InfoAut
Immagine di copertina per il post

Gaza, notizie sul cessate il fuoco non confermate

Hamas e la sicurezza israeliana rincorrono in questi minuti la notizia, ammettendo dei progressi fatti ma entrambe negano che l’accordo sia già stato raggiunto.

Questa tregua di 5 ore ha permesso stamane a molti palestinesi di mettersi in coda alle banche e prelevare il denaro necessario per gli acquisti dei prossimi giorni ma, soprattutto, agli abitanti della Striscia di tirare un sospiro di sollievo per qualche ora.

Nella notte almeno 7 palestinesi sono stati uccisi nella Striscia di Gaza, più altri (il cui numero è difficile da stimare poiché le indicazioni sono contradditorie) a Rafah durante dei combattimenti.

Le prime pagine di tutti i giornali mostrano le immagini dei 4 bambini uccisi nella giornata di ieri sulla spiaggia di Gaza e Peres, presidente israeliano uscente, si scusa con i palestinesi per l’errore commesso dai piloti.

Gli attivisti internazionali dell’ISM (International Solidarity Movement) ieri sera, nonostante il preavviso dato dall’IDF di sgomberare l’ospedale di El-Wafa (Gaza) dove ci sono pazienti anziani in condizioni gravi e nonostante le numerose raffiche di missili che hanno colpito alcune parti dell’edificio, hanno deciso di restare insieme al personale medico e ai pazienti, per stimolare nei loro rispettivi governi (USA, Spagna, Svezia, Venezuela, Francia, Regno Unito, Australia e nuova Zelanda) una presa di posizione contro i crimini israeliani.

L’attenzione di tutti è però inevitabilmente spostata al Cairo, dove il leader Dell’Autorità Palestinese Abbas e quello di Hamas Marzouq stanno incontrando Al-Sisi per discutere le condizioni del cessate il fuoco. Quest’oggi Abbas e Marzouq incontreranno anche i rappresentanti della Jihad.

E mentre le fonti palestinesi riportano le cifre spaventose  dall’ inizio di “Operation Protective Edge”, 230 morti e 1690 feriti, la questione siamo ben consapevoli non può essere giocata unicamente al livello dell'”emergenza umanitaria”.

Che nella Striscia ci sia una situazione drammatica è chiaro (scarsità di beni di prima necessità, mancanza di medicinali, ospedali bombardati dcc…), ma affinché il cessate il fuoco non sia una sconfitta per la popolazione palestinese dovrà indubbiamente riuscire ad ottenere dei risultati politici.

Tutte le varie componenti politiche palestinesi sono oggi consapevoli di quanto la recente operazione del governo israeliano sia solo l’ennesima e sanguinosa tappa di un progetto politico più ampio.

In attesa che nelle prossime ore si definisca meglio la situazione sul cessate il fuoco, le questioni che rimangono aperte e in cima alle priorità della popolazione palestinese sono l’occupazione militare dell’esercito sionista, i prigionieri politici detenuti illegalmente in Israele, la chiusura dei valichi e la continua espansione degli insediamenti israeliani.

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

cessate il fuocogazahamasisraele

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Jenin sotto attacco israeliano: 6 morti e 35 feriti

Il Ministero ha spiegato in una breve dichiarazione che sei persone sono state uccise e altre 33 sono state ferite e sono state trasportate negli ospedali Ibn Sina, Al-Amal e Al-Shifa. È probabile che il bilancio delle vittime aumenti con l’aggressione israeliana. Jenin. Sei palestinesi sono stati uccisi e altri 35 sono rimasti feriti durante […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Somalia, Sudan, Algeria… ed il ritorno di Trump

Da Radio Africa: prima puntata del 2025, lunedì 20 gennaio 2025, per l’approfondimento quindicinale dedicato all’Africa sulle frequenze di Radio Onda d’Urto, dentro la Cassetta degli Attrezzi. In questi 30 minuti ci occuperemo di diversi Paesi africani, da nord a sud. Partiremo dalla Somalia e da Mogadiscio (in foto) in particolare, al centro del reportage sul campo della rivista Africa, con la storia […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Usa: Leonard Peltier uscirà dal carcere

In uno dei suoi ultimi atti da Presidente Biden ha commutato la condanna all’ergastolo di Leonard Peltier, l’attivista dell’American Indian Movement in prigione da quasi 50 anni. Peltier sconterà il resto della pena agli arresti domiciliari. da Osservatorio Repressione «Ho commutato la pena dell’ergastolo alla quale era stato condannato Leonard Peltier, concedendogli gli arresti domiciliari»: nell’ultimo giorno, […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Voci da Gaza II – Asuat Min Gaza II

Seconda –di due– puntata speciale nello spazio informativo di Radio Blackout dedicata all’intervista di Fadil Alkhadly, membro dell’Uawc, Unione dei comitati dei lavoratori agricoli.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Raggiunto l’accordo di cessate il fuoco a Gaza

L’ accordo tra la Resistenza palestinese e il governo israeliano è stato raggiunto e firmato da entrambe le parti, a darne l’annuncio è stato Trump che da oggi inizierà il suo mandato esecutivo come presidente statunitense.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Perù. Tamburi di guerra

Su Perù 21 (giornale peruviano, ndt), il 14 gennaio, un editorialista poco noto ha inserito un’“opinione” piuttosto bellicosa. In essa, Héctor Romaña – una penna di pedigree, forse – promuoveva l’intervento militare in Venezuela. di Gustavo Espinoza M., da Resumen Latinoamericano Potrebbe essere letto come il punto di vista di un analista disperato che non […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Cessate il fuoco nella Striscia di Gaza: facciamo il punto con Eliana Riva

“Cessate il fuoco”: è la notizia che da ieri sera poco dopo le 18 occupa le prime pagine di tutti i giornali, dopo la dichiarazione su Truth da parte di Donald Trump che si è intestato l’accordo tra Israele e Hamas.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Cessate il fuoco(?) su Gaza

Imminente l’accordo di cessate il fuoco su Gaza e di scambio di prigionieri – con la mediazione di Usa, Qatar, Egitto – che dovrebbe prevedere nei primi 42 giorni il rilascio di una parte degli ostaggi e la liberazione di prigionieri politici palestinesi, mentre Israele terrà il controllo del corridoio Filadelfia tra Gaza ed Egitto […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

L’escalation di Erdogan contro il Rojava

La Turchia e le milizie islamiste filo-turche, in particolare l’Esercito nazionale siriano (SNA), stanno sfruttando lo spostamento di potere a Damasco per colpire le aree di autogoverno controllate dai curdi nella Siria settentrionale e orientale. Ankara giustifica queste azioni sostenendo che i gruppi che operano nella regione, in particolare le Unità di difesa popolare curde […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Popcorn, zucchero filato e massaggi. All’interno del nuovo ‘resort’ dell’esercito israeliano nel nord di Gaza

Un nuovo rapporto dell’organo di informazione israeliano Ynet rivela un quadro inquietante: mentre i palestinesi nel nord di Gaza rischiano di morire di fame e di essere sterminati, è stato creato un vicino ‘resort’ per i soldati israeliani, che possono rilassarsi e distendersi tra un intervento e l’altro.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Riassunto di un anno palestinese: genocidio, resistenza e domande senza risposta

La storia della guerra israeliana a Gaza può essere riassunta nella storia della guerra israeliana a Beit Lahia, una piccola città palestinese nella parte settentrionale della Striscia.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Israele e Turchia premono sulla Siria del Sud-Ovest e del Nord-Est

In queste giornate di repentini cambiamenti vogliamo fare il punto con Eliana Riva, caporedattrice del giornale di informazione Pagine Esteri, rispetto a due elementi di particolare pressione sul territorio siriano, ossia Israele da un lato e la Turchia dall’altro.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Siria: la sfida di una ricostruzione indipendente dagli interessi imperialisti

Abbiamo posto alcune questioni a Yussef Boussoumah, co-fondatore del Partito degli Indigeni della Repubblica insieme a Houria Bouteldja e ora voce importante all’interno del media di informazione indipendente Parole d’Honneur a partire dalla caduta del regime di Bachar Al Assad in Siria.