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Crisi e K. Marx: ogni riferimento è puramente casuale

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Se lo spread Btp/ Bund è tornato a livelli accettabili, non è così per quanto riguarda altri prodotti offerti dagli istituti di credito del nostro paese. Nel terzo trimestre 2012 l’indice dei prezzi delle abitazioni acquistate dalle famiglie scende dell’1,1% in termini congiunturali e del 3,2% su base annua. A dirlo l’Istat. Nel contempo però Il Sole 24 propone un’indagine a partire dai mutui per spiegare  il crollo delle erogazioni, crollate del 47% annuo nel secondo trimestre. I mutui italiani sono più cari della media europea e, quel che è peggio, la forbice tra i prodotti di casa nostra e quelli dei vicini va allargandosi: il tasso medio in Italia era a novembre dal 4.05%, contro il 3,35% della media europea. Gli italiani pagano quindi di più, e sempre di più. La distanza tra Roma e Bruxelles era diminuita attorno al 2005-2006, quando l’ingresso di gruppi esteri con strategie di prezzo particolarmente aggressive ha livellato verso il basso gli spread, ma ha ricominciato ad allargarsi con la crisi del debito europeo del 2008.

Andrea Fumagalli, economista e professore all’Università di Pavia

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da Radio Onda d’Urto

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