A Temuco, capitale della regione mapuche dell’Araucanìa, il corteo funebre ha occupato l’Intendenza comunale e negli scontri che si sono succeduti sono state arrestate molte persone tra cui la madre e la sorella di Matias.
A Santiago gli studenti si sono dati appuntamento per la sera del 4 gennaio, chiarendo sul web l’intenzione di far sentire fisicamente la propria rabbia a chi ha brutalmente posto fine alla vita del loro compagno. Una moto della polizia è stata assaltata e data alle fiamme, e un pullman della Transantiago rovesciato ed incendiato per difendersi dagli assalti dei carabineros.
Perchè la lotta del popolo Mapuche è la lotta di tutto il Chile, un faro che da sempre illumina la strada dei movimenti di rivendicazione del paese. E quest anno appena trascorso ha aperto i battenti proprio con la rabbia indigena nei confronti di Piñera e del progetto Hidroaysen che ha poi dato il via alle mobilitazioni successive.
A pochi giorni dall’inizio dell’anno nuovo gli studenti colgono quindi l’occasione per precisare al governo il tenore dei mesi che verranno, e salutare le dimissioni del ministro dell’educazione Felipe Bulnes. Da quando è iniziata la mobilitazione studentesca, nel maggio 2011, il ministero dell’istruzione è diventata la bestia nera del governo Piñera. Da Lavìn, che prima di assumere l’incarico era considerato l’uomo forte della DC cilena, e che ora occupa ruoli di secondo piano nel governo, a Bulnes, esponente della crema forense di Santiago, ora ritiratosi dalla politica per “motivi personali”. Ad occupare la poltrona lasciata vacante andrà ora Harald Beyer, già consigliere della Bachelet sul tema della formazione durante la rivolta dei pinguini, e facente parte della “commissione di esperti per un’istruzione di qualità” del governo Piñera.
Dunque un nuovo anno che non auspica grandi novità sul fronte cileno, in cui entrambe le parti restano saldamente ancorate al loro punto di vista e alle loro pratiche fino a qui sperimentate: rimpasti di governo da un lato, cortei molotov e assalti alla polizia dall’altro.
Staremo a vedere chi riuscirà a spuntarla.