Condannato Cristophe, il pugile dei gilets! Domani Acte XIV, verso il grande appuntamento del 16 marzo
Christophe Dettinger, il pugile francese assurto alla ribalta per gli scontri di piazza dell’atto VIII dei gilets jaunes, è stato condannato lo scorso mercoledì a due anni e mezzo di prigione. Il “gitano di Massy” potrà ad ogni modo beneficiare della sospensione condizionale di un anno e mezzo della pena. Pena che potrà essere scontata attraverso il regime di semi-libertà, a cui si aggiungono cinquemila euro di multa e il divieto di dimora semestrale a Parigi.
Christophe è solo uno dei tanti gilet che devono subire la repressione giudiziaria seguita all’esplosione di una rivolta storica per la Republique. Non sono ovviamente sotto alcuna accusa le violenze poliziesche, con gli spari di flashball e granate esplosive, i caroselli, i pestaggi indisciminati. Violenze responsabili di 14 morti e decine di feriti tra i manifestanti dal 17 novembre ad oggi.
Intanto, mentre va in onda in Francia la pantomima del “Grand debat national” lanciato da Macron, i gilet non solo scendono in piazza ogni sabato, con domani che non farà eccezione per l’Acte XIV. Allo stesso tempo si riorganizzano per un ulteriore rilancio della protesta. Il 16 marzo, giorno della fine del dibattito macroniano, è stata convocata a Parigi una grande manifestazione.
Questa è stata assunta dalle varie declinazioni locali del movimento GJ, ma non solo. A scendere in piazza saranno anche i comitati delle periferie contro le violenze poliziesche, così come i movimenti e le associazioni per il contrasto al cambiamento climatico. Il 14 marzo inoltre è stata convocata una giornata di mobilitazione da parte della CGT, a cui seguirà il 18 uno sciopero intersindacale.
Ma il 16 marzo è stato assunto anche da forze partitiche come la France Insoumise di Melenchon. Proprio lo scarto tra il carattere antipartitico dei gilet e alcune volontà di sfruttarlo in termini elettorali sono al centro delle discussioni. Non è un qualcosa che riguarda dunque solo la nostra attualità politica, con il viaggio grillino a stringere legami con alcuni dei portavoce dei gilet che tanto ha fatto innervosire Parigi.
Sono infatti già tre le formazioni partitiche che immaginano di rappresentare i gilets alle prossime elezioni. Dietro una di queste c’è addirittura Bernard Tapie, imprenditore ex presidente dell’Olympique Marsiglia, paragonabile a una sorta di Berlusconi transalpino. Non proprio un membro del popolo contro le elites.
Una posizione, quella della rappresentanza elettorale del movimento, che non convince moltissimi dei manifestanti. Pronti a tornare in piazza in autonomia da qui al 16 marzo per andare direttamente all’attacco di Macron e del suo governo.
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