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Catalogna, in piazza la reazione unionista. Prosegue il braccio di ferro tra Madrid e Barcellona

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Aggiornamenti dalla delegazione di Infoaut a Barcellona.

Negli ultimi giorni è slittata da lunedì a martedì la seduta del Parlamento catalano a seguito del blocco da parte della corte costituzionale, aggirato dal governo Puidgemont dichiarando un ordine del giorno che non prevede esplicitamente la Dui (Dichiarazione unilaterale d’indipendenza), ma una discussione sulla “situazione politica attuale”.

Continua così il braccio di ferro tra il governo catalano e quello centrale. All’imponente sciopero generale di lunedì, la cui massiccia partecipazione ha legittimato le scelte del governo indipendentista, è arrivata nella giornata di ieri la risposta di piazza unionista. L’alta affluenza di dimostranti a Barcellona, molti dei quali provenienti da altre regioni della Spagna (si stimano 500.000 manifestanti) va infatti interpretata come ulteriore dimostrazione di forza per rispondere alla convocazione di Società Civile Catalana, piattaforma contro l’indipendenza. Presenti i partiti di destra Ciudadanos e PP, nonché numerosi gruppi dell’estrema destra spagnola e locale.

Dure le parole degli ospiti sul palco, dall’iniziale invocazione allo stato di diritto (panacea ripetutamente invocata in questi giorni da ogni parte in causa) alle minacce di passare “dalle trincee alle strade”, estirpare la “peste” da Barcellona e sconfiggere i terroristi, fino alla commemorazione dal sapore colonialista dei catalani morti per la conquista dell’America, invitando addirittura i migrati dalle ex-colonie a scendere in piazza per l’unità spagnola. Di un certo peso anche la presenza in prima fila e le parole pesanti del premio Nobel per la letteratura Vargas Llosa.

La manifestazione si è sciolta velocemente e mentre alcuni gruppi si sono spostati a protestare davanti alla Generalitat catalana, invocando le dimissioni di Puidgemont e fronteggiandosi con i Mossos (il corpo di polizia catalano accusato di spalleggiare gli indipendentisti e il cui vertice Trapero è al momento inquisito per sedizione), altri sono rimasti per ore sotto la sede della Policía Nacional, dove hanno invece celebrato le forze dell’ordine spagnole e il loro violento intervento contro il referendum della settimana scorsa.

Le dichiarazioni di Puidgemont nella serata di domenica rimarcano l’attuale assenza di qualsivoglia contatto con il governo centrale e l’intenzione – che per ora rimane dichiarata – di procedere con l’applicazione della legge del referendum. La tensione politica rimane alta, con l’esercito schierato fuori dai luoghi strategici e che potrebbe intervenire per impedire l’ingresso dei politici in Parlamento domani o arrestare Puidgemont, anche se la vita della città continua apparentemente indisturbata.

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