Guerr(e): la Nato “annette” il Montenegro. La Russia accusa la Turchia sul petrolio jihadista
Il ministro russo degli Esteri Lavrov apre a un incontro col ministro turco alla ministeriale Osce a Belgrado, ma da Mosca si accusa: dalla Turchia “solo nell’ultima settimana” hanno raggiunto i gruppi di Daesh e di al-Nusra, “fino a 2.000 militanti, oltre 120 tonnellate di munizioni e circa 250 mezzi di trasporto”: lo ha dichiarato il capo del centro nazionale russo per la gestione della Difesa, Mikhail Mizintsev. “Secondo i nostri attendibili dati di ricognizione – ha detto il generale – la parte turca svolge azioni simili da tempo e regolarmente e, cosa più importante a nostro avviso, non intende smettere”.
PETROLIO – Mosca ha poi rinnovato al presidente turco Erdogan di essere coinvolto nel traffico illecito di petrolio dai territori occupati da Daesh in Siria e in Iraq. Il presidente turco Erdogan “e la sua famiglia” nonché “le più alte autorità politiche” della Turchia “sono coinvolti” nel “business criminale” del traffico illecito di petrolio proveniente dai territori occupati da Daesh in Siria e in Iraq: lo ha dichiarato il vice ministro della Difesa russo, Anatoli Antonov, che ha definito la Turchia “il consumatore principale di questo petrolio rubato ai proprietari legittimi della Siria e dell’Iraq”.
La Russia sostiene di aver individuato tre percorsi attraverso i quali il petrolio di Daesh giunge in Turchia, un affare che ammonterebbe a due miliardi di dollari l’anno.
Erdogan ha replicato così alle accuse arrivate da Mosca: “Nessuno può lanciare calunnie contro la Turchia sull’acquisto di petrolio dall’organizzazione terroristica Daesh. Nel momento in cui potranno provarlo mi dimetterò, come dovrebbero fare quelli che non possono provare le loro accuse”. A fianco di Ankara anche il Pentagono, con il portavoce Steve Warren a rifiutare categoricamente l’idea che la Turchia stia lavorando con Daesh. E’ totalmente assurdo”.
Il commento di Alessio Arconzio, di Rojava Resiste
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