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10 SETTEMBRE: BLOCCARE TUTTO E PRENDERE BENE LA MIRA. UN CONTRIBUTO DAI SOULEVEMENTS DE LA TERRE

I Soulèvements de la terre contribuiranno a «bloccare tutto» contro il piano Bayrou a partire dal 10 settembre. Numerosi comitati locali e i granai dei Soulèvements de la terre hanno iniziato a mettere a disposizione i loro mezzi materiali, reti e savoir-faire. Dedichiamo alla discussione portata avanti all’interno del movimento che si annuncia, qualche riflessione rispetto alle lotte contro l’intossicazione del mondo e contro l’alleanza dei miliardari reazionari. Riflessioni che possono dare idee su “cosa bloccare” al momento di “bloccare tutto”.

L’estate brulica di voci di rivolta. Dai canali Telegram agli appuntamenti di preparazione fissati fin dall’inizio dell’anno, dalle immagini dei video che girano e tornano da tutte le parti, dai sindacati che si lanciano in gruppi di gilets jeunes che si rilanciano, una data è nelle teste di tutti: 10 settembre. Le Soulèvements de la terre condividono questa impazienza di «bloccare tutto» per far saltare l’austerità e uscire insieme dalla strada che sembrava completamente tracciata dall’autoritarismo attuale verso un nuovo fascismo in arrivo.

Duplomb, Budget, Esercito: è troppo

Subito dopo che Macron ha annunciato il raddoppio del budget delle forze armate entro il 2027 (43 miliardi rubati ai diritti sociali e direttamente iniettati nel complesso militare-industriale), il primo ministro François Bayrou ha presentato il 15 luglio un “progetto di bilancio” per il 2026.

Annuncia la soppressione di due giorni festivi, e il messaggio è esplicito: “Bisogna lavorare di più, bisogna che tutta la Nazione lavori di più per produrre”. Questa volta senza alcuna speranza di “guadagnare di più”. Produrre di più? Rispettando le regole del mercato mondiale, significa estrarre di più per inquinare di più. Estendere sempre più il campo della devastazione. Aggravare ancora le disparità di ricchezze. Siamo già sprofondati nel produttivismo e nella messa a lavoro generalizzata. Come tutto ciò fa morire il nostro ambiente di vita.

Annuncia un «anno bianco» sulle prestazioni sociali, il che significherebbe che gli assegni familiari, il premio di attività, l’RSA (Revenu de Solidarité Active) o le APL (Aide personnalisée au logement) resterebbero bloccati al loro importo del 2025 mentre i prezzi e gli affitti continuerebbero a salire. Bayrou annuncia anche tagli di 5 miliardi sulla salute: raddoppiamento a 100€ della franchigia annuale sui farmaci, fine del rimborso integrale dei trattamenti fatta eccezione per le condizioni cliniche di lunga durata…

Con una mano Macron promulga la legge Duplomb che lascia il campo libero al modello agroindustriale che ci avvelena, con l’altra si prepara a distruggere sempre più le possibilità di curarsi e vivere degnamente.

«Bloccare tutto», ci siamo

L’idea di riprendere la strada era in molte menti da molto tempo. Bloccare tutto per cacciare la cricca di liberali-autoritari che devastano il paese? La scommessa è più che allettante. «Non vogliamo subire la loro crisi. Vogliamo cambiare rotta, per sempre, con e per il popolo», dichiara l’appello del 10 settembre. Ci siamo.

Da cinque anni i Soulèvements de la terre hanno rafforzato lotte radicate localmente cercando di agire direttamente: come occupare, bloccare, disarmare o smantellare progetti mortali e industrie tossiche. Se abbiamo potuto ottenere delle vittorie tattiche localizzate territorialmente e contribuire a far recedere progetti di artificializzazione di terre, mega-bacini o nuove autostrade, sappiamo anche che non ci sarà vittoria più profonda senza una dinamica, che ci supera di gran lunga, di insubordinazione contro il sistema capitalista.


La rete di resistenza che contribuiamo a far vivere può mutare, crescere ed evolvere in contatto con un movimento come quello che sembra annunciarsi. Al di là delle nostre azioni, desideriamo imparare a costituirci in forza d’iniziativa e d’intervento in grado di partecipare quando si costruiscono movimenti di grande portata.

Molti comitati locali hanno iniziato a mettere a disposizione i loro mezzi materiali, reti e savoir-faire, in particolare per partecipare al rinfornimento di provviste, all’inchiesta locale o all’organizzazione di blocchi. Contribuire concretamente ci sembra il miglior punto di partenza. Essere pronti all’incontro, all’imprevisto e alle interferenze di alcuni codici «militanti» ci sembra imperativo. Riteniamo che queste disposizioni non impediscano di assumere la visione del mondo che porta i Soulèvements de la terre a voler partecipare attivamente al movimento. A costo di bloccare, chiediamo quindi di mirare direttamente alle lobby e alle infrastrutture più dannose per tutti, al servizio delle quali si mette attualmente questo governo.

In vista delle assemblee locali di preparazione al movimento che cominciano ad organizzarsi un po’ dappertutto per decidere gli obiettivi che avrebbero più senso e impatto, qui proponiamo alla discussione due possibili piste d’intervento, all’incrocio delle lotte alle quali partecipiamo e delle sfide proprie al 10 settembre.

Vivere bene, produrre bene, mangiare bene

In risposta alla rabbia sociale che ha portato all’appello del 10 settembre, una tempesta infuria contro il complesso agroindustriale, reso visibile dalla lotta contro la legge Duplomb. Mangiare, bere e respirare senza avvelenarsi è la base, ed è fondamentalmente legato al modo in cui viene prodotta la nostra alimentazione. Quale posto può occupare la questione agricola in un movimento di rabbia popolare oggi? Riteniamo che dovrebbe essere centrale riaffermare come l’agricoltura contadina sia parte della soluzione e richieda un ampio sostegno. Se la rivolta contro l’intossicazione del mondo e l’ondata di rabbia contro l’austerità neoliberista si incontrano, potrebbero riprendere in mano il complesso agroindustriale. Da questo punto di vista, come sottolinea la Confédération paysanne, “l’alimentazione è una questione altamente strategica che può essere un importante punto di convergenza per far sì che questo rientro sociale sia esplosivo”.

Garanzia dei redditi contadini, sostegno all’insediamento, difesa degli orti operai, recupero delle terre, sostegno all’accesso di tutti ad un’alimentazione di qualità, opposizione ai pesticidi, generalizzazione dell’agricoltura contadina: Non mancano le idee per andare verso una fabbrica popolare del sostentamento e dell’alimentazione. Ma affinché la “socializzazione dell’alimentazione” possa diventare altro che un incantesimo utopistico, diciamo che è la lotta per l’agricoltura contadina che deve essa stessa «socializzare». Vale a dire lasciarsi trasformare dagli incontri consentiti dalla lotta sociale più generale per la dignità delle classi popolari.

I luoghi di produzione e vendita emblematici dell’agroindustria e del libero scambio, le grandi infrastrutture che uccidono i contadini e il suolo e intossicano la popolazione possono essere bloccati efficacemente. I banchetti popolari, azioni di ridistribuzione e blocchi di grandi superfici sono altrettante occasioni d’incontro tra la lotta per la difesa delle terre e quella contro il piano Bayrou.

Far cadere il BBM (Bayrou Bolloré Macron)

I grandi gruppi capitalisti, come quello di Bolloré, sono i primi beneficiari dei regali fiscali che il governo non tocca mentre attacca i giorni festivi e la salute. 211 miliardi, è la cifra delle sovvenzioni annuali offerte alle grandi imprese senza alcuna contropartita. I capi più influenti del paese, che con una mano sostengono il piano Bayrou, non trascurano peraltro alcuno sforzo per portare l’estrema destra al potere. È che sanno che quello che fanno Retailleau e Bayrou oggi, l’RN (Rassemblement National) lo farebbe ancora meglio domani: far convergere misure ultra-liberali e liberticide, distruzione dei servizi pubblici e austerità per le classi popolari, diritto a inquinare tutto ed estrattivismo neo-coloniale, esacerbazione dell’islamofobia, strumentalizzazione dell’antisemitismo e vendita di armi a Israele in pieno genocidio a Gaza… Questa è l’immagine del fascismo che viene. La loro strategia è di deviare i sentimenti di rabbia in sentimenti mortali di odio dell’altro. Come Musk o Zuckerberg negli Stati Uniti, i Bolloré, Stérin, Arnault et consorti costruiscono un mondo dove regnano solo le regole dell’impresa e del profitto.

Una proposta tattica per il movimento è di prendere di mira i miliardari reazionari che saccheggiano, sfruttano e sono gli unici a beneficiare dei piani alla Bayrou. Bolloré in testa, perché possiede una macchina di propaganda estremamente potente e tossica. Questi media (Cnews, JDD, Europe 1,…) non mancheranno di caricaturare il movimento di settembre, di tentare di deviarlo o di criminalizzarlo per spegnerlo a colpi di menzogne e disinformazione.

In quest’ottica la campagna in corso contro l’impero Bolloré può essere un punto di appoggio e uno strumento. I siti del gruppo sono mappati, il loro funzionamento è spiegato e molti gruppi si sono già gettati nella battaglia.

Bolloré e i miliardari reazionari possiedono ovunque depositi, negozi, fabbriche. Fanno parte per noi degli obiettivi logici da bloccare e intorno ai quali aprire discussioni con i dipendenti. Di fronte al loro lavoro di divisione delle classi popolari, il 10 settembre e le sue conseguenze possono essere l’occasione per ricordare che i nostri nemici reali sono dalla parte di questi miliardari e delle loro ambizioni politiche.

Ci sono molti altri obiettivi e modalità di intervento pertinenti e ancora poche settimane per organizzarsi. Da diversi modi di “bloccare tutto” e definizioni di “mirare bene”, è giunto il momento di provare nuovamente la nostra potenza comune nelle strade .

Trova la mappa su https://indignonsnous.fr

https://lessoulevementsdelaterre.org/blog/10-septembre–tout-bloquer-et-bien-viser

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