56 anni di occupazione militare, colonizzazione, sterminio di civili e Apartheid in occasione del 50° anniversario della guerra dello Yom Kippur, Hamas reagisce con gli stessi strumenti utilizzati per decenni dagli israeliani per sottometterli.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

L’orrore nucleare di Ghedi e Aviano

Chissà cosa accadrebbe se qualcuno dicesse che in Italia ci sono armi nucleari. Che quella presenza espone di fatto tutto il territorio a essere in qualsiasi momento bersaglio nucleare e che le esplosioni potrebbero causare tra i 2 e i 10 milioni di morti.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Diario della crisi – Gli spettri del debito cinese

In questa estate infuocata, una possibile tempesta (non solo meteorologica) potrebbe abbattersi sul sistema finanziario globale.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Diario della crisi – Dalla gestione della crisi al sistema di guerra

In questa decima puntata del Diario della crisi – progetto nato dalla collaborazione tra Effimera, Machina-DeriveApprodi ed El Salto – Stefano Lucarelli riflette sull’inopportuno susseguirsi di crisi che, spiazzando ed eliminando le cause e dunque le possibilità d’intervenire sulle conseguenze di quelle precedenti, fanno sì che gli effetti di queste ultime si accumulino e si […]

Immagine di copertina per il post
Editoriali

La sinistra inesistente

La prendiamo alta. La crisi senza fine della sinistra ripete i suoi rituali, in Spagna come in Italia. Dopo l’ennesima sonora batosta si fa l’analisi della sconfitta, si dà la colpa al vento che spira forte e qualcuno viene preso dallo sconforto, qualcuno sorride amaramente.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

TAV: la Francia nell’imbuto della Torino-Lione

Grande è la confusione sotto il cielo della Torino Lione. Un terremoto mediatico si è scatenato qualche giorno fa lungo la faglia tellurica dei rapporti italo-francesi.