Colombia: primi colloqui verso il processo di pace tra Farc e governo
Si tratta in realtà di una fase ancora simbolica, poiché i veri negoziati prenderanno il via a Cuba verso la metà di Novembre, ma l’incontro di ieri segna comunque un passaggio importante verso una possibile svolta nel conflitto, durato più di 50 anni, tra il governo colombiano e le FARC.
Solo dopo il raggiungimento di un accordo verrà dichiarato il cessate il fuoco.
Non è il primo tentativo di dialogo avviato dall’inizio del conflitto, ma il tavolo norvegese segna comunque una rottura rispetto alla politica degli ultimi 10 anni, caratterizzati dal pugno di ferro e l’intransigenza che l’ex presidente Uribe ha opposto per tutto il suo mandato alla presenza delle FARC sul territorio.
I sanguinosi decenni che la Colombia si è lasciata alle spalle sembrano dunque aver portato al governo la consapevolezza di non poter risolvere il conflitto su un piano militare e di dover quindi fare aperture nella direzione di un dialogo politico.
Il governo è inoltre consapevole che la partita che si gioca potrebbe essere decisiva anche in termini elettorali per una possibile rielezione di Santos nel 2014, che certo aumenterebbe il proprio consenso se riuscisse laddove tutti i suoi predecessori hanno fallito.
In un comunicato letto ieri ad Oslo alla presenza delle parti in causa e dell’emissario di Cuba (che assieme ai norvegesi farà da garante per il processo di pace) il governo e le FARC hanno stabilito l’apertura dei negoziati per il prossimo 15 Novembre all’Avana.
La lista delle questioni che verranno discussa toccherà molte problematiche, in primis la mai risolta questione agraria, che chiama in causa interessi e poteri rilevanti (da quelli dei proprietari terrieri a quelli delle multinazionali presenti nel paese) ma, per ora, l’incontro di Oslo sembra essersi aperto sotto il segno di un timido ottimismo da entrambe le parti.
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