Il conflitto sociale in Francia – video
Nonostante i media italiani sorvolino completamente su queste mobilitazioni, in Francia da diversi giorni c’è stata una ripresa del conflitto sociale nelle strade.
Probabilmente, anzi, questo non si è mai interrotto, ma durante il periodo di confinamento i diversi soggetti sociali in lotta hanno trovato modi originali per esprimersi e organizzarsi nella quarantena. Adesso assistiamo a un progressivo ritorno nelle piazze, con l’emersione di vecchi e nuovi soggetti che si misurano con le contraddizioni emerse dalla pandemia, ma anche con il tentativo da parte dello stato e del governo Macron di utilizzare questa per irrigidire il controllo sociale e il disciplinamento della popolazione in un contesto in cui le istituzioni sono sempre più delegittimate anche a seguito dell’inadeguatezza delle misure che sono state prese per evitare il diffondersi del contagio.
I gilet gialli hanno ricominciato a mobilitarsi da lunedì 11 maggio con importanti raduni a Tolosa e Rennes e con azioni più o meno organizzate in diverse città della Francia che hanno visto la risposta violenta e repressiva delle forze di polizia.
Ma non sono solo i gilet gialli a mettersi in gioco: nel comparto sanitario si registrano da settimane significative mobilitazioni di infermieri e medici in molti grandi ospedali che richiedono maggiore sicurezza sul lavoro, l’aumento dei salari, la fine della mercificazione e della gestione manageriale della sanità e l’aumento delle risorse.
Inoltre in diverse banlieues e periferie francesi si sono dati momenti di conflitto provocati dall’assenza di tutele economiche e sociali da parte dello stato durante la pandemia o dalle violenze e dai soprusi della polizia. Il 18 maggio ad Argentoil sono scoppiati scontri tra la polizia e gli abitanti del quartiere a seguito del decesso di un giovane, Sabri, in un’incidente in cui potrebbe essere coinvolta un’auto della BAC. Ieri un’enorme manifestazione ha marciato nelle vie di Argentoil in memoria di Sabri, ricordando che sono circa 12 le morti in due mesi provocate dalla polizia francese.
Molte altre sono le grandi e piccole iniziative che si stanno verificando quotidianamente in Francia. Segno che la pandemia non ha frenato la voglia di cambiamento della popolazione, ma semmai ha evidenziato ancora una volta le ingiustizie del sistema e ha portato nuovi soggetti a chiedere conto della gestione dell’epidemia.
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