Forze turche e jihadiste entrano ad Afrin. Combattimenti in corso, la resistenza continua
Sono ancora decine di migliaia i civili presenti ad Afrin e dintorni, stretti nella morsa degli interessi imperialistici turchi tesi a garantirsi una fascia cuscinetto vicino all’Eufrate.
Ormai da giorni l’assedio turco-jihadista si è fatto più intenso, con continui bombardamenti che hanno prodotto una strage di civili e lasciato la città senza acqua e senza molti generi di prima necessità. Solo ieri sono stati bombardati un convoglio di civili che stava lasciando la città e, nuovamente, l’unico ospedale di Afrin, producendo l’ennesima strage.
Questa operazione, condotta nel silenzio della diplomazia occidentale davanti all’intervento del secondo esercito più grande della Nato, si è servita di bande jihadiste riciclate dai combattenti dell’ISIS. Chi aveva combattuto e sconfitto lo Stato Islamico sul campo, ora si ritrova gli islamisti nel centro di Afrin con la protezione del principale alleato dell’Occidente, la Turchia.
Stamani l’esercito turco ha sfondato le difese curde che proteggevano la città e gruppi di jihadisti sono entrati nel centro di Afrin torturando civili, dando alle fiamme bandiere dello YPG e abbattendo e sfregiando la statua di Kawa (il fabbro fondatore della mitologia curda). Tuttavia le fonti locali smentiscono la propaganda trionfale che viene diffusa in queste ore da Erdogan, precisando che Afrin non è caduta e che la Turchia non ne ha preso il controllo. La resistenza delle YPG/YPJ continua infatti a combattere strada per strada e a compiere azioni di sabotaggio contro turchi e jihadisti in diversi quartieri della città.
Seguiranno maggiori aggiornamenti nelle prossime ore.
#DefendAfrin #SaveAfrin
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Aggiornamento ore 17:
In una dichiarazione, l’Amministrazione Autonoma di Afrin ha dichiarato di aver chiesto ai civili di andare via dalla città per evitare di essere presenti al momento in cui l’esercito Turco e i jihadisti sarebbero arrivati con l’intento di mettere in atto un genocidio pianificato. La popolazione si è spostata nella regione di Sheba, a sud est del Cantone di Afrin, anch’essa parte della federazione.
Le Ypg dichiarano di avere ancora molti combattenti in tutti i distretti del cantone e annunciano che la guerra sta entrando in una nuova fase: il confronto diretto diventerà una guerriglia di lunga durata e questo sarà necessario sia per evitare la morte di molti civili sia per colpire il nemico.
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