Grecia, approvate nuove misure di austerity. Scontri ad Atene
Già verso le 17 del pomeriggio, decine di migliaia di persone hanno cominciato a radunarsi in piazza chiedendo a gran voce le dimissioni del governo. Secondo alcune fonti, gli scontri si sono verificati quando un gruppo di manifestanti ha cercato di sfondare il cordone di polizia posizionato di fronte al Parlamento.
Nonostante l’utilizzo di lacrimogeni e idranti i manifestanti hanno resistito in piazza e gli scontri si sono protratti per diverse ore durante le quali un ventina di manifestanti sono stati arrestati e più di quaranta sono rimasti feriti.
La tensione è rimasta alta fino in tarda serata, quando la polizia è infine faticosamente riuscita a respingere la folla di manifestanti fuori da piazza Syntagma, con il consueto uso massiccio di gas lacrimogeni e il getto continuo degli idranti.
Anche la votazione in Parlamento è stata lunga e travagliata: nel primo pomeriggio i partiti di Syriza e Greci Indipendenti hanno ottenuto la sospensione del dibattito, opponendo una mozione di incostituzionalità al nuovo pacchetto di misure lacrime e sangue.
La mozione è stata però respinta e la discussione è proseguita per diverse ore: solo intorno alla mezzanotte il Parlamento ha infine approvato con 153 voti a favore la manovra da 13.5 miliardi di euro.
Il pacchetto, che costituisce la nuova Finanziaria greca per il periodo 2013-2016, abolisce tutti i bonus extra per pensionati e dipendenti statali, introducendo nuovi tagli sino alle pensioni e riducendo i cosiddetti “stipendi speciali” (polizia, magistratura, forze armate, personale medico degli ospedali statali, docenti universitari, diplomatici), mentre spiana la strada per il licenziamento di 2.000 dipendenti statali.
Il governo di Samaras tira quindi un sospiro di sollievo ma l’approvazione di oggi, ottenuta con pochissimi voti in più della soglia necessaria, è espressione di un quadro politico diviso e instabile, mentre le immagini degli scontri che sono tornati ad animare piazza Syntagma hanno lanciato ancora una volta un messaggio chiaro al governo dell’austerity, che dovrà fare i conti con la rabbia e l’opposizione per questa nuova manovra.
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