Vendola, ovvero l’indecenza
E bravo il “compagno” Vendola, dicevamo all’esordio. Perché lo dicevamo?
La notizia, nei giorni scorsi, è stata data da Il Fatto Quotidiano; ed è stata sùbito ripresa dalla gran parte dei media. Il Nostro, protagonista delle pugliesi riguardanti nomine clientelari e sospensione di dirigenti ASL, scandali e scandaletti edilizi (distretto dl mobile imbottito della Regione Puglia, sospetti veleni sul caso ILVA di Taranto, ecc.), è stato intercettato mentre dichiara, parlando con Archinà, un lurido figuro addetto alle relazioni istituzionali dell’ILVA,: “io e il mio capo di gabinetto abbiamo riso per un quarto d’ora” per “una scena fantastica” con tanto di “scatto felino”.
In cosa consiste la “scena fantastica” che tanto ha rallegrato il Nostro?
In una scena del 19 novembre 2009 che è rimasta in mente ai tanti tarantini che videro il già citato Girolamo Archinà strappare di mano il microfono ad un giornalista che rivolgeva domande sugli effetti dell’inquinamento a Taranto, in particolare sugli effetti letali (tumori ed altro del genere) delle emissioni.
A Vendola, dunque, provoca un’ilarità incontenibile assistere ad un episodio, a dir poco vergognoso ed insultante per i morti di cancro e per il loro famigliari, che ha avuto per protagonista un suo coimputato. Sì, proprio un suo coimputato, visto che nell’inchiesta sull’ILVA Vendola è indagato con l’accusa di “concussione aggravata”, in concorso proprio con Archinà (ed altri), per le pressioni che il “compagno” Vendola avrebbe esercitato sul direttore generale dell’ARPA-Puglia, Giorgio Assennato, per fargli “ammorbidire” una relazione sui dati ambientali legati all’inquinamento provocato dall’ILVA.
Ride, il “compagno” Niki Vendola, il sodale di figure come (Daniele) Farina e Pisapia: ride delle morti per cancro provocate dalla “fabbrica della morte” dei Riva, a cui, perché non ci siano dubbi, nell’intercettazione telefonica, il liderino di SEL conferma di essere e restare a disposizione, proprio come si usa dire in ambienti mafiosi (“Dica a Riva che il presidente non si è defilato”). E, tanto per restare ancorati all’attualità, nelle conversazioni (intercettate) del ministro Cancellieri con membri della famiglia-Ligresti.
Come non condividere il giudizio del Movimento 5stelle? “Una sola parola. Disgusto”.
Lo scandalo segnerà, molto probabilmente, la “morte politica” di Vendola, un miserabile di cui nessuno, se non qualche leoncavallino e la corte dei miracoli che vive, in senso letterale, nella sua ristretta e limitatissima orbita, sentirà la mancanza.
E anticiperà, la morte politica del Nostro, come ci auguriamo, quella di SEL, questa ridicola e farsesca aggregazione di “scarti” di una Sinistra sempre più agonizzante, anche se non ancora cadavere.
Almeno fino ad ora…
Eugenio Colombo
da il Buio
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