Elezioni in Turchia: pesanti intimidazioni nelle regioni curde [in aggiornamento]
Il Chp, formazione erede della tradizione kemalista e fondato su un’idea di forte nazionalismo laico e turco, si conferma il secondo partito, mentre calano le restanti due maggiori formazioni, ovvero l’estrema destra del Mhp e il partito di sinistra filo-curdo Hdp. Su quest’ultimo pesano gli ultimi mesi di continui attacchi e intimidazioni (proseguiti fin dentro le urne quest’oggi) anche se riesce infine a strappare l’ingresso in Parlamento sfondando di poco la soglia di sbarramento del 10%.
La panoramica sul risultato elettorale e le prime valutazioni dei nostri corrispondenti:
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Aggiornamento ore 23: Grossa autobomba esplode a Nusaybin (distretto di Mardin) provocando 11 feriti di cui 3 in gravi condizioni (qui le immagini dell’esplosione). Sui social network intanto circolano foto di schede elettorali con voti HDP trovati nell’immondizia a Diyarbakir, dove risulta 1 ferito per i colpi di arma da fuoco sparati dalla polizia. Intanto continuano gli scontri a Sirnak, Van e altre città del Kurdistan turco con attacchi armati dell’esercito ed esplosioni a Yuksekova.
Aggiornamento ore 20: A Diyrbakir centinaia di persone si sono riversate in strada dirigendosi verso il palazzo di giustizia e sono state attaccate dalla polizia con lancio di gas lacrimogeni e col getto degli idranti. Rudimentali barricate sono state incendiate di fronte alla sede locale dell’Hdp. Scontri in corso anche a Cizre. La rabbia è tanta per le irregolarità e le provocazioni che hanno accompagnato il voto per tutta la giornata e per le versioni molto contrastanti sull’andamento dello scrutinio.
L’aggiornamento e un primo commento sullo spoglio dei voti nelle parole dei nostri corrispondenti:
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Aggiornamento ore 18: i seggi sono stati chiusi e la conta dei voti è già in fase avanzata in un clima che resta molto teso, specialmente nella zona del Bakur, dove intimidazioni e aggressioni da parte di esercito e forze speciali sono proseguite per tutto il giorno. Un commento a caldo alla chiusura dei seggi dai nostri corrispondenti nel Kurdistan turco in attesa del completamento dello spoglio dei seggi (in serata pubblicheremo un commento approfondito sui risultati di questa nuova tornata elettorale).
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In Turchia è giorno di elezioni e quello che sta accompagnando queste prime ore di voto è un clima molto teso e contrassegnato da continue provocazioni e intimidazioni da parte del governo di Erdogan e dell’esercito.
I membri dell’Hdp, il partito di sinistra filo-curdo, hanno già segnalato più di 200 casi di irregolarità, concentrati soprattutto nel sud-est del paese, in corrispondenza delle regioni del Kurdistan turco, dove i seggi elettorali sono stati completamente militarizzati all’interno e all’esterno (in foto un seggio di Cizre).
A Diyarbakir, in particolare, un gruppo di osservatori internazionali è stato malmenato e spintonato fuori dal seggio da parte di familiari del candidato locale per l’Akp (il partito di governo di Erdogan), mentre giornalisti che scattavano foto ai gruppi di militari che presidiano i seggi sono stati costretti a cancellare le immagini, consegnare la propria attrezzatura e uno di loro è stato minacciato di morte dalle forze speciali. A Cizre diversi elettori sono stati prelevati dal seggio da militari dell’esercito e trascinati via, impedendogli così di votare.
Molte strade sono state chiuse e sbarrate dai mezzi militari per rendere difficoltosi gli spostamenti all’interno della regione, mentre elicotteri dell’esercito sorvolano senza sosta i cieli della Turchia da questa mattina.
Una prima corrispondenza dai nostri inviati a Diyarbakir:
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Per approfondire la situazione del clima pre-elettorale vedi anche: Vigilia di elezioni in Turchia
Seguiranno aggiornamenti nel corso della giornata…
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