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Cile: intervista a Hector Llaitul, voce del popolo mapuche represso

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Il portavoce della CAM (Coordinadora Arauco Malleco) spiega come il suo movimento stia cercando di recuperare le terre rubate dallo Stato cileno.

di Ecomapuche da La Bottega del Barbieri

Il 31 maggio 2022 la camera dei deputati del Cile dichiara 4 associazioni mapuche come “terroriste”. Dichiarando “nemico interno” la voce delle popolazioni originarie il governo di Boric criminalizza e reprime ulteriormente i diritti del popolo mapuche, uno dei popoli indigeni più numerosi del paese.

Hector Llaitul è portavoce della CAM (Coordinadora Arauco Malleco), una organizzazione mapuche nata nel cuore della regione dell’Araucania, storicamente chiamata “Zona rossa”. Un’area altamente militarizzata, in cui vige lo stato d’eccezione perenne e le cui terre sono state acidificate, rese aride e invivibili da un feroce estrattivismo della cellulosa e del legname. La storia di questo popolo mostra le conseguenze del land grabbing quando il governo diventa il braccio armato degli interessi delle multinazionali.

In questa intervista, girata sulle rive del Lago Lleu Lleu, Hector Llaitul spiega meglio le origini del Wallmapu, come il suo movimento si sia formato per recuperare le terre rubate dallo Stato cileno e come il suo movimento e i Mapuche in generale siano oggi perseguitati. Parla dell’operazione Huracán e di come le politiche dello Stato non siano incentrate sull’inclusione ma sullo sterminio. Llaitul afferma che il suo movimento non aprirà il dialogo con il governo, finché ci sarà una presenza militare nella regione. Il portavoce della CAM critica il governo precedente e quello attuale e spiega come il suo movimento combatta l’industria estrattiva forestale della regione. Spiega anche come la presenza dei militari nel sud del Cile non faccia che aggravare il conflitto e come il suo movimento risponderà a questa presenza militare.

Guarda l’intervista realizzata da Boris van der Spek (Chile Today) in collaborazione con Werken Noticias.

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