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Bangladesh: nuovo incendio in fabbrica, proteste dei lavoratori

Anche se la causa del rogo non è ancora stata accertata, i vigili del fuoco intervenuti sul posto hanno confermato, dopo un sopralluogo, che la ‘Smart export indumenti’ non era dotata di un adeguato sistema anti-incendio per far fronte a episodi di questo tipo, molto frequenti nel paese.

In Bangladesh è infatti ancora vivo il ricordo dell’incendio scoppiato solo due mesi fa, il 24 novembre, in un’altra fabbrica, che si era concluso con un bilancio molto più pesante di 112 operai uccisi e ancor più i feriti.

La rabbia per la notizia del nuovo incendio di sabato ha spinto in breve centinaia di lavoratori a radunarsi sotto la sede del ‘National Press Club’, dove hanno chiesto a gran voce che tutte le fabbriche del paese vengano messe in sicurezza e che i proprietari degli stabilimenti non a norma paghino per la responsabilità delle molte vittime causate dalle condizioni di incuria e sfruttamento che regnano in molti posti di lavoro.

In realtà il Bangladesh ha siglato da tempo un documento che sancisce le norme di sicurezza (il BFBSA, Bangladesh Fire and Building Safety Agreement) che viene però ampiamente disatteso tanto dai proprietari locali quanto dalle grandi multinazionali che producono nel paese per gonfiare i propri profitti grazie al basso costo della manodopera e alle garanzie quasi nulle che vengono accordate ai lavoratori anche in materia di sicurezza.

Nuove proteste sono state indette per oggi sotto l’associazione nazionale che riunisce produttori ed esportatori del paese.

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