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Colombia, sciopero agrario. In migliaia bloccano le strade

Nella giornata di ieri, l’oceanica partecipazione allo sciopero ha portato a scontri tra i contadini e la polizia colombiana. Numerose sono state infatti le strade bloccate in più di 20 dipartimenti della Colombia. A Bogotà, centinaia di persone sono scese in strada a protestare in cinque diversi punti della città, comunicando il loro rifiuto verso le politiche economiche del Governo e ai Trattati di Libero Commercio che mettono la parola fine alle terre coltivate, alle miniere e ad atri settori analoghi.

Nei due giorni di sciopero, circa 16mila poliziotti sono stati dispiegati per reprimere la protesta che ha raggiunto il suo apice nella giornata di ieri. L’atteggiamento aggressivo della polizia ha portato a numerosi feriti e circa 50 persone arrestate, tra di loro, alcuni giornalisti. Almeno un manifestante risulta ferito da un colpo di arma da fuoco.

Nella Valle del Cauca, circa 600 persone che si trovavano a manifestare davanti al municipio, sono state circondate per diverse ore dalla polizia, che aveva a suo tempo ricevuto l’ordine di sgomberare le piazze e le strade per rendere inefficace lo sciopero. Tra le istanze dei lavoratori del settore agrario e minerario, l’incremento di misure che aiutino la produzione agraria locale, la partecipazione delle comunità e dei piccoli e tradizionali minatori nella regolazione della politica mineraria, misure e garanzie reali per l’esercizio dei diritti politici della popolazione rurale e agevolazioni per la popolazione rurale e urbana nell’ambito dell’educazione, salute, casa, servizi pubblici e trasporti.

Nel frattempo, ancora oggi, migliaia di colombiani continuano a raggiungere diversi punti in tutto il Paese, per proseguire la mobilitazione. Lo sciopero agrario e popolare quindi, continua ad oltranza. Le mobilitazioni stanno ricevendo sempre più una connotazione popolare e di massa, dopo che si sono uniti alle proteste anche camionisti, studenti, operai, medici, insegnanti e organizzazioni sociali.

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