Grecia contro i licenziamenti: occupati Ministeri e sedi locali
La protesta sta andando avanti ormai da alcuni giorni per impedire che Comuni e Regioni compilino le liste di migliaia di dipendenti da licenziare o mettere in cassa integrazione; è infatti questa una delle condizioni imposte dalla Troika e a cui è subordinato l’arrivo di nuovi aiuti internazionali alla Grecia.
Al momento si parla dell’occupazione di circa 250 sedi comunali e regionali, cui si aggiungono quelle di diversi ministeri; un risultato raggiunto grazie alla lotta attiva dei lavoratori greci, che stanno continuando ad impedire l’accesso alle sedi, facendo sì che, all’oggi, solo una minima parte dei Comuni abbia risposto alle richieste del ministero della Riforma Amministrativa che prevede i licenziamenti.
Per oggi è stato anche indetto uno sciopero, mentre in diverse parti del paese si svolgono assemblee in cui decidere la prosecuzione della protesta.
Dopo l’approvazione del bilancio per il 2013 e di nuove misure economiche, il governo Samaras continua dunque ad attuare fedelmente i diktat della Troika necessari per ottenere i 31,5 miliardi di euro di aiuti di cui è in attesa dal mese di giugno ma Fmi, Bce e Ue sembrano insaziabili nelle loro richieste di politiche votate al sacrificio: il Fondo Monetario avrebbe infatti richiesto di aumentare ulteriormente il numero dei licenziamenti; una richiesta, questa, per ora respinta dal governo greco.
La riunione dell’Eurogruppo vede dunque molti punti controversi all’ordine del giorno ed è probabile che non verranno raggiunti accordi definitivi ma, indipendentemente da quanto potrà deliberare il vertice di oggi, in tutta la Grecia continua ad organizzarsi un’opposizione attiva alle misure di austerity e impoverimento (presenti e future) previste dai piani della Troika.
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