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Egitto: donne manifestanti costrette a fare il test di verginità‏

Rasha Azeb, una giornalista a sua volta arrestata a piazza Tahrir, ha riferito di essere stata ammanettata, picchiata e insultata. Secondo il suo racconto, le 18 manifestanti arrestate sono state inizialmente portate in un locale del Museo del Cairo, dove sono state ammanettate, picchiate con bastoni e tubi di gomma, colpite con l’elettricità al petto e alle gambe e chiamate “prostitute”. Rasha Azeb ha potuto ascoltare le urla delle detenute mentre venivano torturate. È stata rilasciata diverse ore dopo, insieme a quattro colleghi giornalisti, mentre le altre 17 donne sono state trasferite a El Heikstep.
Le donne hanno preso parte in pieno al cambiamento in Egitto, sono scese in piazza in migliaia sfidando le regole di una società che le vorrebbe relegare in casa ed escludere così dalla politica.  Ora vengono punite per il loro protagonismo, per le loro rivendicazioni di autonomia e partecipazione attiva al processo politico in corso.
Le 17 donne detenute a El Heikstep sono comparse di fronte a un tribunale militare l’11 marzo e rilasciate due giorni dopo. Diverse di esse sono state condannate a un anno di carcere, con la sospensione della pena. Salwa Hosseini è stata giudicata colpevole di condotta disordinata, distruzione di proprietà pubblica e privata, ostacolo alla circolazione e possesso di armi.

 

Un commento alla vicenda con Riccardo Noury della sezione italiana di Amnesty International: Scarica il file

 

da: medea.noblogs.org

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