InfoAut
Immagine di copertina per il post

Ad Afrin violenze e saccheggi di esercito turco e jihadisti. Aggiornamenti dalla Siria del nord

||||

Pubblichiamo la trascrizione di una corrispondenza inviataci oggi da Jacopo, compagno torinese che da molte settimane ormai sta raccontando sul campo la resistenza e la situazione di Afrin e che al momento, dopo l’invasione del cantone da parte delle forze turche e jihadiste, si trova nel cantone di Cizire, sempre nella Federazione della Siria del Nord.

Dal cantone di Afrin occupato dall’esercito turco e dalle bande jihadiste arrivano le notizie delle violenze che questi stanno commettendo sulla popolazione civile, dei saccheggi delle proprietà private e delle minacce perché vengano svelati in quali case stessero le persone più coinvolte dalle istituzioni dell’amministrazione autonoma democratica o le famiglie dei martiri. Inoltre anche le persone che cercano di tornare nelle proprie case dopo le settimane di bombardamenti spesso vengono fermate dalle bande islamiste e vengono condotte in altri luoghi talvolta sconosciuti: a volte si tratta di altri villaggi, altre addirittura della città di Azaz dove poi vengono strettamente controllate dall’esercito turco e dalle bande islamiste. Quindi ci sono persone che non possono tornare alle proprie abitazioni e ai propri villaggi originari. E sono arrivate notizie proprio ieri del rapimento sistematico di decine di ragazze che poi vengono tenute prigioniere in case a disposizione delle bande islamiste e dell’esercito turco e di cui non si sa la sorte. Queste sono le notizie che ci arrivano da entro il cantone di Afrin da parte della popolazione civile.

Dall’altro lato un accordo tra Turchia, Russia e regime di Damasco farà sì che i combattenti islamisti di al-Nusra, di Arar al-Sham e cosi via – che in questo momento si trovano a East Ghouta – saranno trasportati ad Afrin insieme alle loro famiglie: si tratta di circa 13.400 persone e già diversi convogli sono arrivati nella città di Afrin. Quindi sta progredendo anche questo passaggio di pulizia etnica, di cambiamento demografico e di costituzione di un’area omogenea di islamisti jihadisti che vivano tra Idlib, Afrin e Jarablus.

La Turchia inoltre ha creato un consiglio per governare sul cantone di Afrin; ovviamente si tratta di un consiglio fantoccio costituto da collaborazionisti, da persone che hanno sempre vissuto o in Turchia o da altre parti ma sempre vicine e collaborazioniste con lo stato turco e nello specifico con i servizi segreti turchi. In particolare il portavoce di questo consiglio è Hasan Shandi, noto perché vicino al servizio segreto turco e appartenente alla branca siriana del partito di Barzani: è accusato di aver condotto in passato degli attentati nella città di Afrin contro le istituzioni civili del cantone e ovviamente di avere causato diverse vittime civili.
Questo consiglio sarà poco più che fantoccio perché le cariche principali saranno in mano a funzionari dello stato turco, quindi il capo della polizia più altri ruoli chiave. All’interno della polizia saranno integrati almeno 450 jihadisti, ma soprattutto la notizia che rende il tutto più chiaro è che in realtà Afrin farà parte del governatorato turco di Hatay e quindi sarà retto dal governatorato turco.

Nel frattempo la popolazione civile di Afrin che adesso si è rifugiata nella regione di Sheba è chiaramente in condizioni molto difficili perché si tratta di più di 160.000 persone; l’organizzazione dei campi profughi e dell’accoglienza sta andando avanti, le condizioni stanno lentamente migliorando ma è ancora principalmente solo la Mezzaluna Rossa curda che provvede con convogli a portare i generi necessari e le cure mediche. Dal campo profughi di Fafin nella regione di Sheba l’assemblea del popolo ha mandato un messaggio alle Nazioni Unite chiedendo che intervengano non solo per aiutarli nelle loro condizioni difficili ma anche per garantirne il ritorno alle proprie terre e alle proprie case in un cantone di Afrin libero. Hanno mandato questo messaggio dopo un’assemblea e sempre nei campi profughi nella regione di Sheba una delegazione russa si è presentata due giorni fa ed è stata cacciata con pietre e bastoni dal popolo di Afrin, perché ovviamente i russi sono tra i primi responsabili di quanto è accaduto e sta accadendo.

1

 

Inoltre, sempre nel quadro di un accordo tra Russia, Turchia e regime di Damasco, la Russia ha dato il via libera alla Turchia di invadere anche la regione di Sheba, ritirando di nuovo la sua presenza in questa regione. Per adesso però non ci sono né un’occupazione, né attacchi alla regione da parte di esercito turco e bande islamiste, quindi non è ancora chiaro come e se avverrà l’invasione di anche questo pezzo di territorio liberato della Federazione della Siria del Nord.

Nel frattempo all’interno del cantone di Afrin sta continuando la resistenza sotto forma di guerriglia. Le azioni sono state diverse, in particolare ci sono state azioni sulla strada tra Afrin e Cindirese, ci sono state azoni più grosse a Mama Gur, nel distretto di Bible, dove è stato distrutto un tank dell’esercito turco e anche 4 militari turchi sono stati uccisi. Nel villaggio di Dayr Sawan, nella regione di Sera, una base della divisione Sultan Murad (islamisti armati e addestrati dalla Turchia) è stata attaccata e 30 di loro sono stati uccisi. E poi un’altra azione nel villaggio di Diqê in cui sono stati uccisi, tra gli altri, due noti capi islamisti di cui sono state anche diffuse le identità: uno faceva parte della formazione islamista Jabhat al-Shamiya, mentre l’altro era una delle figure importanti di Arar al-Sham.

La situazione è perciò ovviamente molto difficile ma le perdite per gli occupanti sono molto dure anche in questo periodo e quindi la resistenza di Afrin continua.

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

Afrinkurdistanturchia

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Vittoria dei portuali di Marsiglia e Genova. Rimaste a terra le mitragliatrici, la nave cargo diretta ad Haifa viaggia vuota

La nave è dovuta ripartire vuota di armamenti israeliani, e vuota farà tappa sabato a Genova soltanto per un “rifornimento tecnico”.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Genova: i portuali pronti a rifiutare di caricare il cargo di armi per Israele

I portuali in Francia si rifiutano di caricare il cargo di armi per Israele: pronti al blocco anche a Genova.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Militari israeliani in “libera uscita” in Italia

Stress da genocidio? Se vuoi rilassarti vieni nel Bel Paese! Non è uno slogan pubblicitario di un mondo distopico, ma potremmo rappresentarcela così l’offerta, comprensiva di relax,  tour turistici alle bellezze naturalistiche e culturali delle Marche, di cui ha usufruito a fine 2024 un gruppo di giovani militari israeliani in “libera uscita”, ma pur sempre scortati e protetti dalla DIGOS per garantirne la massima riservatezza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

El Salvador: Sei anni di Bukele con poteri ampliati, stato d’emergenza e detenzione degli oppositori

La deriva autoritaria del presidente di El Salvador.

Bukele celebra il suo sesto anno di mandato e il primo dalla sua controversa rielezione, sostenendosi su un regime d’emergenza che accumula denunce per violazioni dei diritti umani e la persecuzione delle voci critiche.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Catania: salpata la nave umanitaria della Freedom Flotilla “per rompere l’assedio di Gaza”

In circa una settimana di navigazione, l’imbarcazione umanitaria Madleen della Freedom Flotilla dovrebbe raggiungere le acque basse della Striscia di Gaza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

“Non lasceremo loro nulla”. La distruzione del settore agricolo e dei sistemi alimentari di Gaza /2

Questo rapporto “Non lasceremo loro nulla” (*) affronta la distruzione del settore agricolo e delle strutture legate alla produzione alimentare durante l’assalto militare israeliano in corso sulla Striscia di Gaza dal 7 ottobre 2023. di Palestinian Centre for Human Rights, da ECOR Network Qui la prima parte. II. La distruzione israeliana del settore agricolo e dei sistemi […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Brescia: contestato il Ministro Tajani “Contro il genocidio in Palestina e le complicità anche italiane. Palestina Libera!”

A Brescia forte contestazione di almeno 150 tra studenti e attivisti contro la presenza alla facoltà di Giurisprudenza del ministro degli esteri e vicepremier Tajani, invitato dall’Ateneo per inaugurare un corso di laurea.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

“Indignazione per le dichiarazioni di Netanyahu: ‘Nessuna carestia a Gaza, i palestinesi sono sovrappeso’”

Il primo ministro sostiene che le immagini di migliaia di prigionieri palestinesi seminudi dimostrerebbero che hanno cibo a sufficienza, mentre esperti internazionali lanciano l’allarme su una carestia imminente.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Palestina: militarizzazione degli aiuti e silenzio internazionale. Il punto della situazione con Eliana Riva

Ogni giorno porta nuove atrocità in Palestina: oggi, almeno 17 persone sono state uccise dall’esercito israeliano in tutta Gaza, tra cui otto vittime durante un raid contro la casa del giornalista Osama al-Arbid, nel nord della Striscia. Il giornalista sarebbe sopravvissuto, ma molti dei suoi familiari sono stati uccisi.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Manifestazione nazionale contro il riarmo, la guerra e il genocidio in Palestina: 21 giugno a Roma

La data per la manifestazione nazionale a Roma contro il riarmo e la guerra è stata individuata nel 21 giugno, poco prima che si tenga il summit NATO all’Aja dal 25 al 25 giugno sulla Difesa e la spesa militare.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Pkk annunciato lo scioglimento della struttura organizzativa e la fine della lotta armata

Il Partito dei Lavoratori del Kurdistan, il Pkk, ha annunciato di avere tenuto a inizio maggio il 12/mo congresso, che ha deciso di sciogliere la struttura organizzativa e porre fine alla lotta armata.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Collaborazione tra industrie delle armi italiane e turche: lunedì mobilitazione a Torino contro il “Forum Turchia”

Lunedì 12 maggio a Torino si terrà il forum “Turchia: un hub verso il futuro”, promosso dalla Camera di Commercio con l’obiettivo dichiarato di “rafforzare la cooperazione economica” tra Italia e Turchia nei settori dell’aerospazio, dell’automotive e della digitalizzazione.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Turchia: l’arresto di Imamoglu scatena nuove proteste contro Erdogan

In Turchia sono scoppiate massicce proteste dopo che le autorità giudiziarie – all’interno di una vasta operazione contro centinaia di persone –  hanno arrestato Ekrem Imamoglu, il sindaco di Istanbul, pochi giorni prima che venisse scelto come candidato del partito di opposizione laico CHP alle presidenziali.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

PKK: rispetteremo l’appello del leader Öcalan, dichiariamo il cessate il fuoco

Il Comitato esecutivo del PKK ha dichiarato in un comunicato: “Siamo d’accordo con il contenuto dell’appello del leader Öcalan” e dichiariamo un cessate il fuoco a partire da oggi. Tradotto da ANF Il Comitato esecutivo del PKK ha dichiarato in un comunicato: “Siamo d’accordo con il contenuto dell’appello del leader Öcalan così com’è, e dichiariamo […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Kurdistan: appello storico di Ocalan. “Tutti i gruppi devono deporre le armi e il PKK deve sciogliersi”

cL’atteso appello del leader e cofondatore del Partito dei Lavoratori del Kurdistan, Abdullah Ocalan, è stato diffuso oggi pomeriggio, giovedì 27 febbraio 2025, ma senza l’atteso video-messaggio, evidentemente bloccato da Ankara. A parlare quindi deputate-i del partito della sinistra curda e turca Dem che si sono recati recata sull’isola-carcere di Imrali, dove Ocalan è detenuto da 26 anni. […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

150 realtà politiche e sociali si incontrano a Vienna per la People’s Platform: alcune valutazioni sulla 3 giorni

Riprendiamo da RadioBlackout: Centinaia di organizzazioni politiche e sociali, per un totale di 800 delegati/e, si sono incontrate a Vienna tra il 14 ed il 16 febbraio in occasione della People’s Platform Europe. Si è trattato di un incontro internazionalista organizzato da collettivi e realtà vicine al movimento di liberazione curdo con l’obiettivo di creare […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Intervista esclusiva all’Accademia della Modernità Democratica e Foza Yusif, membro del comitato di co-presidenza del Partito di Unione Democratica (PYD)

Abbiamo avuto l’occasione di realizzare questa intervista all’Accademia della Modernità Democratica con al suo interno un contributo (citato tra virgolette) di Forza Yusif, membro del comitato di co-presidenza del PYD..

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

TURCHIA: IL LEADER DEL PKK OCALAN INCONTRA PER LA SECONDA VOLTA UNA DELEGAZIONE DI DEM

Riprendiamo da Radio Onda D’urto: Dopo anni di completo isolamento, nel giro di poche settimane una delegazione del partito della sinistra curda e turca Dem, terza forza del Parlamento turco, ha potuto incontrare oggi, mercoledì 22 gennaio e per la seconda volta Abdullah Ocalan, leader del Partito dei Lavoratori del Kurdistan – Pkk, imprigionato dal […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

L’escalation di Erdogan contro il Rojava

La Turchia e le milizie islamiste filo-turche, in particolare l’Esercito nazionale siriano (SNA), stanno sfruttando lo spostamento di potere a Damasco per colpire le aree di autogoverno controllate dai curdi nella Siria settentrionale e orientale. Ankara giustifica queste azioni sostenendo che i gruppi che operano nella regione, in particolare le Unità di difesa popolare curde […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Malpensa: bloccati i check-in di Turkish Airlines in solidarietà con il Rojava. Violenze contro i manifestanti

Ieri mattina, 9 gennaio 2025, in risposta ai continui attacchi della Turchia alla Amministrazione Autonoma Democratica del Nord Est della Siria (Rojava, DAANES), molti giovani hanno bloccano il check-in del volo a Milano Malpensa.