InfoAut
Immagine di copertina per il post

Gaza al terzo giorno di offensiva israeliana. Netanyahu: “Attacco intensificato”

La diretta (in aggiornamento) da Nena News:

Aggiornamento ore 18:30: in corso riunione consiglio di sicurezza dell’ONU. Ban Ki-Moon chiede la pace e una soluzione a due stati. L’esercito israeliano: “Spesso i civili si arrampicano sui tetti per impedire il bombardamento, ma noi butteremo giù le case”

E’ in corso la riunione del Consiglio di sicurezza dell’Onu. Mentre il segretario generale Ban Ki-Moon continua a ripetere che bisogna “ripristinare non solo la calma per oggi, ma una visione di pace all’orizzonte per domani” e che bisogna “perseverare con la soluzione a due stati”, l’inviato di Israele presso l’Onu Ron Prosor si aggira per la sala del Consiglio di sicurezza facendo risuonare le sirene di allarme sul suo Iphone e spiegando a tutti i presenti che “gli israeliani hanno solo 15 secondi per correre verso i rifugi”. Lo riferisce il quotidiano Haaretz, che ha pubblicato inoltre un report sulla morte, martedì scorso, di otto membri della famiglia Kawareh – tra cui alcuni bambini – per una bomba lanciata dall’aviazione israeliana che ha distrutto la casa. Secondo quanto spiegato dall’esercito israeliano, “la casa era la residenza di Odeh Kaware, comandante di Hamas a Khan Yunis, e serviva come suo quartier generale”. Secondo l’indagine preliminare, dopo che le forze di sicurezza israeliane avevano informato i familiari telefonicamente che la casa stava per essere bombardata, questi hanno lasciato la casa. Poi, in quello che l’aviazione israeliana chiama ‘bussare sul tetto’ – un piccolo missile senza testata esplosiva – è stato rilasciato sul tetto dell’edificio, per “sottolineare la gravità del avviso”. A quanto pare i membri della famiglia avevano iniziato a rientrare in casa non appena il missile più grande, destinato a distruggere la casa, è stato rilasciato. “Non c’è stato niente da fare – ha detto un alto ufficiale dell’aeronautica – il missile era in aria e non poteva essere deviato”.

Il report continua a riportare le posizioni dell’esercito israeliano: “Nonostante la morte dei civili, continueremo a bombardare le case di Hamas e, anche se l’aviazione si rende conto che spesso i civili delle case prese di mira si arrampicano sul tetto per tentare di impedire il bombardamento come ‘scudi umani’, noi butteremo giù quelle case”.

Aggiornamento ore 18: quattro razzi lanciati verso Gerusalemme, due cadono in Cisgiordania. Quattro i razzi lanciati dalla Striscia di Gaza verso l’area di Gerusalemme stasera. Le Forze armate israeliane hanno riferito che il sistema difensivo Iron Dome ne ha intercettati due. Altri due invece sarebbero caduti vicino alla colonia di Maaleh Adumim, nei Territori Occupati e nei pressi della prigione militare israeliana di Ofer, vicino a Ramallah. È la seconda volta in due giorni che le sirene risuonano a Gerusalemme dall’inizio dell’offensiva israeliana Barriera Protettiva iniziata tre giorni fa contro Gaza.

Aggiornamento ore 17.30: Israele ha riferito che il sistema difensivo Iron Dome ha intercettato due razzi lanciati dalla striscia di Gaza verso Gerusalemme, altri due sarebbero caduti in spazi aperti.

Aggiornamento ore 17: Altre due vittime palestinesi. Sono ora 86.
Il bilancio delle vittime palestinesi dall’inizio dell’operazione “Bordo protettivo” sale a 86. Non c’è l’ha fatto Ahmad Zaher Hamdan. E’ morto poco fa per le ferite riportate stamane dopo che un razzo israeliano aveva centrato la macchina in cui si trovava. Un morto e due feriti anche nel quartiere al-Zaytoun a Gaza. L’esercito israeliano fa dietro front e dichiara di non aver assassinato il capo del sistema missilistico Ahmad Siyam. Il portavoce del Ministero degli Interni di Gaza ha comunicato che sono usciti sei autobus da Rafah. Le autorità palestinesi della Striscia chiedono però agli egiziani un’apertura completa del valico. Nel frattempo il Ministero degli Esteri egiziano ha pubblicato un comunicato in cui chiede ad Israele di cessare i suoi attacchi su Gaza. Il Presidente dell’Autorità nazionale Palestinese, Abu Mazen, ha discusso di quanto sta accadendo nella Striscia con il Premier turco Erdogan. Secondo una fonte interna palestinese, il Presidente sarebbe in contatto con molti governi, tra cui anche la stessa dirigenza di Hamas, per chiedere l’immediata fine dei combattimenti.

In una nota ufficiale Hamas sostiene che il Segretario di Stato statunitense, John Kerry, è complice dell’uccisione di bambini palestinesi perché sta coprendo le violenze compiute da Israele nella Striscia.

Poco fa sono suonate le sirene a Gerusalemme (dove due razzi sono stati intercettati dal sistema Iron Dome), Ma’ale Adumim, Beit Shemesh e Ashdod. Due missili sono caduti in territorio aperto.

AGGIORNAMENTO ORE 15:55  84 MORTI SECONDO LA TV AL-MAYADEEN

Secondo il giornale israeliano Ha’Aretz da stamattina sono stati sparati 84 razzi palestinesi verso Israele. Il sistema “Iron Dome” ha intercettato 12 missili palestinesi. Un portavoce dell’esercito israeliano ha affermato che nella giornata di oggi sono stati colpiti finora 60 “target terroristici”.

Secondo il portale israeliano Walla dall’inizio dell’operazione sono stati 600 gli obiettivi bombardati da Tel Aviv. Tra questi: uffici e case dei militanti di Hamas, tunnel, lancia razzi nascosti, infrastrutture, basi militari e depositi di armi. Ora, secondo il canale 2 della televisione israeliana, l’obiettivo dello stato ebraico è quello di colpire le istituzioni governative di Hamas a Gaza.

Secondo la rete al-Mayadeen è salito il numero dei morti palestinesi a 84. Tra le vittime non dovrebbe esserci il capo del sistema missilistico di Hamas, Ayman Siyam, la cui uccisione è stata negata dalle Brigate al-Qassam. Raid aerei ad al-Barij, al quartiere al-Zaytoun e al campo profughi di Nuseirat.

Fermato sulla strada 5 in Cisgiordania un palestinese accusato di voler compiere un attentato in Israele. Secondo la stampa locale, l’uomo, dopo un primo interrogatorio, avrebbe confermato la sua intenzione di colpire lo stato ebraico.

Continuano a suonare le sirene nelle cittadine israeliane in prossimità della Striscia.

Dal punto di vista politico, il canale 2 israeliano sostiene che l’Egitto starebbe facendo pressioni per giungere ad un cessate il fuoco. La notizia – precisa l’emittente israeliana – non è al momento verificabile. Fonti egiziane hanno invece rivelato ad HaAretz che il Cairo aveva provato a stemperare le tensioni tra Tel Aviv e Hamas prima dell’inizio della guerra, ma che i suoi tentativi erano ben presto falliti.

Stasera, intanto, il Consiglio di Sicurezza dell’Onu discuterà del conflitto in corso a Gaza. Tel Aviv e Washington proveranno a fare pressioni affinché l’azione dell’esercito israeliano non venga condannata.

AGGIORNAMENTO ORE 14.30 – NETANYAHU: “CESSATE IL FUOCO FUORI DISCUSSIONE”. UCCISO AYMAN SIEM, CAPO DEL SISTEMA MISSILISTICO DI HAMAS

Incontrando i membri della Commissione Esteri e della Sicurezza della Knesset, il Premier israeliano Netanyahu ha detto che “un cessate il fuoco con Hamas è fuori discussione”. Durante l’ incontro, durato poco più di un’ora, il Primo Ministro ha detto di aver incassato il sostegno dei leader stranieri. “Il Presidente francese Hollande – ha detto Netanyahu – mi ha dato ragione e ha perfino pubblicato una nota di condanna ai missili [palestinesi, ndr].

Secondo quanto riportato dal quotidiano israeliano Ha’Aretz, il capo della Commissione Esteri e Sicurezza, il parlamentare Z’eev Elkin, ha proposto di compiere azioni molto dure a Gaza, tra cui staccare l’acqua e la corrente. Il Premier gli avrebbe risposto che “i consiglieri giudiziari non lo permettono”. Netanyahu ha affermato che Israele aumenterà i bombardamenti sulla Striscia ma ha aggiunto che lo stato ebraico non può fare quello che altri stati al mondo fanno in periodo di guerra. “Non possiamo agire come hanno fatto i russi in Cecenia” ha detto.

Intanto l’esercito israeliano ha comunicato di aver assassinato poco fa Ayman Siem, capo del sistema missilistico di Hamas. Siem è il più importante uomo del movimento islamico a essere stato ucciso dall’inizio dell’operazione “Bordo Protettivo”.

AGGIORNAMENTO ore 12:45 ALTRE 3 VITTIME PALESTINESI. SALE A 81 IL BILANCIO DEI MORTI. YA’ALON: “CONTINUEREMO AD ATTACCARE IN MODO SISTEMATICO. HAMAS HA SUBITO DANNI MOLTO PESANTI”

Un macchina in cui viaggiavano tre persone è stata colpita dall’Aviazione israeliana. Tre i palestinesi uccisi. La notizia è stata confermata dal Ministero della Salute di Gaza. Non ancora identificate le vittime. Sale così a 81 il bilancio dei palestinesi morti dall’inizio dell’Operazione “Bordo Protettivo”: 22 sono i bambini, 15 le donne e 12 le persone anziane. Le case distrutte sono 105.

Intanto al nord della Striscia l’esercito israeliano chiama per telefono i palestinesi intimandoli a lasciare le case. Continuano senza sosta gli attacchi aerei israeliani: bombardata la zona di al-Shaja’yya nella parte orientale di Gaza. L’UNRWA ha annunciato poco fa lo stato di emergenza nella Striscia di Gaza

Sirene sono suonate poco fa in Israele a Sha’ar HaNeghev e Sdot HaNeghev, nella regione del Gush Dan (la zona centrale di Israele dove è anche Tel Aviv), Ramle, a Lidda, Gadera e nelle cittadine confinanti la Striscia di Gaza. Lancio di sette razzi nella zona di Ashkelon. Secondo il canale 10 israeliano molti turisti stranieri stanno annullando le loro prenotazioni negli alberghi soprattutto a Tel Aviv.

Commentando lo stato delle operazioni, il Ministro della Difesa israeliano, Moshe Ya’alon, ha detto poco fa: “I successi compiuti dall’esercito sono molto significativi. Continueremo ad attaccare Hamas e le organizzazioni terroristiche in modo sistematico. Colpiremo loro e le loro proprietà in modo molto duro. Andremo avanti finché non capiranno che l’escalation militare non conviene e che non tolleriamo il lancio di razzi verso i nostri centri e i nostri cittadini. Hamas ha subito danni molto pesanti e ne subirà ancora nei prossimi giorni finché non tornerà il silenzio nelle cittadine del sud [d’Israele, ndr]”.

 

AGGIORNAMENTO ore 11.15 – 78 VITTIME E 537 FERITI. DISTRUTTA LA SEDE DEL MINISTERO DEGLI INTERNI

Sale ancora il bilancio delle vittime: 78 morti e 537 feriti. Secondo l’agenzia Al Mayadeen, ieri notte le navi della Marina israeliana si sono avvicinate alla costa e hanno sparato contro il porto; alcuni soldati avrebbero tentato di scendere ma sarebbero stati fermati dal fuoco sparato dai miliziani di Hamas. Stamattina è stata distrutta dalle bombe israeliane la sede del Ministero degli Interni di Gaza.

Mancano i medicinali negli ospedali della Striscia, con il 20% dei feriti in condizioni molto gravi. Il valico di Rafah sarebbe aperto solo per i gazawi con cittadinanza egiziana e feriti in modo grave.

AGGIORNAMENTO ore 11 – DISTRUTTO IL VALICO DI EREZ. MEMBRO DI HAMAS: “CESSATE IL FUOCO IN CAMBIO DEI PRIGIONIERI”

Secondo il quotidiano israeliano Haaretz, un bombardamento israeliano avrebbe distrutto questa mattina il lato palestinese del valico di Erez, unico passaggio tra territorio israeliano e la Striscia.

Il media israeliano Times of Israel riporta l’intervista con un leader di Hamas rimasto anonimo secondo il quale il movimento islamista è pronto a interrompere il lancio di missili e al cessate il fuoco in cambio del rilascio dei 56 prigionieri palestinesi rilasciati durante l’accordo Shalit e riarrestati negli ultimi mesi.

 

AGGIORNAMENTO ore 10.30 – IL VIDEO DELL’ATTACCO ALLA CASA DELLA FAMIGLIA KAWARE A BEIT HANOUN

AGGIORNAMENTO ore 10.30 – L’EGITTO APRE RAFAH AI FERITI

Le autorità egiziane hanno aperto questa mattina il valico di Rafah con Gaza per permettere l’evacuazione dei feriti. Gli ospedali nel nord del Sinai sono pronti ad accogliere i pazienti palestinesi.

 

AGGIORNAMENTO ore 10 – SALE A 76 IL BILANCIO DELLE VITTIME PALESTINESI

Sale a 76 il bilancio delle vittime palestinesi. Tra loro un bambino di 5 anni, Ramadan Abu Gazal, ferito a Beit Lahiya ieri e deceduto oggi per le ferite riportate.

Gaza City, 10 luglio 2014 – Una notte di inferno per la popolazione gazawi: 322 rai aerei in poche ore, che portano a oltre 700 i bombardamenti da parte israeliana. Il terzo giorno di offensiva israeliana, l’operazione “Barriera protettiva”, si apre con 14 vittime, uccise tra il centro e il sud della Striscia. Tra loro, dicono fonti mediche, sette donne e quattro bambini. Il primo bombardamento ha colpito un coffee shop a Khan Younis: sei uomini uccisi e almeno 15 feriti. Il secondo ha centrato la casa di Raed Shalat, nel campo profughi di Nuseirat, uccidendolo. Altri due raid hanno avuto come target due case a Khan Younis: sette vittime, di cui 4 donne e 3 bambini.

A differenza della precedente operazione, “Colonna di Difesa” del novembre 2012, questa volta la violenza dell’offensiva è molto maggiore, soprattutto per i target scelti dall’aviazione. Se due anni fa furono bombardati per lo più edifici governativi e stazioni di polizia, simboli del potere di Hamas, stavolta Tel Aviv colpisce le case, i palazzi, le residenze dei civili, perché considerate rifugio di militanti di Hamas. Oltre 50 le case rase al suolo, un dramma nel dramma.

Dalla Striscia nella notte sono continuati a partire i missili lanciati dai gruppi armati palestinesi soprattutto verso il sud del territorio israeliano. Secondo fonti dell’esercito israeliano ieri il sistema difensivo Iron Dome avrebbe intercettato almeno 230 missili.

Si muove – con lentezza – la comunità internazionale. Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite si incontrerà oggi per un meeting d’urgenza sulla crisi di Gaza. Gli inviati dei Paesi arabi sperano in una risoluzione vera e propria, ma è probabile che il Palazzo di Vetro si limiti ad emettere un comunicato. Il rappresentante palestinese, Riyad Mansour, ha accusato il Consiglio di immobilismo “mentre la punizione collettiva e l’aggressione stanno colpendo Gaza”. L’ambasciatore israeliano, Ron Prosor, accusa invece Hamas di “aver cominciato e di non aver lasciato altra scelta” a Tel Aviv, il cui esercito “usa target precisi per evitare di uccidere civili”.

Fa un passo indietro anche l’Egitto che nel 2012 fece da mediatore per il cessate il fuoco tra Israele e Hamas. Ieri, il presidente al-Sisi ha parlato al telefono con il presidente dell’ANP, Abbas, che aveva chiesto al Cairo di intervenire per mettere fine alle violenze. Al-Sisi – acerrimo avversario dei Fratelli Musulmani e quindi del suo braccio palestinese, Hamas – ha risposto che muoverà i propri contatti, ma non farà da mediatore.

Gaza trema. Il timore di un’ulteriore escalation è forte: nessuno esce di casa perché i bombardamenti sono ravvicinati, senza pause, diretti a target di ogni tipo in tutta la Striscia. La popolazione non sa, stavolta, cosa attendersi a causa dell’estrema violenza dell’attacco. In Cisgiordania continuano le manifestazioni di solidarietà, ma a muoversi sono più che altro i campi profughi, durante la notte teatro di scontri tra esercito israeliano e giovani palestinesi.

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

free palestinegazaisraelepalestina

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

“Non lasceremo loro nulla”. La distruzione del settore agricolo e dei sistemi alimentari di Gaza /2

Questo rapporto “Non lasceremo loro nulla” (*) affronta la distruzione del settore agricolo e delle strutture legate alla produzione alimentare durante l’assalto militare israeliano in corso sulla Striscia di Gaza dal 7 ottobre 2023. di Palestinian Centre for Human Rights, da ECOR Network Qui la prima parte. II. La distruzione israeliana del settore agricolo e dei sistemi […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Brescia: contestato il Ministro Tajani “Contro il genocidio in Palestina e le complicità anche italiane. Palestina Libera!”

A Brescia forte contestazione di almeno 150 tra studenti e attivisti contro la presenza alla facoltà di Giurisprudenza del ministro degli esteri e vicepremier Tajani, invitato dall’Ateneo per inaugurare un corso di laurea.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

“Indignazione per le dichiarazioni di Netanyahu: ‘Nessuna carestia a Gaza, i palestinesi sono sovrappeso’”

Il primo ministro sostiene che le immagini di migliaia di prigionieri palestinesi seminudi dimostrerebbero che hanno cibo a sufficienza, mentre esperti internazionali lanciano l’allarme su una carestia imminente.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Palestina: militarizzazione degli aiuti e silenzio internazionale. Il punto della situazione con Eliana Riva

Ogni giorno porta nuove atrocità in Palestina: oggi, almeno 17 persone sono state uccise dall’esercito israeliano in tutta Gaza, tra cui otto vittime durante un raid contro la casa del giornalista Osama al-Arbid, nel nord della Striscia. Il giornalista sarebbe sopravvissuto, ma molti dei suoi familiari sono stati uccisi.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Manifestazione nazionale contro il riarmo, la guerra e il genocidio in Palestina: 21 giugno a Roma

La data per la manifestazione nazionale a Roma contro il riarmo e la guerra è stata individuata nel 21 giugno, poco prima che si tenga il summit NATO all’Aja dal 25 al 25 giugno sulla Difesa e la spesa militare.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Jatevenne! A Napoli corteo contro la Nato.

Ieri, 27 maggio, nelle strade di Napoli un corteo di un migliaio di persone ha sfilato contro la presenza del summit NATO sulla sicurezza nel mediterraneo.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Missioni militari 2025. Carta bianca per la guerra

“Sono attualmente in corso 39 missioni e operazioni internazionali, per una consistenza media di 7.750 unità, un contingente massimo autorizzato pari a 12.100 unità, e un onere finanziario complessivo che ammonta a 1,48 miliardi, divisi tra 980 milioni per il 2025 e 500 milioni per il 2026”.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Disarmiamoli: verso il 21 giugno a Roma

Ripubblichiamo il comunicato uscito dall’assemblea nazionale chiamata dalla Rete dei Comunisti, da Potere al Popolo e USB a Roma che guarda alla data di manifestazione nazionale del 21 giugno. In questa fase ogni mobilitazione nella prospettiva di attivarsi contro il riarmo generale, contro la militarizzazione della società e a sostegno della resistenza palestinese è da sostenere e attraversare.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Atene: migliaia di greci in piazza in solidarietà con il popolo palestinese

Migliaia di greci hanno manifestato nella serata di giovedi 22 maggio nel centro di Atene verso l’ambasciata israeliana chiedendo la fine immediata degli attacchi genocidi israeliani contro Gaza

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

L’Aquila: aggiornato al 18 giugno il processo per Anan, Ali e Mansour

Questa mattina presso il tribunale de L’Aquila si è tenuta una nuova udienza all’interno del processo contro gli attivisti palestinesi Anan, Alì e Mansour. Sono accusati di terrorismo per aver, secondo accuse formulate dalle autorità israeliane, finanziato la Brigata Tulkarem, attiva nella resistenza palestinese nei territori occupati. Le prossime udienze saranno il 18, 25, 26 […]

Immagine di copertina per il post
Confluenza

Gli aceri di corso Belgio a Torino incontrano un gelso di Gerusalemme: la Storia e le storie narrate dagli alberi

Il Comitato Salviamo gli Alberi di corso Belgio ha organizzato domenica 18 maggio un incontro pubblico con Paola Caridi, autrice del saggio Il gelso di Gerusalemme – L’altra storia raccontata dagli alberi, pubblicato l’anno scorso da Feltrinelli. Si è scelta questa data anche per commemorare  la Nakba, la “catastrofe”, l’espulsione di 700.000 palestinesi dalle loro terre operata dagli Israeliani nel 1948. 

Immagine di copertina per il post
Formazione

Breaking the Wall Conference for Palestine – Convegno per la Palestina

Giovedì 29/05 – Venerdì 30/05, Polo Carmignani, Università di Pisa

In una fase storica di mobilitazione bellica globale, di intensificazione del genocidio in Palestina, di sollevazione di milioni di persone in solidarietà con il popolo palestinese, le università e la produzione della conoscenza sono diventati un terreno di scontro e di cambiamento.