Chile despertó y entierra Pinochet
La vittoria travolgente nel referendum che ha dato luogo alla Costituente si fonda ed esalta il Movimento che per mesi ha affrontato le violenze, la repressione e gli omicidi di stato del regime di Pinera e dunque le parole d’ordine riguarderanno le lotte di genere, dell’ambiente e delle comunità indigene; contro il peggior regime neoliberista, che mise per volere del dittatore per antonomasia la dottrina neoliberista in Costituzione, addirittura la preminenza del privato sul pubblico sancito nella Carta.
Quella Constitución del 1980 che da domani verrà smantellata pezzo a pezzo, senza che una nostalgica destra asfittica e priva di idee se non liberticide, che tra gli ultimi atti ha privatizzato l’acqua, possa opporsi, perché non ha raggiunto nemmeno un terzo dei seggi della Costituente e finalmente verrà restituita una minima parvenza di welfare, alla faccia dell’ingombrante salma di Pinochet.
Intanto ci si può godere il 21% a cui si ferma l’intera destra e il pieno nel controllo degli enti locali.
Come avverte anche https://www.dinamopress.it/news/elezioni-in-cile-tra-sconfitta-della-destra-e-sfida-costituente/ la destra ha già cominciato a minacciare fughe di capitali e caduta di borsa, ancora maggiore precarietà economica per contrastare la possibilità che il blocco progressista possa andare a incassare anche il presidente con le prossime elezioni di novembre; il presidente che dovrà gestire la transizione sulla base della Costituzione, il cui testo va approvato entro un anno e sottoposto a un referendum confermativo. Il passato spaventa un po’ in questo senso, perché gli antifascisti sono portati a dividersi dovunque, ma in particolare in Cile le sfumature creano solchi e la componente progressista è composita, anche perché la sinistra storica è molto diversa dagli Indipendenti delle lotte del 2019 o dalle istanze dei popoli indigeni; sarà importante mantenere al centro le parole d’ordine legate ad ambiente, diritti di genere e delle comunità autoctone, welfare: sanità, istruzione, trasporti… Ora la sinistra movimentista che diventa costituente e la sinistra istituzionale, sempre immobilista e con le mani legate proprio dall’orrida Costituzione del dittatore, hanno l’occasione per mettere definitivamente nell’angolo la destra che in Cile è fascista, perché neoliberista.
Ma abitanti dell’Isola di Pasqua, mapuche, aymara, la Terra del Fuoco hanno finalmente la possibilità di vedere riconosciuti i propri diritti, perché sono coinvolti nel processo, nella svolta… che si collega idealmente alla Riforma agraria di Salvador Allende. Ma non si riparte da lì, si riprende con il Movimiento di 50 anni dopo… con lotte determinate e radicali come quella mapuche, che sa di dover difendere il territorio a prezzo dell’estinzione, perché le multinazionali del legname (per lo più cinesi) stanno devastando l’ecosistema che tutela la vita del popolo mapuche.
Ma non solo in Cile si sta ricompattando un Fronte di società civile che può dare una svolta dal basso, movimentista. Soprattutto sulla costa occidentale, come in Ecuador, Colombia… non ancora in Brasile o in Argentina.
Ne abbiamo parlato con @alfredosomoza, scrittore, storico, giornalista:
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