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Nessun bacino a Saint-Sauvan, uno sguardo sulla marcia popolare e contadina

Sabato 16 novembre 2024, nonostante il freddo e i blocchi stradali della gendarmeria, quasi 1.000 persone hanno manifestato a Saint Sauvant contro i mega bacini e a favore di un’equa condivisione dell’acqua, in risposta all’appello lanciato dai collettivi Bassines Non merci, A l’eau la Vonne e dalla Confédération Paysanne.

da Bassines Non Merci

A causa di contrattempi legali, difficoltà finanziarie (alcune compagnie assicurative si stanno addirittura ritirando dai progetti!) e di un’opposizione massiccia e crescente, la costruzione di questo bacino, inizialmente prevista per il 2021, non è ancora iniziata. Con questa marcia popolare e contadina, il movimento anti-bacino mantiene alta la pressione sul progetto del mega-bacino SEV14 a Saint-Sauvant, a 15 km da Sainte-Soline, e continua a prepararsi a intervenire in caso di inizio dei lavori.

Il comune di Saint-Sauvant, attraverso il progetto SEV14, è stato al centro delle questioni relative alla condivisione dell’acqua per diversi anni. Nel 2021, un migliaio di persone aveva manifestato contro l’avvio del progetto, bloccato a seguito di un incendio di un mezzo del cantiere. Nel 2023, 600 ciclisti e decine di trattori hanno attraversato il villaggio per chiedere che l’Agenzia per l’acqua Loira-Brittany di Orléans smettesse di finanziare i mega-bacini. Poiché lo Stato è rimasto sordo alle loro richieste di condivisione dell’acqua, il movimento ha pianificato di tornare a manifestare nel luglio 2024. In risposta, il governo ha deciso di militarizzare Saint Sauvant e i comuni limitrofi e di incendiare il campo di 16 ettari di un agricoltore nel comune di Migné-Auxances, per impedire lo svolgimento della marcia contro i bacini. Nonostante la violenza usata dallo Stato, la marcia del 19 luglio ha contribuito a sensibilizzare l’opinione pubblica e a mantenere la pressione sulle multinazionali che spingono per i progetti di bacino, come Terrena e la sua filiale, la società di sementi Cérience.

“L’OTARDA CANTERÀ IN PRIMAVERA, NIENTE BACINI A ST-SAUVANT”

Eravamo in 1.000, accompagnati da diversi trattori e da alcune capre, nella città mercato di St-Sauvant sabato 16 novembre. Nonostante la presenza di 200 agenti di polizia, questa marcia popolare e contadina si è svolta in un’atmosfera festosa e determinata verso l’appezzamento di terreno dove verrà costruito il bacino. Sul posto, abbiamo denunciato gli scandali che hanno macchiato il progetto del bacino. Attraverso diverse iniziative, abbiamo anche ricordato che le alternative a questi progetti mortali sono possibili, per questo appezzamento di terreno e per il mondo agricolo nel suo complesso.

Un osservatorio per tenere d’occhio l’eventuale avvio dei lavori di costruzione e per prendersi cura delle piccole otarde.

La costruzione della SEV14 comporterebbe un forte aumento dei prelievi irrigui e un incremento del numero di appezzamenti irrigabili. È stato dimostrato che l’irrigazione a pioggia ha conseguenze irreparabili per l’otarda e che la costruzione di questo bacino sarebbe devastante per la sopravvivenza di questa specie protetta, classificata come in pericolo. Insieme ai naturalisti locali, abbiamo costruito un osservatorio per monitorare il ritorno delle popolazioni migratorie di otarda la prossima primavera. In una piccola area di appena 200 ettari a ovest di SEV14 vive il 10% della popolazione europea di otarda continentale.

L’allevamento di capre e la semina collettiva per aprire la strada all’agricoltura su piccola scala

Vista la minaccia che i bacini rappresentano per la condivisione dell’acqua nella regione, per le otarde e per il mondo agricolo, abbiamo effettuato una semina collettiva di una miscela di cereali con la Confédération Paysanne su un appezzamento di mais. Questa miscela di cereali (in questo caso triticale e piselli) viene solitamente utilizzata per l’alimentazione degli animali, come complemento all’erba. Mentre le cooperative di burro della DOP Charentes-Poitou, rispondendo alle ingiunzioni dell’agroindustria, impongono, ad esempio, una percentuale minima del 50% di mais nell’alimentazione delle vacche da latte, l’obiettivo era dimostrare che è possibile nutrire il bestiame in modo diverso, sviluppando al contempo i pascoli.

Il drink d’addio del prefetto Girier

Mentre bevevamo succo di mela caldo per festeggiare la partenza dell’uomo che il 19 luglio ha incendiato un campo e messo in pericolo migliaia di persone, il prefetto Girier si è distinto ancora una volta come difensore degli interessi privati. Era a poche centinaia di metri dalla manifestazione, per salutare uno dei membri delle 5 aziende agricole collegate al SEV14, Girier ha cercato invano di intimidire un’ultima volta il movimento annunciando una denuncia per aver calpestato un campo coltivato. Evidentemente non è un esperto di agronomia, perché anche se si seminasse un miscuglio di avena e trifoglio intorno al bordo (e solo al bordo) dell’appezzamento, la compattazione causata dal calpestio sarebbe benefica.

Il ritorno graduale della nebbia ha contribuito a eliminare la presenza della polizia dal paesaggio. Questa marcia è un’altra vittoria: la lotta contro i bacini e per l’acqua condivisa sta mobilitando persone al di là del Poitou ️ e restiamo determinati a impedire l’avvio del cantiere e di tutti gli altri progetti di bacino.

No bassaran

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pubblicato il in Crisi Climaticadi redazioneTag correlati:

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