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Colombia: Scenario di guerra a El Calipso, Cali

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Dal passato 28 aprile, la città di Cali si è consolidata come l’epicentro di una lotta popolare mai vista nelle città del paese. Sono molteplici i punti di blocco permanente in lungo e largo i suoi principali viali.

Anche se a prima vista l’urbe si muove con un grado di “tranquillità” e “normalità” per l’apertura del commercio, delle banche, transito veicolare e pedonale, la maggioranza del sistema di trasporto (Mío) non sta funzionando per le molteplici barricate installate in lungo e largo la città e per le stazioni bruciate. Allo stesso modo, i punti di resistenza giovanile popolare sempre più sono sotto tensione, è il caso della zona conosciuta come El Calipso o “Apocalipso” come molti l’hanno ribattezzata.

Dopo la denuncia che specifica che le installazioni del magazzino Éxito di El Calipso sono state utilizzate come centro di tortura e di assassinii contro i manifestanti, la situazione dei diritti umani è ogni volta di più complessa. Dalle tre del pomeriggio di sabato 22 maggio il quartiere Julio Rincón è stato circondato da un importante numero di agenti della polizia della controguerriglia, che hanno accerchiato tutti gli isolati e hanno obbligato tutta la popolazione a rinchiudersi nelle proprie case.

Il comportamento della polizia ha generato un forte confronto con i giovani popolari della prima linea, che con pietre e bastoni si sono scontrati con le forze armate che sparavano con armi da fuoco, bombe stordenti e gas lacrimogeni, che in modo indifferenziato colpivano anche coloro che stavano nelle proprie case.

Secondo fonti vicine a desde abajo sulla scena si sono presentati attacchi contro la copertura che ne stava facendo l’odierno popolare Canal 2, tutto è esploso di fronte al comportamento della polizia che impediva l’entrata delle commissioni dei diritti umani nella spaventosa e terrificante scena del centro di tortura Éxito di Calipso dove -secondo quanto informa la comunità- pavimenti e indumenti del luogo avevano ancora tracce di sangue, nonostante che fossero state cancellate lavando urgentemente i pavimenti del posto.

In mezzo alle reiterate scene di violenza e repressione vissute in diversi quartieri di Cali fin dal momento in cui ha preso forma lo sciopero nazionale, le comunità organizzate denunciano la scomparsa di 558 persone, smisura cifra di violenza e terrore che disegna con crudezza lo scenario di guerra urbana a cui oggi è sottoposta la città, una dittatura di fatto in cui l’opinione del Sindaco è al secondo o terzo posto e coloro che determinano quello che si fa lì e come si fa sono le forze armate.

Al momento di terminare la scrittura di questo articolo urgente, l’ululare delle sirene spegne il cinguettio degli uccelli, dominanti al giungere dell’alba. A Cali la tranquillità della vita è andata perduta per lasciare il posto al dominio della morte.

Felipe Martínez

23 maggio 2021

desde abajo

Da Comitato Carlos Fonseca

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